mercoledì 14 novembre 2012

Un frettoloso rientro







Tranquillo è oggi il mare dabbasso sotto chiaro cielo e pigre onde s’adagiano alla battigia e così delusi pensieri fanno alla mente mia, stanchi. Ma come quelle fan di sé dolce carezza alla rena, così forse di simile le parole mie dolce suonano al cuore tuo. Ma quanto farebbe a me parola tua! E io neppure fiatarne vorrei l’attesa, improbabile la risposta, ché le pazienti parole pur languono senza palese riscontro d’ascolto. Son ora quasi senza più motto ai tuoi piedi e certo ancora m’illudo se, trepide, le pupille mie si levano a cercar le tue, ma si sperde lo sguardo in tanta immensità di cristallino cielo e m’abbaglia l’intensa luce. Non mi resta che questo cuore e l’abbandono a cercar i palpiti del tuo, cui rispondere all’unisono. Ma di te nulla! E sento farsi miseria tutti i sogni miei e la mente languirmi accasciata, ché né le tante verità pur apprese ricorda, né certezze più ha. O quanto pur buio mi serra questo cuore e vi fanno angoscia gli sparuti ricordi del passato con le difalte sue e arido avverto questo presente e scuro l’avvenire! Tanto può la solitudine! Ecco se mai ancora richiami tuoi appassionati a questo cuore saranno, l’anima mia rigenererà per te, ma se ucciso il silenzio tuo me l’ha, ti prego lasciami morirne, più non guardarmi! Ho in questo cuore stipato tanto amore e assetata ne è la donna mia, ma senza il tuo che le dirò, che la farà sognare ancora? Oh quanto son solo e disperato! M’avessero distratto da te e da lei languidi occhi di donna, sorriso di saluto, dolci vaghezze d’amica incontrata, ella percorrendo gli stessi sentieri per la meta sua, saprei che m’ha incantato e la mia preghiera ora riprenderei accorata, ma fiacchi e cupi questi pensieri tutti vogliono farsi e rattrappita tutta ne ho l’anima, in una latebra nascosta. Devo tornare alla mia donna, mai quello che dico è per lei superfluo, senza importanza e se la chiamassi con un pretesto, miracolo della modernità,dolce suono ne verrebbe così dalle parole sue, ché tenera e attenta si farebbe alle mie. Devo tornare! E le onde dabbasso pigre s’adagiano e io a questa risoluzione meno triste sono, ché sciocchezza le dirò a giustificare al brevità della passeggiata d’oggi, non ho trovato amici e m’è presa noia, ecco così. E intanto ancora guardo dabbasso e tristi onde s’adagiano, significano qui l’assenza tua, ma tu a breve parlerai le sue parole e sorriderai il suo sorriso!

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