Una morte sempre accora. Oggi Mariangela è morta. Tutti
sentiamo che perdiamo qualcosa in ogni morte, ma più lo fa la perdita di una
bella persona, una che assommava fascino e arte, e ci sentiamo veramente
diminuiti e un nuovo grigio s’aggiunge a questo cielo, oggi già tutto un
grigiore. E più caduco, in frettolosa provvisorietà e precarietà, sentiamo
questo mondo, supporto a tutte le nostre fuggevoli illusioni. Ma che è poi
questo qui stare? Non un bene, nessun bene! Ma forse da qui parte la via al
bene, a te, bella signora delle lucciole. Ed è certo oggettivo il male, fa dura
e contorta questa via, ed erta, e il bene, se v’è, resta quasi sempre al di là
del vissuto, del conseguibile, come speranza, sogno, null'altro. Occorre
coraggio a dirlo? Certo onestà nel riferire, non nascondere l’evidente e non
velarlo d’illusione. Tutte svaniscono, prima o poi! E poi questa realtà
interiore, che ci attanaglia, ci frena, è di per sé soma, fardello. Quella
innegabile, che fa dire a un tuo santo che è essa che sceglier ci fa un valore,
un bene inferiore, nella gerarchia o piramide di tutti i valori, e anche che essa
fa di per sé l’eredità d’Adamo, la propensione al peccato, all’allontanamento
da te, l’andar dall’altra parte, verso il male, la morte dell’anima. Sì, il
male morale s’aggiunge anche così, da dentro, vivessimo pure appena, e una vita
piatta, mediocre, senza sentore d’eroismo, senza clamori, esso sempre insidia,
è d’inciampo alla serenità che par dovuta, al desiderio di non far danni né
subirli, infondo alla pace. E certo viene da tutti, dal dover viver con gli
altri, e da noi stessi anche, e da dentro appunto. Ma non è tutto qui, non è
solo questo. C’è invero qualcosa, e lo crediamo qualcuno. E’ mito, è verità, uno
solo che assomma in sé le paure nostre tutte? So che è, che c’è, è qui, là,
prima, ora, appena dopo. Lascia cadano le aspirazioni più sante, languiscano
sogni e speranze in una realtà che par far tutta d’angoscia. E se via è questa
al bene, vero ci sei al termine suo, dopo tanto buio e brutture, e non ancora
quel qualcuno? Oh meglio il nulla! Ma forse non è davvero solo tutto favola? Qualcuno
la racconta, leggendola da un libro di storie belle e brutte, per gli eterni
bambini che in fondo restiamo! Ecco, qualcuno anche dice, c’è positività nel
male stesso, una forza motrice, una molla propulsiva al superamento, una legge,
un principio che fa sì esistere qualcosa d’avverso, ma da superare, vincere, e
ne dà volontà e mezzi. E vincere è bello e la lotta che vince è bella! Pensar
così la vita dà coraggio, spinge all’ottimismo, è certo positività. Ma non è forse
anche illusione? Ecco barbarie e prevaricazione esistono, la contumelia
dell’orgoglioso opprime, l’errore è ora e da sempre, come in agguato, appena
dopo il sicuro, appena oltre il certo, doloroso come sempre, e la pena e il
dolore, morale e fisico, non spariscono! E sarà per tutti, la malattia, la
solitudine, la morte, come oggi per questa nostra compagna in questa via tortuosa
al bene, che lasciato ha in tutti ricordo di grazia e bellezza. E peserà su
questo destino che nessuno esonera, l’aver dovuto vivere nella mediocrità,
nell’ignoranza, nel bisogno, nella disperazione, nella fame, come a moltissimi
oggi accade. E questo fa il grigio, di più, fa il buio dell’esistenza. Sì,
attanaglia, caccia via la voglia di rimanere e lottare, perché s’attenua,
piccola si fa la speranza del bene, di te, e questa realtà pur sempre resta
enigma, grigiore, buio appunto! Vedremo mai solo la tua luce e le stelle, che
certo ci sono sopra a tanto velato cielo? E intanto stiamo in un dove, in un quando,
in un tempo, in un mondo che appiattir tutto vuole, bellezza e deficienza,
bontà e bruttura, giudizio e insipienza, sogno e follia. Ma, fortuna, c’è anche
l’amore! Amore di donna!
E sento oggi che questo cielo, che s’apre al fine, ed io
innamorati siamo delle stesse donne, una c’è, una con te m’aspetta tra le
stelle!
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