giovedì 15 novembre 2012

Oggi nel bosco







Tace oggi il bosco in molte presenze sue, ma al vento da orto pur stormiscono le frasche antiche e ondeggiando i grandi alberi, scrollano le cime loro, disperdendo le ultime caduche foglie. Ma sui rami spogli nuove sembrano mo mo nate, ché frotte di ultimi gruccioni, vocianti a questi raduni, prima del loro tardivo volo verso il sud più caldo, qui tentati ancor sono di indugio, attardati nel chiacchiericcio come in oasi pellegrini. Ma ad occaso di questo promontorio, v’è bonaccia e qui rare bianche farfalle potresti ancora vedere su essenze di erica e rosmarino andar con vago volo or su questa, poi su quella delle infiorescenze loro. E non sarebbe che cuor gentile solleticato non possa esserne ché altre lusinghe maliose alla sensibilità sua ne vengono da fargli incanto. Ecco, la piccola blatta vedresti alle opere sue intenta, e là limaccia attardarsi sui funghi e più in là vistoso colorati bombi, ancora far burberi brontolii alle stesse essenze occupati. E ancora tarde formiche qui o lì ancora semi cercare, disperse dalla recente pioggia le lunghe loro teorie. Sì, mai troppi i semi stipati, ché pur verrà inverno! E tutto a me fa tenerezza, anzi amore, come brama di palpitare armonioso mi prenda con le cose tutte di qui sol apparente sopite in questo strano tiepido tardo autunno. E sol ora ben so come chi senta carità e la fa, cammini in umiltà tra creature tutte sorelle e peregrine tutte, ché dura è loro questa terra. Sì, è solo d’amore assetata l’universa vita ed esso invilisce se non diventa energia, insterilisce se non volto al bene delle creature tutte, tutte coinvolte e tutte da te amate, volute da te alla vita. E solo l’amore è potenza restauratrice o conservatrice, mentre il formalismo morale dei novelli sofi tu via spazzerai se non brucia amore nei cuori con rinata fiamma. Sì, “ fides sine operibus mortua”. Amore comandi per l’uomo e per le creature tutte, che cose non sono, non sono senz’anima, perché sanno chi o che amare. Prima, ripeti ai cuori duri, i piccoli e i deboli, i miseri tutti e i minacciati dalla cupidigia. Le creature lo sono, l’uomo lo è nella precarietà sua, e i piccoli suoi di più! Occorre far sangue, vita della tua volontà d’amore, ché di sangue vive la vita e senza amore non v’è vita! E che di me, madre, che fin qui attardato mi son d’egoismo? Fa il pensiero mio realtà e non lasciarmi più a lungo sofo acchiappanuvole! Scioglimi in umana simpatia verso tutti e tutto, ché la tua sola verità m’urge, quella che mi sveli nell’amore. E questo mio piccolo amore è tutta la comprensione che ho di te. Oh quanto ho voluto piccola donna da amare e se vero è che data me l’hai, lasciamela ancora, ché quasi di turgida giovinezza novella ancora più e più l’ami. Finché vita mi lasci e oltre, “amor vita vitae ”.

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