venerdì 9 marzo 2012

Come vivo il presente

Quanto vasto è il mondo, tanto l’impegno a confrontarvisi. Ecco cose e persone nuove da conoscere, apprezzare e forse poter amare. Di queste, tante le ben disposte, altre refrattarie o indifferenti, passive talune, altre aperte e cooperanti all’incontro, al confronto, allo scambio. E occorrerà lo stesso atteggiamento di disponibilità ogni giorno con le nostre capacità pur limitate, la nostra psicologia particolare e prudente, e sfruttare ogni occasione irripetibile per il nuovo e il diverso, e ritenerlo prezioso arricchimento del proprio sé. Forse la vita non ha altro scopo, conoscere, apprezzare, condividere, forse amare, preparandosi all’incontro con te che sarà quando vorrai, ma che intanto anticiperemo con quelli di qui e le cose che fanno il nostro mondo. Ma quanti fraintendimenti, quanti equivoci! Sì, il contrassegno della nostra vita nella spiritualità e nel bene, penso, sia l’arricchire il presente della presenza nostra per gli altri e le cose tutte sotto al sole. Ché questo è così com’è anche per noi, respira, vive di noi, delle nostre parole e dei nostri gesti, che, se ci significano, non sono certo per noi o solo per gli affetti prossimi, ma, e sopratutto, per l’altro, ogni altro, e andranno tenuti misurati, adeguati, pena il fraintendimento, e senza la fretta che si conoscano e vengano apprezzati, pena la ripulsa. Lo saranno? Se sì, sarà nel kairos (καιρός ), nel momento e nell’opportunità, che altri li coglierà, valutando prezioso il nostro stare anche per lui e il valore che egli ha per la personalità nostra, desiderosa di un suo comportamento similmente aperto, disposto al colloquio e all’amicizia, all’amore perfino, o li respingerà. E il fallimento avrà il suo peso, sì pesano sempre indifferenza e diniego, ma diventeranno presto ricordo velato, attutito, se nulla avremo da rimproverarci se non forse la mancata sintonia con la volontà dell’altro nell’intempestività... Sì, sono d’oggi le speranze, ma le ansie anche, che ci derivano dal nuovo, ché talora non accada un’illusione ottica, con esempi nel passato, da cui inevitabilmente qualcosa di sgradevole vien fuori, di vedere buono e bello dove o non v’è o v’è, ma indisponibile, tenuto geloso come un fiore prezioso che non si voglia colto, e restarne vittime almeno dell’indifferenza, se non dello scherno! E’ il rischio concreto dell’uomo buono! Ma lo sono io? Non c’è proprio equivoco in me? Ecco per me è già l’alba, un giorno nuovo..., riprendo le mie abitudini, mi porto dentro la memoria, sfocata dal tempo, ma avvertita come una soma, tanti i fatti trascorsi che stipa! Ma anche è con me l’irrealtà dell’immediato futuro con le incognite inevitabili, e starà a me dar significato a quest’oggi, il giusto, quello che tu vuoi. Dovrò di me arricchire il presente di oggi, ma se è inevitabile che non vi sarà estranea la memoria di eventi passati, spesso amaro subiti, con le paure che da lì vengono, mai del tutto vinte, so anche che vi contribuiranno le aspettative, le speranze, che potranno scemare in delusione palese o concretarsi in buono e bello, sì, quelle incerte del tempo, che so breve e ho davanti e che veloce mi viene incontro, ma lo farò principalmente con i valori che m’hai messo dentro innati e la coerenza che mi richiedi nell’agire.
Ma a rischio di incomprensione sempre! Sì, devo vivere l’attimo, far mio il senso buono del carpe diem, diverso da quello inteso dai gaudenti di ogni epoca, ma che significherà non rinunciare alle occasioni irripetibili per il bene, da cui la gioia non è avulsa, quando successo ne consegua, o il dolore. Ecco, ora mi muovo... e lo faccio con sì la memoria, ma or ora rinfrancata, del mio passato anche recente, di cui non più tanto il peso avverto, e la speranza or ora sostenuta, come vivificata del mio futuro, ché m’è bastata la consapevolezza, ridestata forse da te, che quelle mai t’hanno visto o ti vedranno estranea, poiché so che un po’ sei in me e mai mi abbandonerai! Apparenti le smentite di questa fiducia! Ciò mi consente di dare all’oggi la giusta importanza, per vivere come e più di ieri i piccoli e prosaici eventi del mio quotidiano, nella concretezza, apprezzandone la positività, pur piccola che sia, e non sospirare come nei sogni di appena questa notte, un mondo ideale che esiste nel solo mio immaginario, e so che tu non vuoi mi ci rinchiuda e smarrisca! Ecco il mio presente, inevitabili manchevolezze e contraddizioni e le concretezze sue dolci, amare, non so ancora, ma reali, sì, io comincio a vivere quel che esso mi offre e tento di farlo con le ragioni del bene, le tue di sempre... Sono ben disposto, godrò delle piccole cose buone e cercherò di ammortizzare gli inevitabili urti con ciò o chi non mi piacerà o cui non piacerò. Accetto i limiti che ho, non pretenderò molto e darò, se tu mi guidi, alle cose e alle persone il giusto significato, comprensione e apprezzamento. Io ho la sola certezza di essere scemo di te, della completezza di te, e oggi, come ieri, come sempre, cercherò ancora un cenno del tuo stare per me, piccola mia debolezza. Sarà un volto, sarà un sorriso, sarà una parola buona, chissà! Ché so per certo che non sei tra le nuvole, né tra le stelle! Forse anche sei tra le cose novelle e belle di questa natura, vero tutta nuova già, tra le quali a breve passerò e là ti penserò, anche con la preghiera. Ma già, ecco, una donna gentile ricambia il mio saluto con un suo amabile cenno, e forse più in là sarà un amico con cose nuove e belle da parteciparmi, o forse ci saranno nuove occasioni di amicizia, chissà! A tutti darò la stessa opportunità, con la mia disponibilità e cortesia e lo farò con le parole migliori,dal cuore, perché sento che è bene agire così e intuisco che tu lo voglia da me oggi, senza rinvii e scusanti, ché non posso proprio dirti, lo farò domani! E’ forse ora proprio il kairos! Ma quando qui smetterò di sospirarti? E’ già primavera!
Non è fatta per l’amore?

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