domenica 8 settembre 2013

Somiglianze







Ma noi in che ti somigliamo? Posso tentare una risposta? Non certo nel soma, anche se le donne nostre viste sono icone tue, ciascuna conserva i tratti suoi, ma sono, da chi le ama, sublimati nella misura dell'amore che essi hanno per te! Ma qual'è la vera somiglianza, visto che capaci siamo di risponderti amore, poco o molto, per il tanto che da te comunque si riceve? In te c'è di specifico che ami nonostante il poco da noi ricambiato o del tutto negato. Sì, noi possiamo anche perfino farci nemici tuoi, negarti, disprezzarti con parole e fatti, e continuerebbe l'amor tuo e non ne pretenderesti ricambio, pronta a lunga attesta qui, o forse per averlo solo alle tue stelle, se mai prima ricreduti, ingrati ostinati rimasti, incapaci d'amare o te palesemente, o col dovuto a donne, che proprio noi, tanto indegni, pur amino, imitandoti! Tu coerente rimani al comando nuovo del figlio tuo per l'umanità tutta, d'amare perfino i nemici, t'è spontaneo, la mente dei pensieri tuoi gli hai dato e lui restituita te l'ha dei suoi pensieri divini stipata fin dal primigenio momento che nata sei dal figlio tuo! Sì, tu sei figlia del tuo figlio, ti riconosce il poeta nostro, ed è accaduto prima che tu qui gli dessi vita umana. E questa dell'amore comunque, a tutti i costi, mi vien fatto di dire, ora so, è la peculiarità che vi fa riconoscere persone divine, anche dai più sprovveduti, che, saputola, devono far di simile! Ecco la somiglianza vera con te di chi vi riesce, è facile, è arduo, si deve! E la coerenza qui col voluto dal figlio tuo, ha per te significato accettazione del dolore sempre, e all'epoca dei fatti lontani, terribili nell'epilogo, esserne, quando il figlio tuo fu ucciso, straziata. Tu gli hai dato la carne, tu gli hai dato la mente, e lui t'ha ricambiata con la natura divina, ché qui nata eri come semplice donna. Perché mi chiedo? Forse per farci capire che tu hai anticipato, premesso e poi anche completato con la tua, riducendoti a piccola misera insignificante donna, la spoliazione delle prerogative divine del figlio tuo e tue, possedute presso il padre vostro e di tutti, il dio! In te veramente il dio è in “ quarto particulari modo” presente, tanto l'amore per te, ben ha visto il santo tuo, amandoti! E ne sei ora indistinguibile, come lo eri prima della fondazione del mondo nel tempo! Chi appena ti intravede, è della presenza sua, del figlio tuo, che ha sentore, ché vedere appena di te anche solo con gli occhi del cuore, è vedere l'umanità sua e avvertirla sublime! E se questo è vero allora ben ha detto altro santo tuo, Non c'è più né maschio né femmina! Allora perché, mi chiedo, c'è ancora chi diffida delle donne e non le vuole tra chi perdona anche nel tuo nome, vicariando il figlio tuo? T'offende, ché tu sei tutta “pro foemineo sexu”? Forse! Ma tu della stupidità non ti curi e ami nonostante... E donne che amano il figlio tuo se ne sentono riamate per quel che sono per lui e per te. Tutte hanno di te molto o poco, e lo potranno esaltare fino a che tue icone a lui sembrino, e le amerà anche per questa capacità, o, quel poco che ti significa, negligere, non farlo crescere, ma egli comunque risponderà a loro, amore, anche se di te abbiano del tutto trascurato l'innato dono. Non c'è donna che amata non sia dal figlio tuo almeno, quando non da altri, e l'amore s'accresce quanto più ti significano, ti somigliano! E noi che ti sospiriamo del pari delle nostre donne, che finiamo col trovare più belle, ché alla loro naturale aggiungiamo la bellezza che tu ti lasci prendere, sapendo a chi è destinata, te le facciamo più prossime, ché l'amore nostro, facendole icone, riduce la distanza da te e fa sì che tu più e più possa amarle! Ecco il nostro merito, ecco quel che vale l'amore che ad esse ricambiamo, ma non facciamo che imitare il figlio tuo anche in questo, l'amore umano non inventa nulla, imita ciò che vede fare, ché ha sicuro gli occhi del cuore! Eppure ce ne saranno state di ingrate, che neglette abbiano le attenzioni che per loro ci dettava il cuore! Ebbene se nonostante questa risposta, abbiamo conservato stilla di quell'amore in una latebra del cuore celata, o crescere l'abbiamo fatto mettendolo tra il dovuto alla donna, che abbia risposto ai sospiri nostri, o, e non avremmo dovuto, l'abbiamo tacitato, estinto d'odio, pure allora tu le ameresti aggiungendo al tuo il nostro grande sviluppato o piccolo rimasto amore, o comunque, all'intensità del gratuito disprezzo, con un'amore pari aggiunto. Questo tu fai, questo tu anticipi, ma che sarà nostro fare e sentire e donare, tutti noi voluti, gli ostinati pure, nel luogo tuo dell'amore e del perdono. Ecco che l'amore nostro è sempre quello che dai cieli scende apparente, ma sei tu che l'effondi qui col figlio tuo rimasta. Perché fuggiti non siete, e tornati tra le stelle? Forse per seminare d'eterno gli aridi solchi che su terra fatta ingrata dal non amore, il male ha tracciato nel tempo suo, e farvi cadere piogge aulenti, ché le sementi di vita facciano germoglio, tacitato l'avversario, nella misura in cui qui le donne ti somigliano, fatte coltrici di quei seminati, e noi le amiamo dello stesso amore, che ne ha il figlio tuo. Non vedi tu quanto io amo questa piccola donna, che tanto ti somiglia anche qui, ora, sotto le tue stelle, oggi, nel giorno che uniti ci hai reso per questa vita e oltre? Eppure sempre poco, rispetto al tanto d'amore che tu messo le hai per me nel cuore! Oh vero fosse, anche tu di me innamorata, vedendomi con supplici sempre, lacrimosi talora, occhi, i suoi!

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