venerdì 12 aprile 2013

Tempo d'amore







Non t'accorgi quanto quest'aria mattutina porti un tepore insolito? E se sosti con me, ché pacata ci riprenda la lena, su per i sentieri del bosco sentir puoi canti diversi di frementi piccoli cantori, invito alle compagne loro che ancor scelto non abbiano. Sì, son note diversificate e gorgheggianti talora, ma altrove, più lontano, la stessa nota acuta ripetuta è come bussar voglia insistente e chiedere ascolto a distratto cuore. Sono tutti modi di richiesta supplice d'amore...E io, che così te ne chiedo, ti invito ad avvertir la dolce fragranza di fiori novelli portata tra gli alberi dalle radure esposte alle falesie. E' da lì che brezza dolce sale dal mare, si impregna ai cespugli di ginestra ed erica, carezza asfodeli già dischiusi, dove già stanno a ronzare primi sonnacchiosi bombi e, pigre nell'indugio loro su questo o su quel fiore, prime farfalle. Sì, è proprio tempo di sogno, è d'amore, è tempo di primavera! Sapertelo dire vorrei efficace, ché tu scenda per essere tutt'uno con la donna mia e lasciarti per lei amare. Oh quanto ella è già tenera di per sé! Come accorgermi allora potrò se venuta sei ad abitarle il cuore? O se vi stai da sempre ed ella è per questo così com'è per me? Hanno gli occhi suoi in questo tempo come una luce nuova e melliflua ne più la voce e freme amore alle carezze mie. E dice parole nuove, come cuor pieno n'abbia...E il ricordo suo ora mi fa smania di rivederla presto! Ma forse nulla di questo mi dirà della presenza tua. Sarà quest'amore che ignora l'età a richiamarti dal cielo, non può essere che amore che ti spinge, innamorata dei nostri cuori. Ma simili pensieri tanto consoni a quest'ambiente, che profuma sonoro e li suggerisce, vengono or ora distratti da una meraviglia. Noto una schiuma bianca che tutto ricopre un tronco e giù si versa a lambire il suolo. Tante limacce vi pasturano...E' un fungo che non conosco, all'apparenza soffice come lo è muschio, anzi vaporoso come la veste tua nei miei sogni fortunati, ma al tatto poco o nulla cede. E' davvero strano fungo ne chiederò a chi so ne sa, ma intanto vorrei me lo suggerissi panacea al male che qui ingordo spadroneggia. Sai, medico sono e pungolo mi fanno drammi senza rimedio che nemmeno i piccoli tuoi risparmiano... E ancora ho qui occhi, orecchie, tatto, un tutto per la meraviglia, manca l'intuizione! E sospira questo vecchio che tu gli annuisca. Sì, proprio vecchio sono, ma ancora bambino per la preghiera... e per te è ora accorata, e le immagini mi si fanno tremule! Sai è luce che vorrei, prima che notte completa sia per questa vita! Ma è giovinezza di speranza che m'aleggia primavera nel cuore e tutto è possibile, il miracolo perfino, in questo tempo d'amore!

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