domenica 1 aprile 2012

Fascino di donna

Talora tu curiosa sembri della mia reazione a domande strane, pensi che imbarazzo ne segua, per sorriderne insieme. E io in verità è questo che voglio, renderti piacevole la mia presenza anche se mi toccherà l’ironia tua. Ora mi chiedi di dirti in che consista delle donne il fascino arcano, ché alla luce anche di fatti recenti, a tuo dire ne sembro esperto, ecco l’ironia! Io dirti dovrei onesto che molto non vi conosco. Te sola ormai so e un po’ solo, e sicuro solo te ho amato nella completezza e ora dirò che intendo. Sì, colpito nel mio orgoglio di maschio, non posso non dire qualcosa, spero che questo piaccia alla madre e a te, che per me suo specchio sei. Ché temo che capito vi abbia solo in modo riduttivo, da maschio ottuso, e questo vi deluda. Rispondo allora che voi donne una peculiarità avete, quella di somatizzare ogni moto del cuore e ogni atto dell’intelligenza, quali che siano, se desiderio abbiate di comunicarli. Cioè per farlo fate sì che essi acquistino forma corporea ed espressione somatica. E questo mi sorprende e affascina, ché col corpo dite, anticipando quello che le parole ancor non osano, ma che a tempo opportuno ribadiranno le stesse cose così anticipate. Cioè non è solo l’avere un corpo, più o meno bello, ma essere capaci di farlo parlare in modo leggiadro e misurato, mai volgare, per dire le ragioni riposte nelle regioni sempre impalpabili e per lo più inaccessibili dello spirito e dell’intelligenza, che fa la donna. Sì, ella fa che esso testimoni, col linguaggio suo arcano, il bello di dentro, che svelar vuole a chi disposto sia alla suggestione, alla fascinazione appunto. Insomma la bellezza fisica ha il suo ruolo irrinunciabile, non solo perché attrae l’altro, il tu desiderato, ma perché si vuole comunichi una ricchezza interiore, che si vorrebbe apprezzata, tenuta nella giusta considerazione e da quel tu proprio, sebbene non dispiaccia che altri la intendano. Infatti se l’irradiazione di fascino sembra inizialmente rivolta ai maschi tutti, che giudicano piacevole, adorabile quella presenza che sta tra loro, che li ha resi garbati e galanti, a suo agio e disinvolta muovendosi, in realtà quella coagulare vuole il suo messaggio, avendo un interesse particolare per chi scelto abbia tra tutti i soggetti sensibili. E’ l’eterno piacevole gioco dell’eros, in cui c’è una specie di azione magica che addormenta, ipnotizza l’affascinato, ma non lo si vuole catturato semplicemente nelle spire dell’erotico e irretito nel mero estetismo, ma anche partecipe di quei valori della mente e dello spirito di cui quel bel corpo parla nelle movenze sue fascinose. E ho per metafora l’immagine dell’incantatore di serpenti che suona a chi è sordo, stregato invece dalle movenze sue. Sì, ella ha tradotto, quasi in un linguaggio immediato, visivo, accessibile perciò, tutto il suo sé e lo ha fatto a misura di una intelligenza e di una sensibilità che, se non carenti, spesso orientate alle sole concretezze sono, in cui troppo spesso ravvisato è dai più, il solo scopo dell’esistenza qui. Sembrerebbe quasi che la donna consideri le qualità somatiche, che cerca di esaltare al massimo con accorgimenti vari, come un mezzo per farsi conoscere e apprezzare completamente, anima e corpo. Ecco la peculiarità che fa la femmina nostra unica, speciale tra quelle delle specie tutte e le dà quasi un’aria numinosa che solo la grossolanità di certi maschi può negare e sulla quale misogini di tutte le epoche lanciano i loro frizzi. Ma è innegabile che è proprio questa peculiarità che fa una sorta di genialità della donna, che vuole sì esercitare fascino nel gioco erotico, prologo d’amore, ma lo vuole completo, ché da ciò che dentro ha, l’ha inteso irradiato, mentre il corpo solo ha reso sensibile, tangibile quasi, ciò che, per definizione , non può esserlo. Ecco la genialità connaturata di ogni donna! E mai sarà disposta ad ammettere che potrebbe essere illusione che in quel bel gioco ne rimangano sempre comprese intelligenza e qualità della anima sua, quelle rese di facile lettura, ché dal suo corpo le ha fatte tradurre, ma che comunque, forse a maggior garanzia di successo, paleserà con le tante parole con cui accompagnerà la conoscenza più intima dell’altro, di quel tu tutto speciale per lei sola. Ecco è questo solo che capito ho del mistero che siete, volete vi si ami sì per la bellezza, ma sopratutto per la ricchezza che dentro siete certe d’avere, e questo fa la mia meraviglia. E io penso d’amarti così. E so che la bella, di cui specchio sei, e quindi ciò che fai ella sta facendo per lasciarsi conoscere nella completezza e quindi tutta amare, t’ha dato una interiorità bellissima che magnifica l’amor nostro, briciola della sua stessa, credo. E tu avrai certo la bellezza degli angeli, ma ella che t’ama di più, la sua sublime ti donerà a completare del cuore tuo il candore, quando tra le sue stelle per amarci di più, ci chiamerà. Allora io, che spero tutto questo, ti prego di non dirmi più che t’ammazzeresti se malattia mi strappasse a te. Tu me lo hai detto convinta stamattina con le lacrime agli occhi, quindi anche e sopratutto col linguaggio del corpo, e io turbato ne sono restato e ne ho pianto, appena solo. Non sai che tanti t’amano e t’ama gelosa la bella signora? Sei icona o meglio idolum, specchio, suo speciale, ché per te sola ella mi parla, col linguaggio fascinoso del corpo tuo, prima delle stesse parole esplicative dette e ridette a uno un po’ duro, che poco capisce anche se non scarso gli si dice!

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