giovedì 20 giugno 2013

Dolcezza dell’illusione d’amore







Uccelletto v’è in questo giardino che canta di mattino e al tramonto e sempre si lascia ondeggiare alla brezza su un esile ramo di questo falso pepe. Ché lo fa? Non è forse già tutto accaduto tra lui e la compagna, certo ammaliata da tempo da tanta armonia? E forse ella muta è alla cova intenta o già ai suoi nati provvede, mentre il cantore è apparente perdigiorno e solo a deliziare anime estasiate si occupa. E sei tu che me lo hai fatto notare, colpita dalle tante variazioni del canto suo, e io il nome della specie sua non ho saputo dirti. Ma ora ti chiedo, Non faccio forse di simile per te, ché le parole mie tante d’amore ti dico e non è già tutto accaduto, sebbene niente sia trascorso? Fin qui regge la metafora, ma io posso dirti perché lo faccio. L’amore non è mai scontato, va rinnovato e le parole sue, se non cantate, vanno sussurrate, ché se ne nutra il cuore. Ma c’è dell’altro tra noi. Io non vedo altro modo di dir del mio a quella del cielo, ché sente ella per te, perché tu dentro l’hai. La mia preghiera devota è continua, ma resta monologo, mentre se dico d’amore a te, è dialogo col cuore tuo che il suo, geloso nasconde. Ecco, tu ragioni d’amore con me da anni e non ti stanchi. Anzi non vuoi che nulla accada delle possibili concretezze d’amore senza le premesse loro. E sono tante! E io mi faccio come quest’uccellino che forse mendica amore col canto suo appassionato. Ma tu mi dai di più ancora, tutta una risposta di parole che di per sé imparadisano. E allora so che mi dai l’opportunità che inizino qui i miei approcci d’amore con quella del cielo. Non mi accadrà mai più nulla di simile. Dolci i conversari tuoi con lei tra le sue stelle e io bearmi potrò della vista di due gemme che mi si vogliono incastonare nel cuore. Oh quanto lungo è questo prologo d’amore! Ma ha una dolcezza che mai si ripeterà, ché qui ora impreziosita è dall’incertezza sua. E’ come nell’innamoramento, la bella che ci fa sospirare vero sospira anch’ella? Ed è perfino dolce abbandonarsi al dubbio, ché a quello che si vive dà il sapore d’una favola. Allora l’esito sperato e anticipato fa dolcezza, mentre la vera gioia non sarà altrettanto delicata, anzi irromperà a sogno potuto finalmente vivere nella concretezza. Molti anzi teorizzato hanno che la vera felicità consiste nell’attesa di un bene. E v’è del vero! Ecco allora mi chiedo, E’ sincero l’amor tuo? Ne ho fiducia e questo un po’ di certezza dà a quello che spero da lei. Sì, amore per noi e tutti e non il nulla dopo le apparenze e le illusioni, anche benefiche come quelle d’amore, di questa vita. E io sto a sospirare e sperare l’amor suo, come quando ragazzo il tuo desideravo, non sapendo come raggiungerti. Sai ho spesso sognato di essere bambino con te e non era la bionda occhi cerulei, ma tu bruna occhi di cielo, a correre con me nei campi. Vorrei un’altra vita perché la stessa età abbia il nostro amore. E se t’amo come un bambino, posso sognarlo, sperarlo. Le favole sono per loro soltanto, e loro sono capaci di entrarci dentro e viverle. Sì, in quest’amore ho la stessa ingenuità, la stessa immediatezza, senza veruno infingimento, di un bambino. E bambino amo la bella del cielo. Sono un libro di favole, chiaro, aperto, ma il tuo cuore sigillato è come quello di ogni donna, e forse solo mi illudi della bella del cielo. Ma ecco mi torna la dolcezza dell’incertezza, m’illudo di te, m’illudo di lei e questa illusione fa la preziosità e la unicità di quest’amore. E credimi, è dolce morire così, sì, lasciami andare alle sue stelle!

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