domenica 16 giugno 2013

Amore di donna, questa







Ben si dice che il passato è passato per sempre, trascorso. Eppure quelle cose, che l'hanno fatto, piccole o grandi, paiono di appena ieri o poco fa, tanto la mente vivide le conserva. E poi volti, parole di quei volti, il suono di quelle, sorrisi, occhi, il brillio loro, quelli di vere donne incontrate o solo sognate. Le ho amate, le ho inventate ché tacesse cuore inappagato, o solo confabulate le loro storie un po', io più non so, importa? Ma da chi se non da questa ho appreso l'amore? S'impara? Forse sì, se vero saper m'ha fatto che amarsi è scambiarsi dolcezza. E molta per la poca mia me ne ha data e dà generosa, e quando le sono lontano mi basta una sua parola, una qualsiasi, tanto dolce m'è la voce sua, a placarmi questo cuore ribelle! Sì, brucia così l'ultima vita mia e alla piccola fiamma di quest'amore. Ed è bello il bene che ne viene, suggestivo, caldo, luminoso in troppo buio e gelo. Ma il male non s'attenua, ma ritirarsi di vergogna dovrà per tanta inutile ostinazione a vincerlo, quando esso, tenero piccolo amore, nel tuo continuerà. E' ormai breve l'attesa!


E dono m'hai fatto della bellezza tua, ma più che nei sogni tanti, perché questa donna fa che ti veda. Ma non è che sia illusione soltanto? Non scrive forse la sua storia quest'amore in un libro fuori del tempo, non con parole, ma con i sospiri che le accompagnano? E ciò che accade, perché amore lo vuole, non s'imprime in una cera che lui solo sa far molle? Sì, è il cuore tuo! E ogni altra cosa è apparenza e fa noia! Ma in me due tendenze, forme di bene e male, e lottano nella mia anima per contendersi quest'amore. La prima l'esalta, ché fiducia, anzi certezza di te ne viene, l'altra vuole divorarlo ché più non menta, ché quello che mantenere non potrà, suggerisce, sì qualcosa oltre il nulla che questo buio ormai per me chiama. Ma quello che così conteso è, è solo amore di donna, semplicemente sente di poter essere ed è. E' come fiore che sboccia non appena minimo favore lo consenta. Nulla l'alimenta, non consuma che di sé. Fa come candela che ardendo dà luce e calore, tutto del suo spendendo fino a morirne. E lo fa per me! Sì, non vuole troppo, del mio poco si contenta e se è vero che mi suscita affanno, pure sa di consolarlo. Null'altro vuole, vive per me, è per l'oggi, per l'attimo anzi, ché in quello sa di vincere tutto, la morte pure. Non so se più grande miracolo per me potessi, ma sicuro è tua risposta a chi alita i sospiri suoi nel tuo cuore o almeno lo crede, e ne ha vanto.




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