domenica 5 maggio 2013

Quando amor falla







Ecco, un mistero aleggia in tutte le cose e gli uomini spinge a porsi problemi, cui cercar risposte sempre più adeguate. Si interroga sempre daccapo la natura, si vagliano le risposte già date, parole chiare e soddisfacenti non si trovano, e “naturalia” suscitano nuove congetture, e come fanno gli “arcana dei”, celate rimangono. Presto ci si accorge che la radicalità di certi giudizi sconsolati dello stare al mondo, come il “nihil sub sole novum” dell'autore biblico e il “nil admirari” del nostro Orazio, sono solo semplificazioni amare, accettate da chi la vita ha fortemente deluso. C'è molto che dà motivo di speranza, oltre al goder delle piccole cose belle e buone che la vita offre, su cui i due autori convengono. E che? L'amore, credo. E se manca, le piccole gioie, che danno le cose in natura, vi suppliscono. Perché? A chi le sa guardare senza preconcetto e superficialità, non sono scontate e ripetitive, non sono tristi nella noia che suscitano sempre uguali, ma hanno del degno del nostro interesse, e la curiosità che generano è premessa a vero godimento dell'anima. Ecco un piccolo toporagno. Immane fatica fa lungo la scarpata il cui terriccio frana sotto le sue zampette, che inutile agita, per forse riguadagnare della tana la sicurezza e la pace. Lo prendo e quello inutile protesta agitandosi tutto, pensandosi vittima di un animale da preda. Mai ho visto di più minuscolo bello, mai ho avvertito di più morbido! E, madre, ti ringrazio per avermelo consentito, poi lo adagio sull'erba e lui va. Ecco, godere di questi fatti, saper che nelle cose e dalle cose, si può avere motivo e occasione di sentirsi sereni e spesso felici, per uno spirito semplice, può divenir l'ultimo rifugio, se l'amore umano lui trascura o esonera come talvolta fa, ingiusto. Ma è anche l'ultima possibilità per te d'amarlo. Tu principalmente ami attraverso noi, se e quando altri amiamo. Ma l'amore vero è raro quanto è sublime, parvenze, luccichii se ne hanno e spesso, vanito precoce, ne restano solo vestigia. Talvolta esso non può andare oltre l'intenzione espressa o taciuta, perché circostanze, contingenze, psicologia avversa, vi fan barriera. E nello speciale rapporto di amicizia tra esseri complementari, l'andar più oltre talora sconsigliano considerazioni di opportunità, come quella che barriera fa una notevole differenza d'età. Allora l'amore va auspicato per l'altro e una possibilità insospettata si ha nell'imitare l'amor tuo. Tu spessissimo ami per quello che persona può offrire ad altra, molto o poco, ché ami attraverso cuore umano, generoso o geloso del suo. Così se di giovane donna si gode confidenza è meglio dal proprio cuore dirle, Se qualcuno t'ama è per me come amarti, ché il bene tuo desidero. Perché? Forse non è bene che gentilezza sia per tutt'altro scambiata, e scada nel ridicolo. Ecco così proprio, oggi mi sono candidato a imitarti! Ma cos'è il più che si può fare? Vi sono qui derelitti che l'amore umano neglige, allora, e valgono per tuoi, piccole attenzioni e gesti di opportuna cortesia entrano a far un po' di luce, come parvenza d'amore, in quel mondo di solitudine. E poi che resta? L'amore di un piccolo fedele animale, l'afflato delle cose tutte, come queste di primavera, fiori, farfalle, uccelli. Perché? Io stesso, che son fortunato e amar mi puoi per cuore di piccola donna interposta, ne godo. Poi il nulla! Oh onnipotente proprio non sei! Non filtra per lo spessore del male l'amor tuo e tutti non raggiunge, anche tu sei nella solitudine, manchi di molte risposte e solo ne sospiri!

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