sabato 11 luglio 2015

Amare divinamente



Quando la sera viene e il sole gli ultimi rossi bagliori a occaso spande, mentre ad orto tenui stelle già appaiono, mi dico, Ecco un giorno va e una notte di stelle s’appresta. Com’è per ora serena la vita al suo termine ed è dolce sorpresa a sera sentirsi innamorato e non delle sole stelle! Perché richiamano dolcezze le cose belle tanto prima trascurate? E occhi di donna incanto mi fanno? Sì, sono quelli della donna mia, assetati d’amore ancora. Ci porti insieme alle sue stelle quel re che vi regna! Cercato l’ho nella religione dell’amore verso tutti e della fedeltà... e lui mi dirà, Sei stato tanto tempo con me senza riconoscermi! Non so dov’altro cercare, se non in questi occhi che mi guardano sempre innamorati e tanto mi ci profondo da smarrirmi. Ma mistero sono di donna e impenetrabile. Allora ben posso dirli immagine del dio, per me mistero, e suoi messaggeri, cui devo ascolto anche senza comprendere, e suo amore, sua volontà d’avermi per sé solo, più chiari questi ultimi messaggi, ché questa mia donna sa come interpretarli. Ella, volendomi per sé, esprime del dio il desiderio che io sia per lui solo e non mi perda tra i tanti falsi luccichii di qui, che stelle cadute proprio non sono. Sono un fortunato, il dio può parlarmi di sé, dell’amor suo e lo fa per una donna. Io solo un po’ capisco d’amore e solo dell’umano e le sue parole, ma quelle del dio che mi darebbero autocoscienza d’essere individuo morale da lui piaciuto, pur trasmesse, io non so capire, rimango uno che cerca di piacergli, ché non so ciò che da me egli voglia. Sono certo parole per me, ma confuse tra le tante che questa donna vuol dirmi, sì, quelle del dio sono ad esse frapposte, poche, tra tante e non so quali. Immagine che mi suggerisce il vento perché viene ora come brezza dal mare e mormora tra le frasche, e se dice parole sono come quelle della donna mia che, assorto e incantato dagli occhi suoi, odo come dolce lontano chiacchiericcio. Sì, parla il vento il suo strano linguaggio, forse racconta drammi e amori lontani, ma io nulla ne ritengo. Non sapendo la volontà del dio, ho compassione delle cose tutte, perché sofferenti tutte le riconosco, e questo mi viene certo da animo sensibile, che del mondo fa illustrazione patetica al cuore suo. È un porsi in atteggiamento d’amore per tutti e tutto di fronte al mondo, che piace a questa donna e che quindi penso al dio gradito. Ma è il credere nel trionfo finale del cristo, che farà giustizia di ogni male, che forse lo sostiene e rinnova. Così io prendo parte, anticipandolo al trionfo divino, che muove dalla pietà per le cose tutte e che tutte sanerà, ché tutte ama. Sì, così anticipo la finale vittoria sul male e questa coscienza rafforzata è da questa mia donna, che mi fa capire che l’amore non è amabile tolleranza della sua fragilità, compassione o pietà addirittura, e sentirlo così per ogni altro uomo, fragile nel suo sapere più che nella sua ignorante follia. È molto di più, è anticipare l’amore divino che a tutti diverrà manifesto dopo il perdono. Sì, siamo nel male, siamo nella necessità d’amore, ma ci ama qualcuno per la nostra donna, di un amore che trionferà nonostante la nostra debolezza, quella che ci fa ora peccare. E accadendo, egli restituirà a usura il poco bene fatto, eroico in tanto squallore. Sì, al dio, a un uomo qualsiasi abbiamo prestato del nostro, una piccola sua necessità abbiamo soddisfatto, ed egli ce lo restituirà centuplicato. E torno agli occhi della mia donna e la bocca sua ora tace. Mi chiedo come facciano a conoscere il significato profondo dell’esistenza, ché di questo ora mi parlano senza parole. E dicono, Ama e considera irrinunciabile per il bene ogni singolo uomo! Ama divinamente!

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