sabato 25 maggio 2013

Credere











C'è un dio? Io davvero ne ho solo tenace speranza, ma talora anche onesta certezza. Come un barlume, una piccola luce che non riesco a dire. Penso se ne possa avere un credo, e sfumature dello stesso, diverse nella stessa retta fede. Questa qual'è? E' quella che dall'amore solo è misurata, non vuole altro criterio. Se ho amore posso dire, Ecco, questo mio povero stare qui, soffrire, amare fonda la mia speranza, e avere questa è la mia fede. E ogni altra cosa mi fa buio. Sì, un solo dio ci deve essere e so che è dio d'amore! Posso con sicurezza dire che ogni altra affermazione è congettura, fondata nel mito ed è fuorviante. Egli è chi tutti ama, e non è altrimenti! Ma ci hanno detto, egli ha parlato, si è manifestato, svelato. Ma lo ha fatto sempre come amore, ogni altro credere è umana congettura, mitica appunto. Ma nessuno può dire io sono nel vero, tu nel buio e noia ho dal tuo dire. Solo se ho l'amore, il solo vero possibile, che viene dal dio, o per lo scettico ne è solo illusione, dirò al fratello, Ama tu pure e forse così il dio c'è davvero e lo vedremo. Noi cristiani da duemila anni crediamo che il cristo sia stato in un'epoca precisa manifestazione del dio. Sì, il dio è venuto tra la sua umanità, visto in forma umana, come comune uomo. Altri uomini gli hanno causato sofferenze indicibili e ne è morto. Risorto, è rimasto in forma d'uomo a garanzia del destino degli uomini buoni, tutti! Dov'è ora? In chi soffre da questo mondo brutto. Altri pensa, io sono tra questi, che la madre sua stessa il dio significhi e manifesti, ora di simile nascosta pur ella. E il nostro sacerdote che consacra il pane e il vino, simboli viventi del dio, che ce ne fanno la prossimità, il sacramento, sa che quella stessa è la carne e il sangue della madre sua. Complicata forse la teologia, ma non per chi ha fede nella speranza d'amore ricambiato, se non dagli uomini, sicuro dal dio. Questa speranza la fede nostra è. Ma perché il dio è diventato uomo? Cur deus homo? Forse per dirci che stare dalla retta parte è amare sempre, anche e soprattutto i nemici. E' cosa inaudita da santi! Ebbene egli chiede, pretende questo, che ci facciamo santi. Solo così saremo suoi fino alla morte e oltre. Quanto è stolto chi oggi non ama, vuole il male con gli orrori suoi! Ecco a Londra l'orrore, un innocente trucidato, dicono i più. Altri giustificano l'orrore con la legge del taglione, così gli autori di quel misfatto. Questa un senso aveva nella barbarie, per limitare la vendetta dell'offeso nel tempo antico, prima che il dio dicesse, Io solo sono l'amore! Allora pensare così è regressione, nuova barbarie, perdere la speranza, la fede nel dio. Io sono sicuro che gli eredi autentici del profeta Maometto aborriscano questo che è e rimane delitto, atto ingiusto, dettato, venuto da barbarie appunto. I maomettani veri hanno concezione pura del solo dio, altissima! A noi chi lo ha manifestato ha detto di perdonare, anzi amare chi vuol esserci nemico. Ne ha testimoniato la necessità fino alla morte di croce! Ogni altro atteggiamento è ingiustificato per il dio, ci allontana da lui, fa che qui prevalga il male e pesante diventi l'assenza sua apparente, ché ricacciato nel mito così ne viene. Solo se amo ho speranza d'amore e forse già tra le braccia sto della madre sua dolcissima. Altro non so. Dico, Ecco le donne tutte sono icone della donna celeste. Qualcuna è di più, ne è specchio, ché quella fa per amore ciò che ella fa. Avere tra le braccia una tal donna è già l'amore in terra, quello trasmesso dal solo dio? Sì, è toccare l'amore, così forse avere piccola luce, un po' più della mera speranza che vero il dio sia. E io, che ho simile fortuna, altro non so!

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