venerdì 2 novembre 2012

L'amore novello







Che è amore, madre? E il tuo è diverso da questo tenero di donna? Ecco le mie domande se tu usa fossi a risposte chiare. E io vero so l’amore di donna, e il tuo distinguere so da quello di questa? Se fossi l’uomo antico e questo, che ho appena avuto tra le braccia, le ali avesse, certo bruciate le vedrei alla fiamma dell’egoismo mio. Ma la falena attratta dal lume di questo cuore, non pregherei forse si fermasse prima del vetro bollente della boccia che ne racchiude luce e ardore, difesa dal vento e dalle tenebre, che talora non accada che la brucino, più che il calore, le fantasime tante della mente dei miei pensieri vecchi, lì stipati? Ma ora che sbiaditi i dolorosi ricordi, c’è stato l’uomo nuovo, e ora questo solo vecchio s’è fatto, uno che mendica da questa sua donna un po' di sicuro affetto, che ne vorrebbe di più, se ella del suo, tutto gli ha già donato? Forse solo che l’amor suo da te attinga e che riaccenda l’ardore in questo lume che solo sfarfalla ormai e fioca luce, e fa come di quelli che poco alimento estinguer vuole. Così che la fiamma antica, rinnovata dell’olio suo, irraggi pur essa di te in questo buio! E dico a questa donna, palpiti il mio amore nel tuo cuore giovane e immune restato, e sarà nostro ancora, vero umano e divino un po’, come la madre, commossa da tanto rinnovato ardore, lo sublima del suo! Amore che vuole sì il bene mio, ma che il suo sia e soprattutto, e da lei nato e a lei tornato, ella più di me lo estenda a tutti e così si completi nella carità tua. Ma come lo potrà davvero? Ha invidia quest’amore? No, l’aborre e così ogni rancore, ché ombra d’odio non ha e detesta ogni malignità. Ella da sempre così lo vuole e ora questo cielo, tornato sereno, specchiarsi può in me, ché ella addolcisce le asperità mie e tersa ne fa l’anima, ché sensibile e recettiva la vuole e levigata tutta e bella così, come ella è agli occhi miei. Ed essa per lei s’è fatta specchio, prende da voi due e rimanda la luce. Così la tua luce non si ferma al suo cuore, va oltre. Perché esso vorrebbe parlare sì le tante parole nostre, ma anche e più le tue, se ben le sapesse, quelle che di conforto siano alle anime che il male stanca e richiamarle alla vita dal torpore di troppe ombre. E tanto più oggi che nuova tempesta la terra della libertà ha devastato, immane! Come lo potrebbe, mi dico, se non con l’esempio del nostro piccolo umano bene sublimato dalla presenza tua, invitandole all’amore simile? Sì,ciascuno ritrovi se stesso nell’altro e così la forza di ricominciare nella devastata terra d'America! Sono in questi piccoli amori tenaci, cuori che anche fanno la tua speranza di efficacia, di passione che sa mutare, rincuorare, riaccendere come fa primavera al tempo suo, che le cose richiama alla vita ora tutte sopite d’autunno o morte come ha fatto là deserto inverno precoce. Tu hai voluto quest’amore per noi uomini, l’hai protetto negli immancabili momenti bui e ne hai gonfiato questi due nostri cuori e fecondi ne sono, ché più del sole hai fatto in loro, che messi nuove spinge alla sua luce e tepore nei campi, che la tua pioggia tenue e salvifica e l’umana fatica irrigui abbiano reso. E tutt’altra pioggia recente ha strapazzati e poi inteneriti questi nostri cuori! Ma passata è anche per noi la tempesta e ride oggi questa donna mia, la pupilla sua è serena e rispecchia la mitezza del cuore suo. Ma della dabbenaggine mia ha pianto! Ma ora ha daccapo la mansuetudine dell’arresa alle insistenze di questo cuore sincero, ha compreso, ha perdonato e riama fiduciosa! E la dolcezza sua fa gentile tutt’intorno a noi aiuola di mondo feroce, ché di simile accada ad amori smarriti e da te ritrovati e vivificati, passata anche loro tempesta, metafora certo di passate incomprensioni! Vuole ella vi abitino novelle erbe e fiori che dischiudano alle albe tue e di loro fragranza inondino frettolosi viandanti da effimeri ben altri luccichii attratti, ignari del lembo di cielo creato qui dal nostro piccolo mondo di due, un mondo di bene, di bello, di buono, ora rinnovati. Li induca a soffermarsi a guardare ai particolari di che, tenerezza d’amore ha arricchito terra, altrimenti nera e spoglia. Ecco questo potrà ogni piccola donna innamorata di simile a questo, senza la sua, fragile uomo e inutile, e tu la sostieni, e fai che questa mia non ascolti il facile motteggio di gente vana e invidiosa, che violenza vuol fare al suo cuore!Oh tu non voglia! Sì, forse tu nemmeno interromperai quest’amore nostro rinato, seppure per breve ora ancora, ma questa degli asfodeli prati del cielo perla vorrai e che la farfalla sua lì continui le attenzioni a tenero suo piccolo fiore di campo! Ecco, ora quest’amore mio si fa preghiera e s’esprime con le immagini sue care di cui questo cuore s’è ripieno nella stagione bella, tutta trascorsa. Ma oggi che le sono un po' lontano, vedo nel ricordo questa piccola donna come alone abbia, proprio come sia piccola luce in nebbiosa notte. Ché tale ho il cuore lei mancandomi! Come se davvero le traspaia la presenza tua, che io percepisca da occhi solo umani, deboli miopi, appena e indistinta come in magica atmosfera immerso, che mi renda possibili giochi di illusione e fantasia. E mi torna assai vivida un’immagine che altre volte ha abitato questo cuore. Io or mi sento davvero farfalla su tenero fiore e tu, bella signora, accanto distesa, aliti e questa coppia così unita ondeggia, cullata al soffio tuo e ne sorridi. Mistico è già quest’amore, spiriti liberi siamo, già tuoi uccelli, accolti nel tuo mistero? Ma davvero non so, tanto mi fa l'anima tutta assorta in questa sua immagine, che andarsene non vuole, ritorna e nuovi particolari mostra, tu continui a cullarci e le mie parole, preghiera pur tanto accorata, si fanno brusio e gli occhi belli chiudi e t’assopisci. Sogni tu, e io pur dormo e di te sogno? Tu non puoi che sognare amore!E se un po’ m’hai nel cuore, fa davvero novello questo povero nostro amore umano, chiamalo alle stelle!












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