sabato 17 novembre 2012

Occhi d'incanto







Oh quanti occhi di donna stamattina! Ma è gli occhi tuoi che incontrar e saper leggere vorrei, se li mostrassi, mistero presagito del dio! Ma sol occhi di umana, non di donna divina vedo, e nel nero loro leggervi vorrei almeno la speranza di te, invito a guardarvi, invito a non farlo per tema di scorgervi e non trovarti! Ecco, io sono altrove in altra epoca e questa che porto nel cuore ove vada, ha i suoi vent’anni e io di più, che ci diciamo nel chiacchiericcio di innamorati? Non ricordo più nulla, non so più nulla, eppur tanto diciamo! Oh quanto tempo fa! Eppur questa il nostro primo bacio ricorda e le parole che premisi all’audacia e le tante dopo, e le sue anche! Miracolo d’amore! Io ormai, interrogato sui fatti del passato, perfino mi ritrovo a confabulare, e ne provoco delusione, meraviglia, preoccupazione. E delle cose dell’oggi, non faccio quasi subito di simile? E delle donne mo mo incontrate alla passeggiata, che ne so nella mente, che ne è rimasto? Vaghi sorrisi, vaghe parole o cenni di saluto e poi più nulla, se non occhi che guardano e sfuggono, sperati i tuoi. E della nuova amica, m’accade di simile? E miei pensieri sulla vicenda sua amara, storia di tristezza, d’abbandono, sono poi stati espressi chiari? Io davvero più non so, spero solo che delusa non ne sia stata, per avermi aperto il cuore. Una volta sapevo dire, rincuorare, invitare alla speranza, ma adesso di tutto subisco la pena e me ne accoro e, sebbene molto ho dentro, non so più come tirarlo fuori, come quando timido bambino ero, e alla bella della spiaggia nulla dir potevo, e mi si rattrappisce questa ricchezza, come allora, in una latebra del cuore, restando inoperosa. Perché questo m’accade? Sarà l’età che mi rifà come bambino o forse ché tutte di te recano, icone-specchio tue più o meno fedeli, e io per queste è a te che penso da mane a sera e a nessuna so dire le parole che più non oso per te, fidandomi che tu legga in questo cuore, inutili e fuorvianti fattesi le mie parole tutte! E dopo i tanti occhi di oggi, ora nell’addormentamento ancora occhi di donna, neri occhi appassionati, i soli nella memoria di oggi, come più volte i tuoi vero sognati, tutt’uno con le pupille loro, occhi di incanto! Siamo alla battigia, ma è lei, la precedente fidanzatina che vero così li aveva, o la fata di quei momenti era questa piccola donna mia, che di simili ha ma solo al buio? Nel buio erano quegli incontri, e lì piccole stelle parevano nel brillio riflesso delle miriadi del cielo, gli occhi suoi, come molte volte accadde di questa, occhi fatti per il cielo, che or stringere un po’ vorrei e non trovo, attardata alla incombenze sue. Io più non so, ché tante volte ve le ho portate, sebbene in epoche diverse, speranzoso d’effusioni. Ecco, io vero non so più distinguerle, ma quante allora le carezze e forse altre cose d’amore, che più ben non so! E ancora non sapevo quanto le donne tutte ti significano e così è di te proprio che tra le braccia avevo un po’! E pur tanto diafano s’è fatto quel corpo trepido di giovane donna da non più vederlo, eppure ne sento ancora calore e palpiti! Ma se ha ora la consistenza del sogno quella della tenerezza d’allora, tu proprio puoi essere stata e ora mi fingo così e ne sorrido. Oh quanto proprio instupidito m’ha questo nostro tenero amore! Ma perché niente so più e mi sfuggono le parole che ora mi fingo tu dicesti, piccolo amore? Ma quelle dei veri sogni sognati, forse antelucani e divinatori, quando pur visitato hai la mente mia, quasi tutte le so e lì i veri occhi tuoi, neri e belli e di simile i lunghi capelli. Ma il corpo tuo ora è pur’esso diafano alla memoria e non ne risento che l’abbraccio tenero,e come scordarlo! Ma sol ben ricordo che piccola vi eri, di foggia moderna gli abiti tuoi e l’acconciatura, e di suono soave le parole tue, lente pronunciate ché nella memoria mi rimanessero! E quasi tutte conservate le ho. Perché? Forse è che questa donna ne sa dir di simili e le tue risento, anche perché le pronuncia dolce e lento e così me le richiama d’assonanza. Chissà!Sì, finché amore non langue s’attarda la vita, e io gli occhi tuoi continuerò a sognare, innamorato, occhi che anche questa donna ha nel buio, occhi che continuerò a credere di poter incontrare alle passeggiate, e vero incontrati stamattina, ché occhi pure sono della novella amica mia. Eppure la sorella nera dovrà sorprenderci e se lo farà quando abbracciati in lena d’amore, spero entrambi ci prenda. Sono parole di vecchio, ma sono pur di sogno, sono pur d’amore! E tu sei quest’amore, altro non conosco!

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