domenica 12 maggio 2013

Le tue parole







Quanto son belle le tue parole, son d'amore sempre nelle favole che mi racconti o taci! Ma me ne dicono gli occhi tuoi, supplendo alla ritrosia tua d'eterna timida innamorata. Fan esse carola con i pensieri miei che cerco degni per la fata del cielo. Salgono con essi vaporose e lente come nebbiolina che il primo sole sollevi dai bagnati dopo pioggerella, in questo tempo di primavera. E io mi ci smarrisco di felicità e ne sospiro nostalgico quando ti sono lontano. Che fai quando solo il mio cuore continua a vederti? Che pensi tutta intenta a piccoli mestieri nell'orto? Che dici alle gallinelle tue quando le pasturi con mistura sapiente o con foglie di lattuga di cui sono insaziabili? E che ti dice di meraviglia il cuore quando, rovistando la stia, vi trovi più uova? Io so che far la contadinella ti fa felice e io t'aiuto nelle colture di stagione se qualche compito me ne affidi. Sta trascorrendo così questa nostra ultima età. Serena ne sembri e non più tanto ansiosa delle bizze del mio cuore, che al buon medico che il figlio tuo è diventato, affidi. E io alla passeggiata tra le variopinte essenze di novelle fragranze ti penso, e prego. E qui al cuore, che cantar vuole dolce canzone d'amore, fan bordone uccelletti amorosi all'arte loro intenti. E c'è volo di farfalle vaghe che andar potresti vedere di fiore in fiore, dopo che se ne sono allontanati i brontoloni bombi, che rovistano tra le loro corolle. E' un mondo incantato non meno ameno del tuo. Tu al mio ritorno saper vorrai di ben altri incontri e di lor facezie per amiche in cui mi imbatto, che qui lor cani conducono. Ma te solo vedo nelle altre tutte e faccio come a te parlassi. E così accade che qualcuna sorrida a quel che sempre ancor per te fingo e invento. Ma poi quelle, benché tentino dolcezza dalla loro giovane età, le tue parole non hanno e capisco che è tempo che torni a te e agli occhi tuoi che accompagnano dolce quel che dici al mio cuore. Che farò quando, seppure per brev'ora, ne sarò privo tra le stelle?


Ecco, è appena giunta Argo, la nave che ne porta novelli al labirinto delle stelle e io la mia Arianna più non ho! Che sarà quando la bella donna che qui regna vedrò? Forse parlarmi vorrà con le tue stesse parole, e il tono della sua voce sarà come il tuo caldo e dolce, e le rideranno gli occhi belli come i tuoi.


Anche così faceva nei sogni che la bontà sua talvolta mi regalava dabbasso alle bassure del mondo in cui or lasciata t'ho. E assai bella vi era, cereo il viso, nell'abito suo candido. Questo continuerò a dirti per i miei fortunati incontri con la bella innamorata del cielo. Ma fuor di metafora, vero vorrei che vedendola in sogno, come la mente mia la vede, te ne innamorassi più ancora, come io lo sono. Capiresti come ti renderà bella agli occhi miei avidi, quando tutta per sé t'avrà nel cuore. Assai piccola cosa è l'amor mio per te, briciola di quello promesso che le dovrei attraverso la tua persona dolce, ma un giorno le parlerò, parlandoti, con parole simili a quelle sue che tu m'anticipi qui in questa nostalgia del suo cielo!

Nessun commento:

Posta un commento