lunedì 14 gennaio 2013

Come amare?







Ma poi perché parlo sempre d’amore? Forse perché, vero raggiunto l’avessi, viver ne vorrei in un eterno presente e poterlo re-iniziare a piacimento, come nel gioco di bambini, e dire alle mie sospirate due donne, facciamo tu eri e tu ancora quest’altra ed io ero così. Ma come? Sì,innamorato e non saperlo, amato già e nemmeno pensarlo possibile! Oh quanto invero è bello pensarti,donna di quest’azzurro, e ti penso! E’ bello pregarti, e ti prego! Ma assai più bello sarebbe vero amarti, e non so! Bella sei e preziosa per questo cuore, ma esso con gli occhi suoi vederti vorrebbe, e non ti vede, e se gli sorridi non sa! E attento sta, non requie ha, vuole, ma quel che vuole non raggiunge, parla, dice, ma sa una parola sola vera, magica, che farti tenerezza dovrebbe, amore! E te la ripete ossessivo, ma solo eco di questa richiesta gli fan le cose di qui, ma forse non tutte, ché piccolo fiore v’è e suo si dice! O come bambini vero fossimo e nel linguaggio loro immaginifico potergli dire, facciamo finta tu mio eri, piccolo fiore di questo prato! Sì, inutili ormai le altre parole tutte, quelle che dir si possono a donne innamorate nelle lusinghe, che anche fan prologo all’amore qui, e se qualcuna esso sapeva, ecco, le ha tutte scordate, e vero daccapo può fare come cuore ignaro di bambino! E perché lo può? Ancora esso la morte non teme e sa che nella misura dell’amore il timore ne svanisce, ma avverte difetto d’amore da te e per te, e sente il gelo della carenza sua. Sì, non ha più gioia senza te, vita sua, e tu non parli, non dici quel che vorrebbe. E che? La parola che per primo ti dice! Null’altro! Amore! Dilla! O muta sei o ti sei fatta per me solo, stella del cielo? Sì, amore digli già qui, già ora, quello che gli insegnerai ad essere per te, quando alle lucciole tue verrà. Per donna di qui si impara forse ad amarla, amandola, ma amar te che è? Vacillano le analogie e a poco serve saper che donna terrena sei stata. Ecco forse l’amor tuo sublime è non distinguermi dal figlio tuo, e io tento l’imitazione, questa piccola donna amando, ma temo di farne un idolo o che già lo sia, non distinguendola più da te. E poi so davvero come donna di qui si può e si deve amare per vicariante amore? Ma puoi dirmi tu se vero e quanto l’amo e se è poco o molto anche per te, l’amore trasmesso? Tu, che m’hai detto, amala per amarmi! Ne ho fatto l’icona tua più preziosa, e vero così la sento, la dico tuo specchio, se ella sorride, è ché tu lo stai facendo, se ella triste è, se mi rimbrotta, sei tu che lo sei e lo fai! Ma m’accorgo che nemmeno so come amarla anche come semplice donna di qui. Io non so d’amore, ecco, sono bambino! E passa il tempo dell’amore terreno, ma ecco, questa mi dice, t’amo più di quanto ami me stessa. E’ segreto svelato, è novità d’amore! O riuscissi a dirle di simile, riuscissi a dirtelo, ma anchilosato m’ha più che l’egoismo, la stupidità, ché stupido è l’orgoglio del maschio che teme di balbettare amore a chi per prima gli dice amore. E allora più pusillanime esser non voglio, io vi balbetto come lo farebbe bambino, amore! Cento, mille volte ancora questa parola, dirò. Preghiera per te, dono per lei, ma invito a perdonarmi, per entrambe, di non avervi saputo amare. Quanto? Più del desiderio vostro! Sarebbe questa la misura giusta, traboccante, scossa, la dovuta risposta d’amore! E voglio dirla, gridarla, la risposta per quest’amore, ché so che in questo cuore tacere l’amore, è invitarvi la morte. Lo nutre, gli dà vita l’amore, null’altro lo può, vive d’amore, del tuo, donna del cielo, del suo parvo al confronto, ma tenace come solo può farlo esistere, donna innamorata di qui, e così vi spero tutt’e due, innamorate! E’ folle questo mio cuore, vuole geloso l’amore. Sì, se così non fosse, tutto, esclusivo per me solo, ne sarebbe subito vittoriosa la morte. Ma esso non sa ricambiarlo, non almeno nella misura del bene che ne riceve. Ma semplice e piccolo è questo cuor di bambino, subito si stipa e più contenerne non può, ne trabocca! E si accorge di non dar del suo, ma ridar del ricevuto. Che aggiunger vi può, se non il desiderio che vi raggiunga? Così torna là da dove è venuto l’amore, anzi come accresciuto nella risposta, sicché quel cuore da cui partito è, se ne ritrova arricchito! E piccola cosa da insipiente cuore, ecco, forse fa gioia per l’altro. E ver’è che faccio la vostra gioia, piccole, grandi donne della vita mia? Ditemi di sì, solo così saprò di aver vissuto, gioia ho ricevuto, piccola o grande ho saputo dare!

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