giovedì 3 ottobre 2013

Noi, le tue parole


Ecco, è tornato un altro giorno e la bellezza sua è tutta nei miei occhi... C'è di più? Per saperlo capacità dovrei avere di vederlo con gli occhi delle creature tutte di qui. E passerà quest'ora di incanto, tanto serena, e verranno le comuni del quotidiano, che s'accavalleranno a far rumore o silenzio, mentre questo cuore attende dita divine che vibrar lo facciano di riconoscenza e d'amore, ché mai mi senta escluso dalla benevolenza tua. Ma chi suggerirmi ora vorrà la presenza tua, forse occhi di donna? Schivi quelli che incontro, incerti quelli del mio ricordo, ché pur quelli della donna mia sfuggirmi vogliono... Ma di più forse lo possono le note che qui spande, fuori del tempo suo d'amore, uccelletto, forse per ancora sconosciuta compagna. Così invano faccio io, sebbene non canoro, cercandoti tra queste cose belle! E come quello dice col linguaggio suo melodioso, così tenta d'analogo questo cuore con parole sue, nuove, mai dette, mai espresse, eppur tanto comuni a chi preso sia d'amore, e belle le trova e ne sospira! E forse tu ascoltarle vuoi in quest'ora, che all'innamoramento di te sollecita le creature, che se ne incantano e me anche, come o più di tutte! E mi si illanguidisce il cuore come il sole, che così fa in questo tempo, un po' si vela. Io, che saper non posso quanto ancora qui al mondo mi stia e ne viva, ma sento che rapidi mi vengono incontro i giorni e subito muoiono, così paura un po' ne ho, ho pace solo in momenti come questo d'abbandono tra queste cose. Ecco, altrimenti io ti grido anche da essa, ché vi sto come in un deserto in cui eco non c'è, che illudermi possa di tua risposta rassicuratrice che tutto m'avverrà in dolcezza d'amore, questa mia donna volendolo. Sì, dura è questa realtà e irrevocabile, tutto, tu stessa vi puoi essere illusione, inganno o mito. Non è possibile imparare da altri come viverci, non ci sono esempi, atteggiamenti da ripetere, ogni dramma è analogo, ma diverso! E come è impossibile ormai per me vestire un abito qual sia seguendo, come fanno i giovani, il capriccio dell'ora, così la mente mia non può farsi schermo di qualunque mito, che si interponga tra questa realtà e l'esser mio che viverci deve. Solo vi può l'amore e se tu, voglio disperatamente crederlo, solo amore sei, sebbene afono, ecco tu sei la preziosità che mi riempie la vuotezza che scavar mi vogliono dentro, la banalità del quotidiano e la mediocrità che vi sta ad agio suo. Voglio qui davvero rimanere, sebbene confortato da questo mio piccolo amore? Io qui nel mondo di tante parole, poche d'amore, più a lungo stare non vorrei e nel male suo che uccide i bambini, attoscati dai veleni che dalla terra nostra, pur felice nel tempo passato, spuntar li fanno fiori già malati. Qui il male ora sempre profitta per far cespo dell'assenza d'amore e della cupidigia diffuse. E allora facciamo esistere l'amore! E tu, se mito non sei, scendi dalle stelle e grida, prova a farlo con noi, contro a sordo cielo. Ma se noi stessi siamo la risposta tua invocata, aiuta quelli che capacità hanno di più amore, così penso delle donne tue, dà loro forza, coraggio contro i prepotenti, e siano essi le parole tue, quelle sole capaci di tacitare l'inutile vociare e rompere il silenzio, sempre complici del male con gli scandali suoi!

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