lunedì 20 luglio 2015

L’amore di qua e di là



Quando dall’altra parte, ovunque sia, la vita promessa vivremo, a quella chiamati dopo il perdono divino, ricorderemo i fatti di qui come accaduti in un sogno. Saremmo forse stati poco solerti a viverli pienamente, stretti dal male, e pigri nel sollecitare il bene, tutto il possibile, ma tutto apparirà vago, come immerso in una nebbia, ché dalle cose brutte di qui ci saremo definitivamente affrancati. E le belle di qui, e tante altre novelle, forse di vivere nella completezza ci sarà concesso. Così, tanto m’è dolce sperarlo che ritrovarvi vorrei questo piccolo amore! E con i nostri ricordi! E affinché lacunosi non le sembrino pregherei la bella che là regna e ha protetto l’amore nostro, non solo di riviverlo nella pienezza che il luogo consente, ma di ritornare in un sogno comune in questo mondo per dirle le parole mancate e le carezze ridonarle, allora trascurate, o altre effusioni desiderate, ma negate. Oh potessi di simile sanare tutte le numerose manchevolezze mie verso le poche donne della mia vita! Allora io comincerei da mia madre, che forse abbastanza non ho protetto dall’ira con cui talvolta qui s’esprime il male. E poi le altre cui chiedere perdono dovrei per non essere stato secondo le giuste aspettative loro. Sì, spesso qui le donne vogliono il meglio di quanto loro venga offerto o proposto, e io nelle mie prime esperienze mi sono portato dietro i problemi della mia infanzia infelice e questo ha compromesso forse l’armonia dello stare insieme e il vaglio lor severo non ho superato… E un po’ o tanto li porto pure ora, ché certe cose mai si dimenticano, ma questa mia donna peso loro non dà. Ecco va via questa vita, il fiorellini che la corolla han disteso al primo sole ora richiuderla rattrappita vogliono e lunghe ombre distendono, ché, stanco il sole, addormentarsi vuole e loro con lui e io con loro. Ma poi sempre qui mi ritrovo, trascorso è solo un altro giorno. Ecco sto qui, dolce la compagna, tutto il giorno accompagnati dal frinire delle cicale in un’afa soffocante e tra poco i grilli verranno e faranno sonore le nostre notti, l’unica lor nota stridula ripetendo ossessiva. Ora questa donna accanto mi dorme e serena è dopo tanto avvicendarsi alle richieste di casa e orto. Io dormir non posso, ho il cuore in tumulto. Non la sveglierò, ma domani le dirò di aver pensato al nostro futuro tra le stelle e che la bella, che brillare per noi le fa, forse ci consentirebbe, richiesta, di ritornare qui come in un sogno a completare ciò che umanamente manca a quest'amore. E le dirò, Dimmi che senti di più manchevole e vi rimedierò subito! E lei spallucce farà, come dire che non son cose importanti o così non ne ricorda. Ma daccapo è ora notte, una che rara s’annuncia tranquilla, e le dico, Ascolta, dei grilli non c’è ancora lor musica insistente da far noia, ma avvertire puoi un brusio diffuso come se tutte le cose ci dicano, Amatevi! E non dovremmo tentarne la completezza anche con ciò che fisicamente è dolce e bello, sebbene l’età non l’incoraggi? E lei a me fattasi più vicina, sorride maliziosa, e sussurra, Ma i nostri cuori sì!

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