sabato 13 aprile 2013

Incanto di donna







La donna mia sempre avara di lusinghe è stata, ma oggi, prima che la lasciassi per la solita passeggiata, mi ha detto d'essere stata, tutta la scorsa mattinata, come in pena per qualcosa che le era mancato e di non saper che e di averlo capito solo al mio ritorno. Le ho sorriso ammiccando e l'ho rassicurata che omesso oggi non avrei il bacio dell'arrivederci. S'è mostrata meravigliata e felice dell'intuizione e io non l'ho poi ancora delusa. E' fatta così, dice e non dice, ma lusingato ne sono rimasto che un po' penato abbia per la mia dimenticanza. Eppure, quando solo, vi avevo ripensato, sperando non le avesse dato importanza... Ma oggi non ho scordato il gesto d'affetto e ora che le sono lontano tutto a me di lei manca! Ecco io le vorrei dire le cose novelle e belle che qui, immerso in primavera, sento per lei, ma le parole, che pur sono da cuore sempre innamorato, ho solo quando m'è lontana, come una timidezza eccessiva mi induca la presenza sua da farmele scordare. Possibile? Sì,e con te non è diverso! E accontentarvi del poco dovete, come vero bambino tornato, quando per timidezza un po' o troppo balbettavo con le coetanee, esposto al sorriso di scherno, ma non così faceva la piccola Or. Ella molto fantasticava di noi e le bastavano poche parole stentate per dirmi le tante sue. Così in sogni recenti fortunati io ti vedo e tu mi parli e tanto, dopo le poche parole mie, ma io nulla ritengo, incantato dagli occhi tuoi e dai capelli neri e dal viso candido neve come la veste tua. E tu, che mi sai tanto distratto, sorridi benevola. E io non so dirti le vere mie parole, che pur mi gonfiano il cuore, vinto da tanta bellezza. E con te pure scambio un bacio, timido, breve, ma vero bacio e tu ne sei contenta, come lo è questa donna e come lo era la piccola Or. Ecco ora, allo stesso modo mi comporto con le donne mie e di tutt'e due ne ho incanto. E sai cosa me ne fa di questa? Sì, la calda tenera voce anche nei rimbrotti, che merito sempre più frequenti, il suo sorriso, gli occhi suoi belli da orientale e poi tutto quello che la fa donna, la mia. Delle altre che conosco, di me assai più giovani, evito l'incontro, ché non ne sembri imbambolato,così esposto al motteggio, a meno che sole non siano alla passeggiata, psicologia indifesa allora, e ne ho dolci conversari. E questa mia subito mi interroga al ritorno e io le rendiconto tutto per tranquillizzarla, ché mi sospetta troppo sensibile al fascino delle pargolette, ché più deluso veder non mi vuole, come triste m'accadde di diventare al rifiuto ancora della brunetta della mia infanzia, incauto avvicinata. E' preoccupazione esagerata, ma io lusingato sono pur dalla sua gelosia, che appunto non si ferma alle donne di oggi, ché non vuol sentire di alcuna altra donna del passato, solo i sogni di te ascolta. Ecco, è di tutte gelosa, ma non che io pensi continuamente a te e se mi chiede da che è nata la mia devozione, cosa alimenta la mia speranza d'amore ricambiato, io le dico il vero. Tu da sempre hai visitato i miei sogni, anche di bambino e lì bambina con me sei stata. E poi che è proprio lei che m'hai detto d'amare per amarti. L'ho fatto? Sono riuscito a vero amare, essendo amato? Voglio tentar per l'eternità tutta, se questa vita non è bastata. E sai lei che fa, più tenera si fa e me ne fa incanto!

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