martedì 23 ottobre 2012

Fiore d'amore


Madre dolce, noi sotto la tua guardiania tutti siamo, ché di custodia e ripari tu ne provveda, dopo le procelle di questo mare, tanto provate navicelle, al fine in porto sicuro, il tuo cuore! E una scala hai dovuto discendere fino alle bassure nostre per far dimora nei nostri cuori a condividere di ognuno la sorte. Che fa questa tua presenza?
Sorpreso da tanta nebbia il poco bene, fattosi incerto l’avvenire, avvilito dalle troppe ombre il presente, è drammatico o tragico il destino personale, ma abbiamo una certezza, tu ne garantisci il recupero, fosse pure estremo o postumo addirittura. Quale allora il compito nostro in questa simbiosi d’amore? Ti aiutiamo a riguadagnare l’altezza perduta da dove discesa sei. Eccessivo è questo mio pensare, ché bisognosa ti riduce all’aiuto di chi aiutare intendi? Ma amore è questo tuo immiserirti, farti debole in chi, vinto, la sofferenza fiacca, ma tal’è la natura nostra che il meglio diamo se pestati, come d’erba occorre a mandar la fragranza sua,  e sebbene ridotti appena, la risposta è pur’essa d’amore. Un amore grande scambiato, da poter dire: ti do un po’ di quanto mi dai! Sì,  vogliamo delle sofferenze che ci angosciano risparmiartene un po’, ché venuta sei a piangerne con noi ed è il coraggio, che ci dà questa volontà di bene per l’amata, a sbrigliarci della melma in questa palude che fa il mondo delle acque morte sue. E, liberato il cuore da ciò che lo grava al fondo, libera con esso te rendiamo e puoi tornare alle tue stelle con te il cuore nostro portando. E’ mistero d’amore, di quest’amore. Sì tutto ci accade compulsi d’amore a diminuirti il disagio dello star tuo qui in cuori martellati dal male, così è noi  proprio che con te affranchiamo, ma forza non ne avremmo se della presenza tua non avvertissimo l’afflato. E tutto ci accade come quando una donna accetti di spartir la nostra sorte, ci industriamo a lenirle i disagi dello stare in due al passo del più debole, che quasi mai ella è. E nemmeno importa molto la sua vita prima e quanto costata le sia quella rinuncia, anche se l’avessimo sollevata da una condizione più misera, vorremmo comunque esentarla da ogni presente pena, e per lei la sola gioia, quella che ella stessa da al cuore. E’ domina, è fata della nostra fiaba, é gli occhi che ci guardano appassionati,essi mai pianger dovranno per nostra difalta! E con te di simile accade e poiché c’è ora chi ti mima e dice le parole del tuo amore, è a lei che, per farle tue, vanno rivolte le attenzioni nostre. Perché se quella sorride è tu che lo fai e se a lei va carezza, é tu anche che l’avverti! E che dire del compito di chi dentro t’ha  di voler che riguadagni il tuo cielo? Potrà solo accadere sublimando quest’amore terreno, ché si imparadisi! Quindi qui femmina amare non è andare ciascuno per sé, la salvezza pensando personale, non lo è più. Noi sì siamo nati soli, ma tenere braccia ci hanno subito stretto su caldo seno e poi è subentrata altra piccola donna. Può essere insignificante all’apparenza, importante per noi soli, così come siamo noi soprattutto che la troviamo sempre bella, ma è preziosa per il cuore che l’ha accolta e sappiamo che sei tu che ti ci specchi compiaciuta. Ha un cuore grande questa, ospita chi ti ospita. No, non siamo più soli,io non sono più solo, si è riempito il cuore e piene sono queste braccia. E questo m’accade, brutto anatroccolo forse ero e questa m’ha trovato bello. Pavido forse un po’ e questa vero uomo mi pensa, è buona e mi trova così. E io vado di lei fiero per le vie di qui sempre tenendola per mano, invidia, sogghigni non ci fanno cura e così te la porterò o sarà che ella da te mi porti. No, non ho viaggiato questa vita solo, occhi pur ora mi guardano appassionati e te ho nel cuore, che importa che quello fisico, che già vacilla, fermarsi dovrà, altro in altra forma batterà per voi due, sospiri miei d’amore di una vita! E dico a questa donna, mio fiore: “agri flos esto cordi meo et aiam tibi semper”. Ed ella, che parla con gli occhi suoi belli le parole tue: se qui donna, tu fiore mi vedi, lassù stella sarò, sii qui la mia farfalla, lì con me lucciola!

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