mercoledì 4 settembre 2013

Indistinguibili







Come al sapiente tocco del musico corda o tasto s'anima e quello ne trae melodia e così fa da fiato, e, come al tempo della caduta, il vento dal mare correndo tra queste fronde tutte armoniche rende le frasche che spogliarsi vogliono di quello che fatto s'è superfluo, così, come da dita invisibili sollecitate, vibrano le anime e rispondono amore al tuo creduto ritornato. Ma quando vero sarà? Sarà! Tornerai discreta col tuo afflato amoroso, prima del ritorno glorioso del figlio tuo, a dar conforto all'amore umano infiacchito...Ci basti! Ecco, le frivolezze e i luccichii della nostra notte di vita abbiamo abbandonato, e febbricosa l'attesa dell'alba, che una novella porti, s'è fatta. E mille e mille parole di preghiera ci sono state e ne hanno pianto occhi e cuori! Ti dico, Quando verrai troverai fede ad attenderti? Ecco qui molti sbavano nei loro brogli, altri sono sconcertati dalle tante parole a giustifica di lor condotta becera, ché di danarosi potenti si tratta, e da quelle, arzigogoli da parolai, che dicono quei tanti, che se schierano a difesa, altri storditi sono dai bramiti di ormai altro da umani, ché si fanno loro simili, da egoismo spronati, che presto in branco di belve esso muta, altri ancora, impauriti, fuggiti sono dalle sterpaglie arruffate in groviglio a protezione dei dominanti oppressori, e stanno timidi a implorarti il ritorno...Ecco cosa troverai e chi, sì questa umanità, questa fratellanza, un mondo attoscato dall'odio... e chi vi cercherai? E dove? Luogo non v'è che accolga i giudicati nullità, quelli che non riecheggiano il messaggio del mondo. Ecco vedi, siamo tutti narcisisti pur seguaci d'Epicuro morale, ma non nascosti come il maestro consiglia, ma dispersi, o in piccoli gruppi, tra i molti che ne hanno travisato il messaggio, gioire del poco di cui star contenti, e stanno in gregge di lor porci accoliti, frenetici di cento piaceri. Altri son presi dal vortice dei lor lucrosi affari, intesi ad accrescere l'avere e a far piccolo l'essere. Viventi pur sono, ma fuorviati, guastati, che certo non t'aspettano e ti diranno, Ché uscita sei dai miti e dalle litanie? Tornarvi devi in fretta, qui luogo non c'è a darti ricetto! Sì, occorreva trasformare il mondo più che capirlo, secondo la novità del figlio tuo, “Diligite inimicos vestros”! E non l'abbiamo fatto, poco abbiamo amato se non forse solo noi stessi, il nostro soma, le nostre parole, facendoci ipocriti lagnosi, vinti prima d'osar qualcosa, vili! Ecco già mille e mille scuse simili a questa, Inaridivano i cuori, rifugiati ci siamo nella preghiera! Eppoi, tanto abbiamo camminato come larve tra molti altri, eppur cercato abbiamo di suscitare tra quelli cui ci accomunava il dolore, la tua speranza! Ma non meritiamo così più attenzione, non darcela, non intenerirti! E diremo ancora, Sì, non albeggiava e le parole coi rari gesti cadute, sono diventate non senso! Vero questo! E io, vinto, stretto mi sono alla fragile compagna, ma forte d'amore e questa del suo cuore m'ha fatto scudo! Forse son solo un vile, uno dei tanti, che in un che, in un dove o in un chi fanno lor rifugio, o, peggio, in sé, nei lor pretesti! O madre, dimmi che non è così, dimmi che sono ancora un tuo soldato! Tante le ferite, da cercar balsamo nella preghiera, tanto il freddo, da sostar in cuore di donna! Non altro! Ma forse solo miseria la mia e senza fine, eppure questa donna mi dice, Guarda su, alle stelle, è da lì che verrà quella che attendi e sospiri! Oh le stelle! Facelle d'amore!





Belle son dai nostri monti, cui tornar desidero in una notte d'incanto, chiuso in un sacco con questa mia bella a parlarle d'amore, intanto che si plachi l'avacciata lena da dolcezze d'amore sollecitata, come accadrebbe a giovani amanti... e vero così ci farai, dimentichi del tempo che tanto ci ha deluso! Pensa con me a come bella la notte da lì si fa, quando le troppe luci di quelli di qui pur basse stanno e non attenuano i tanti splendori del tuo cielo, sì come basse, senza strepito, restano le bagattelle loro! E or mi pare che ella accanto mi si stringa, come altro amore voglia, mentre il vento dolce continui ad insistere tra i suoi capelli, e che ora le brillino gli occhi, in su volgendoli, e dica, Guarda le ha create per te la bella del cielo! E che io, al suono mellifluo della sua voce, m'addormenti... e sogni bombi a visitar lor fiori e poi ancora notte, che ci veda abbracciati in tanto incanto, odoroso ancora, e che in cielo i tuoi fiori s'accendano! Dovrai prenderci insieme, ci distingue il soma, non l'amore, ma altra luce non c'è in questo mio sogno, è solo una notte di stelle!

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