domenica 29 settembre 2013

Parole afone







Quando qui scende la sera, sale dal mare fresca la brezza e corre tra gli alberi antichi il soffio suo e le foglie fa tutte canore. E a far melodia non diresti che alcuna inessenziale sia. Così io, quasi piccola foglia gemmata sull'annoso albero della vita, cui ormai debole legame mi lega, ché tante le altre foglie venute e poco m'indora ormai la luce, sento la precarietà tutta del rimanere a questo mio ramo appiccicato. Ma come quelle del bosco tutte tremule si fanno, contribuendo alla canzone del mare, così l'anima mia, come mossa da invisibili dita, sta con quelle sollecitate dall'amor tuo a far armonia della preghiera loro corale che a te va, sole calando, inebriandosene loro per prime. Sì, è l'ora delle anime, che accorate ti sospirano, affidandoti la loro speranza d'amore. Ecco, i miei sogni tutti coagulati si sono su piccolo amore. Tu entrar vuoi in questo unico mio sogno per vederla con gli occhi miei e anche del mio amore amarla, e finalmente dirle, forse solo con essi, tutte le mie parole mai pronunciate. Tutte quelle che il suo cuore intuisce e tu anche così per esso sai, ritenendo ingiusto che restino taciute. E forse vero ella palese le attende, me lo dice il suo ormai raro sorriso, e come se la vita, quasi tutta con me, delusa un po' l'avesse, gli occhi che le tradiscono, velandosi, la tristezza, che in sere come questa, forse l'anima sua prende, intrisa della stessa melanconia cui tutte le cose, ormai stanche, arrese, assopirsi sembrano. Ma forse solo da te ormai le attende e potranno essere solo afone, come afono tenta comunicarle il mio cuore, ma se da te, vero capite saranno e forse le inebrieranno il cuore come fa all'anima mia questa brezza dal mare salita. Dille per me, No, la vita tua sciupata non hai, tu hai amato!

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