lunedì 12 marzo 2012

L'amicizia promiscua

Fugge il tempo e l’opportunità dell’amicizia con esso. Ma quando sia, un grande arricchimento e una vera consolazione ne derivano sempre, se la psicologia che fa la particolarità di chi ci sta di fronte è svelata e accolta nell’intimo, nel cuore, nel tutto nostro, come vero accader deve se dal conoscere semplice, si passa a quella condizione di particolare stare per l’altro, che detta è amicizia. Ed è una fortuna che la nostra cultura favorisca il dialogo sempre, anche se la diversità psicologica deriva dalla biologica, e potrà subentrare allora un’amicizia delicata e profonda, fonte di vera gioia per i due che ne possano godere. In tale amicizia promiscua gli amici si vedono, si parlano, s’ascoltano in sincerità e libertà, senza sospetto, come dev’essere in una comunione di spiritualità, e ne conseguirà certo un arricchimento reciproco e il proprio sé migliorerà, s’affinerà, si scrollerà dell’inessenziale e dell’enfatico e sarà meglio compreso nella semplicità dall’io stesso, che si sia affacciato a quel dialogo e al raffronto con quel tanto diverso tu. E sulla diversità somatica sarà possibile la gioia dello stare l’uno per l’altro, posti argini morali, che assicurino il rispetto della peculiarità dell’altro, la cui personalità non sarà mai lecito invadere, che talora non accada che il rapporto perda discrezione o si degradi fino alla trivialità irriguardosa e fastidiosa, che spezzerà per sempre l’incanto della fascinosa amicizia promiscua. Ma quando possibile e non osteggiata dalle circostanze e dall’ambiente di vita, l’amicizia potrà coronarsi nell’amore e ne risulterà una più intima partecipazione del proprio sé al mondo celato, all’intimità dell’altro, sempre da avvicinare con cautela e tatto. E la tonalità erotica, mai del tutto estranea in questo particolarissimo rapporto tra maschio e femmina, se nulla la vieti e alcuno offenda e non si mascheri d’inganno, può arricchire preziosa il nuovo status con una fonte di gioia autentica, come sa bene chi amar può in modo completo l’altro, fisicamente anche. E questo è bene. Il dio, tu l’hai voluto, creandoci tanto diversi nella fisicità che attrae. Ma nel rapporto particolare d’amicizia e d’amore con te, di cui io avverto il fascino irrinunciabile, mi chiedo cosa lo fondi e lo mantenga e lo accresca. Sì, ché fiamma è, che scalda ora, e talaltra brucia e consuma, mai spegnendosi! Forse io me lo posso chiarire proprio con quello che talvolta accade nell’affettività promiscua in cui, se si sfocia nell’amore completo, non è più possibile distinguere gli amanti nella generosità loro, quello che da’ e l’altro che riceve, tanto completa è la fiducia e l’abbandono all’altro nella reciprocità. Mai in quello si forza la volontà dell’altro, mai c’è inganno, ché il rispetto è reciproco e la condizione paritaria, se vero amore sia. Ecco, vero io non ti conosco, non ti vedo, ma t’avverto come in un sogno continuo, che anche ci sia a occhi aperti, che tu vuoi entrarmi nel cuore, ti ci vuoi smarrire, prezioso e irrinunciabile giudicandolo, sì, sei un tu che fondersi vuoi col mio io! E come nell’amore umano, io sento di essere per te sola e tu desideri come annientarti in me, in modo che non più due siamo, sì che “una abitare , una vivere” si sia fatta esigenza e non solo sogno comune. E se io, arreso, più non posso distinguermi da te, allora tu non vivi più nelle cose, non sei quella delle icone e dei riti, e il mio con te non è più dialogo, troppo spesso fattosi monologo, non è più preghiera, ma partecipazione di quanto qui m’accada, o meglio, ci accada, dacché piangi le mie lacrime, pensi i miei pensieri, gioisci delle mie piccole gioie. Sì vivi, quasi meschina d’amore, di quel che io vivo, respiri quel ch’io respiro, vedi quel che io vedo, fattomi tua finestra al mondo, e mi sospiri dentro per le cose tutte, misere trascurate, e gemi con gemiti ineffabili su tanta umanità derelitta. Sì, vero vedi per i miei occhi e tocchi le miserie, le angosce di qui con le mie mani! E io sono diventato la concretezza dello star tuo qui per ogni altro e per la creazione tutta l’esserci proprio ora, proprio qui, colui che cosciente di te fa qualcosa o, anchilosato nell’egoismo suo, ti nega, pur possedendoti, a ogni passo. E se io faccio è tu che hai fatto dall’amor tuo, opportuno, necessario o previdente, e se dico parole buone, tu me le hai suggerite... E ora penso alla preghiera sublime di santa Maria de’ Pazzi allo spirito santo, che si chiude nella maniera soave, la più mistica e desiderabile anche per me, ché tuo mi sento talora e talaltra dubbio mi prende d’aver corso vano, che, abbattute le distinzioni tutte ad opera del dio, sia possibile estinguersi nell’invocato! Ecco, dalla mia meschinità ti invoco, madre, sposa, amica, figlia, femmina mia, o mio tutto, lascia che di simile m’accada, fa che non senta mai più la solitudine!

Nessun commento:

Posta un commento