martedì 16 aprile 2013

Che dire al male?







Bene e male sono stati contraddittori che si postulano a vicenda. Sono in questo mondo, sono nell'ora, sono per noi uomini. Ma saranno ancora nell'altro? Sì , fuori del tempo, nell'eterno in cui speriamo di entrare?


Intanto un inferno è concretezza di qui, tutti coinvolge anche animali e altre cose della creazione decaduta. Sì, siamo immersi nel male e crediamo in un mondo nuovo di solo bene. Ed essere stato il male nel tempo garantirà che il nuovo sia per sempre, ché il ritorno del tempo recherebbe la minacciosa sua possibilità. Io, madre cara, non so meglio dirlo, ma non voglio nemmeno pensare alla possibilità di un nuovo inferno per i soli reprobi, che la persona che alimenta il male ha irretiti, non consentendone l'affrancamento. Sarà per un tempo limitato finché non torni nel trionfo il figlio tuo, sì solo provvisorio e in questo aderisco alla congettura di Origène. Lo pensava così, poi il solo bene, tuo figlio, te e il padre suo nello spirito che v'è comune. E intanto qui il male è operato, viene da persona!


E' l'escluso dall'amore, prima che il mondo fosse in questa forma, e requie non ha. Ché ha coinvolto voi due pure, tuo figlio con l'orrenda morte di croce, te nel dolore immane di assistervi. E non è bastato che si fermasse. Ma così tutto il male che c'è stato, c'è e sarà, ha un senso. Da allora ognuno è come l'altro, sì tutti siamo l'altro e l'altro è noi, tutti siamo chiamati al bene, ci accomuna il dolore, ce lo dice il tuo amore. E io vedo tutti come uno sterminato gregge dietro a un pastore e la meta sono i pascoli del cielo! E io che direi a quella persona se mistico furore mi concedessi? Qualcosa di simile a questo. Desisti dal tuo compito ingrato, aspetta, vittima tu stesso, il ritorno del pastore, lascia ti prenda con noi ultimi. Perdonerà te pure! Sì, smettila di calpestare la dignità umana, non vedi i segni dei tempi nuovissimi? Ecco, sudore e lacrime hanno bagnato i solchi dell'immane fatica d'un sol villico. Il campo è tutto arato, e ora da seminatore egli vi getta semi di pace e di vita novella. Tutte le cose ne spunteranno fuori benedette, ricreate nella melodia della nuova natura. Non c'è più posto per te! La gioia di tutti sta per esser piena, ché tutti apparterremo all'amore e tu pure. Ora tu ci separi dal pastore e noi nulla di vero bene possiamo, nemmeno pregare ché ti converta anticipando i tempi, affrettando ché queste apparenze si dissolvano in faville, ma quando egli verrà tutto sarà possibile. Pure che queste mie parole ingenue, che la madre buona ha permesso, di cui qualcuno sorriderà, abbiano un senso. Sì, tu ritroverai quel candore con cui egli suo ti creò, prima che questo mondo fosse. Nessuno sfugge all'amore!

Nessun commento:

Posta un commento