martedì 5 agosto 2014

Digressione di sogni



Digressione di sogni


Oh quanto vorrei tornasse quel sogno d'amore, in cui ti rividi ragazza, lunghi i capelli castani con qui e là insistenza d'un colore più chiaro, come soffusi di biondo! E il vento che vi indugiava amoroso, lieve agitandoli e il sole che ti faceva aureola d'oro, come se di visione mistica si trattasse e tu mi significassi quella del cielo. E mattino era e la marina lontana tutta brillava e tu calma parlavi una lingua che però non capivo. Ma ondulate erano le parole, suadenti e il suono loro faceva più incanto! Forse è così che ti ricorderò, spento il mio mondo di qui, nella mia attesa trepidante là nel luogo del solo amore, che la mia fantasia accesa colloca tra le stelle. Lì la madre verrà a deliziarci del sorriso suo e il figlio suo altre parabole simili a quelle che diceva in vita dirà, soave soave, per prepararci alla nuova vita tra gli angeli suoi...





Ecco, qui l'anima mia, sempre bambina rimasta, si ciba di simili favole e non di virtù che certo non ha, né vorrebbe se quelle le mancassero. E tu in esse sempre sei, o protagonista o piccolo fiore atteso e bianco, anche ignorata l'aiuola da dove tu possa spuntare. Da te spesso viene rimprovero di star dietro a cose del passato, di quando tu non v'eri, brulla e nera la terra prima che da essa nascessi..., ma quelle donne, quei fiori allora protagonisti, mi piace vederle anticipatrici tue, come m'avessero sempre detto, coscienti dell'inadeguatezza loro, Ecco verrà la giusta che t'appagherà! Non voglio vederle come occasioni di tristezza, responsabili con me di sogni caduti, che però poi coagularono in quel che ancora dura bello con te. Quello senza te è piuttosto un tempo da recuperare alla memoria, anche se può sembrare stranezza, vaghezza tentare di disegnarti con le fattezze di altre, ma si fonda sulla certezza che in tutte ben essere dovevi. Perché? È coerente con la fede che abbiamo in una vita ridonata in cui tutto sarà ripresentato in un presente eterno, per essere rivissuto e perdonare talvolta o più spesso dover chiedere perdono...Insomma io non rivivo il passato, deluso dal presente, ma occorre che lo riveda preludio della vita con te, quella di ora e quella di dopo. Mi accade qualcosa di simile a quanto m'accadrà tra le stelle, quando starò ad attenderti, lì la certezza che avverrà quel che sogno, riunirmi a te, qui ora il tentativo di pensare la mia vita uno stesso unico sogno, prima d'attesa di un appena accennato, vago te, perciò nell'incertezza di persona non ben delineata, poi realmente vissuto, e dopo, nel luogo del solo amore, d'attesa ancora, certa però nell'esito suo. Io non so dirtelo meglio e davvero poco m'importa di svelarmi come inguaribile ingenuo rimasto, uno che svegliarsi non ha mai voluto dal sogno che viver gli hai fatto, per affacciarsi a una realtà dura spesso e ingrata. Però rimango anche ora alla scommessa pascaliana, perdere nulla contro l'aver tutto. E tu sei il mio tutto. Se non potessi ancora averti, meglio il nulla! E allora voglio vederti presente da sempre, e forse solo povera illusione me lo permette per i tempi lontani, ma credimi è dolce pensarti come sempre stata per me solo. E se vero, piacendo alla padrona delle stelle, quest'amore continuerà là dove ella vive, avrò continuità nella gioia, recuperato ad essa anche il lontano deludente passato. Allora lascia ti veda così, chioma fluente, occhi da sospiro...

Nessun commento:

Posta un commento