martedì 2 ottobre 2012

Lucciola del cuore


Quando fumiga il male dai fondi corrotti delle sue dimore, in cui tenta di relegarlo l'amore, la vista del cuore s'annebbia e ne perde, ne soffre, la tua verità, l'evidenza sua venendo meno. E il desiderio d'amor puro, quello che sincero l'ha cercata, e così t'ha trovata, sente che gli sfugge e tutto disorientato ne resta nella delusione sua. E forse ascolta l'anima il gemere tuo per la perdita sua, ma le pupille sue sono offuscate e nulla di te veder possono. Forse è vicina, forse s'è relegata lontana, si ripete ansiosa, e nessuno può aiutarla, ché la verità si testimonierebbe da sola a chi l'ama, ma l'amore per te s'è annichilito! Tanto può la cattiveria, che più esprime il male, quella di qui, che nessuno esenta dalle conseguenze sue, e le parole sue, blaterate senza vergogna, restano nube greve da far impura tutta l'aria e non se ne respira che morte e non solo la spirituale. Carenza, falta di respiro mi fa, di vita, di sogno, di te, e perdo il coraggio di sopravvivere qui. Non ne ho più la volontà, so che il sole c'è più in alto, tu ci sei,ma quelli di qui non si arrenderebbero, ostinati d'egoismo, avidi del denaro che lo nutre, neppure alla luce sua e m'attaccano la malattia loro, la sfiducia nelle cose celesti. Sì, circondato sono da testardi maligni, che l'amor tuo negano in una ostilità preconcetta e la vacua vanità dell'ignoranza del bene, va pettoruta delle banalità sue, spacciate per distillato di umana sapienza. E qui però non molti gli ignoranti di quella sapienza, dico quelli che invece creder vogliono alla possibilità dell'amore e della gioia che ne viene! Ed è una dicotomia questo mondo, ma pochi gli accaparratori di successo, molti i diseredati, i falliti nella scalata alla fortuna. Ma i fortunati sì parlano, ma non dicono nulla, non significano nulla, eppure fanno strapotere, o meglio lo fanno i mezzi loro, quello del gregge dei furbi gaudenti di qui, sempre novelli porci d'Epicuro! Spadroneggiano sui più, li illudono, ma raro li accolgono nella cerchia loro, qui non solo quasi sempre si resta poveri se poveri, ma negate sono molte possibilità di felicità, questo è un mondo ingiusto, e disponibile sempre, elargito a mani piene dal male, è il dolore e le lacrime sue. E quelli della ricchezza e del piacere che ne sanno ricavare, sempre sfruttano i meno fortunati che ne restano gabbati e i gusci di lor valve aperte depredate del succoso contenuto, sono da gettar via. Sì, vero tali le persone usate, son come morte, il meglio di sé perduto! E io sono impotente di fronte a tanto strazio, ché è difficile aiutare chi s'è illuso dei luccichii, sperando tra gli ilari di venir accolto. E si ripetono, è quella la vita vera, è lì la felicità, la luce e il caldo suo e per poco ci son sfuggiti! E così pensando, è vero che fuori da quel mondo negato, ma quasi sempre giudicato mancato per poco, ci sono solo amarezze, disagi, buio e freddo, tanto freddo. Ecco io non so come mostrarti a gente così ridotta, persa nel rimpianto di quanto appena sfiorato, ma invero proibito, non potuto raggiungere per difalta di chi già ne godeva. Servirebbe una favola più bella, allettante, e che facile abbia l'ingresso nel mondo suo, e non so trovarla! E io stesso dovrei raccontarmela, ché sono tutto immeschinito, sfiduciato e la compagna non sa come cacciarmi fuori da quest'abisso di tristezza. E da questo tempo tanto grossolano fuggir vorrei e dalla parte opposta, correre , regredire a bambino, anzi a prima dell'infelicità che quell'epoca m'ha portato con l'orrendo male suo, a stare nell'utero della madre, o a prima ancora nel sogno suo. Sì, quando del mio bel fratellino tutta contenta era e s'augurava che di simile le potesse ancora nascere dall'amore del compagno suo. E' fuga questa? Lo sembra, ma è invero miracolo, un miracolo di vittoria. Perché?
E' un tentativo estremo di recuperare l'amore, perché tu sei nel tuo eterno presente e io ti raggiungerò certo nel mio futuro, ma io ho bisogno di te ora e da qualche parte prima di questo disastro di tristezza devi pur essere e io tanto andrò a ritroso fino a ritrovarti. Ecco, questo mio corpo il tempo vuol far vecchio con i tanti problemi dell'età, ma se tu star nel mio cuore vuoi, aiutami nel recupero di quanto smarrito ho e dammi la forza di donarlo agli altri, è poco il mio tempo! Tu sei il bello, tu sei il buono, è te che occorre gustare, sì concepire il bene e saperlo dire, far toccare, accarezzare, assaporare. Non è tutto amaro quel che c'è e io ti renderò accessibile, tu sei il sogno di tutti, e se tu mi aiuti a dirlo, ecco tu stai appena dopo le mie parole, appena sotto, appena oltre, insomma appena il partecipare il mio stesso sogno. E in questo io son daccapo piccolo e non sta con me Or, la bambina che sempre con me star vuole, ma proprio questa compagna, lì sognata, lì voluta, lì portata, lì amata. E' vasto questo prato della corsa nostra, fiorito tutto. Io le do la mano e il mio passo adeguo al suo, ma poi stanchi siamo e facciamo, sdraiati sull'erba, il gioco delle nuvole. Oh fantasticare sulle nuvole, come solo da bambini si sa fare! Ecco, questo è un sogno ricorrente per me, ma non esclusivo di noi due e vorrei che a tutti di simile accadesse, si dischiudesse il mondo fantastico che c'è in ciascuno, sopito. E' lì solo che sei, che mostrarti puoi,ché altrove sei il “deus absconditus”, è lì che ci si inabissa nel tuo amore e si va verso il cielo! E le forme di volta in volta attribuite alle nuvole evanescenti verso l'alto dei nostri monti, sono animali fantastici, sono personaggi di fiaba, ma tutti fan prologo al tuo mondo che viene, dove si entra incantati come ai soli piccoli può accadere. E' un mondo di boschi canori, di radure aulenti di erbe e di fiori al sole e di farfalle ondeggianti, poi è sotto manto tutto di brillii, di stelle, no di lucciole frementi d'amore. E tu lucciola di questo cuore sei e dentro ora mi ripalpiti amore, allora rendilo come trasparente, ché tutti se ne innamorino, lascerò che lo prendano, lo rubino e lo conservino come il solo bene da tener geloso, mi rifiorirà!

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