sabato 12 ottobre 2013

La gioia nostra

Io potrei consigliare, Egoismo e viltà fanno la soma nostra di uomini. Se vogliamo spesantirla smettiamo la corsa nella vita, come eterni cercatori del forse solo superfluo, contentiamoci del bastevole appena, altrimenti penso diventi vano l'arrovellarsi per la ricerca della salute che da te solo può venire... Ma ne ho fatta io norma di vita? Solo tardiva, credo, e per questo quasi inutile ormai. E come cerco di vivere l'oggi? M'è cara l'immagine del mio continuare a camminare la mia mano nelle mani di questa donna, ché sia ella a guidarci per la meta comune, l'incontro con te. Lo facciamo forse illudendoci della predilezione di figli, ché il futuro sembra, da non molto lontano, palpitarci amore, il tuo. E intanto dispare nuova alba, viene rapida e va, e così le cose tutte del nostro mondo, che ci chiamano con i loro murmuri dolci, vanire vogliono nonostante ci sorridano ancora, e così le ombre del passato che ci vorrebbero forse ospiti inquieti dell'oggi. Ma quale oggi? Sicuro anche quello di appena ieri e quello del domani che già s'affaccia, ma insieme ogni fatica più lieve diventa e l'aria fresca ci invita a godere delle tante erbe e fiori che tuttora colorano il nostro mondo e ne fanno ricchezza. E a breve gli uccelli canteranno ancora e staranno a inseguirsi nel giardino nostro e le tortore più ancora competeranno per il cibo offerto alle gallinelle, ché novello uovo depongano, e faranno il dispetto di questa donna, che nuovo pollaio vorrebbe, ma non sa decidersi sul progetto, che il meno dispendioso sia. Ecco il piccolo mondo della gioia mia da vivere tutta all'aperto, ché non fa cosmesi, inutile alle anime nostre, lo stare al chiuso, ma le apre il sole novello e ne fa vera salute. Sì alla luce sua si riaccende la speranza, dispaiono le ombre paurose avide, che esose impossessarsene vorrebbero col buio dell'ieri e il nebuloso dell'appena domani. Ed è così che del vivere sentiamo leggera ormai la fatica, certi che il più dell'erta abbiamo insieme guadagnato, ché perpetua è l'ascesa nostra e il domani più non fa paura, ché dell'oggi sereno s'alimenta. Conservaci questa serenità, fa che l'oggi, ponte al domani, non ne trasmetta che l'amore, che fin qui legati ci ha. Spira un vento fresco, lascia che la navicella nostra poggi la prua sua e che le vele tutte dispiegate se ne gonfino, ché salva sia prima del nuovo buio imminente. E tutta tua sia la gioia nostra, ché ora sappiamo, nell'amore la gioia dell'altro è la propria!

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