venerdì 1 febbraio 2013

Pare già primavera







Nella ricerca di te certo poco importanti sono le sensazioni e le conclusioni del passato, che spesso mal ricordo e, se positive, possono evocare un presente assai povero al confronto da lasciarmi sconcertato della pochezza sua.


Né del futuro che venga a portarti mi posso contentare, che atto di fede è e verso il quale se corro ansioso di riscontri, essi forse andranno delusi. E per evitare l'ansia penso che irromperai improvvisa in questa vita, qui invitata da tanto, ma, chiedo, ti percepiranno allora questi occhi di cuore tanto provato che l'attesa avrà reso più deboli e insicuri? Non resta che il presente. Ecco io percorro solitario lo stradello preferito nelle passeggiate, che su mena alle postazioni dei cannoni che difendevano da indesiderati approdi nelle guerre del passato. Mi soffermo un po' alle essenze che vi fanno ghirlanda, ché subito bolso ho il fiato. Han messo già novello abito e presto la ginestra spinosa si ricoprirà di giallo e dai ciuffi di asfodeli candide infiorescenze spunteranno a deliziar i bombi, ma già notar puoi umili rari crochi, che parlano arcano linguaggio di imminente primavera. E mi si slarga il cuore che neri iridescenti calabroni si cerchino e il pettirosso saltelli di ramo in ramo verseggiando a nascosta compagna. Ecco come amo i piccoli fatti della mattinata mia! E già ho visitato i pesci dabbasso alla vasca antica, che alle briciole che la compagna ha lor preparato timorosi e rari a galla son venuti. E or che incantato rimango a tanto, mi chiedo che cosa sia amore se questo non ho, così soffermandomi, quasi pio, alle cose tutte. Lievi cerco di poggiar le piante su erbette novelle e muschio e i sassi del selciato sfiorare senza sovvertirli con la punta del bastone, che quest'erta m'allevia. E' il modo mio intenzionale di nulla mutare, cauto procedendo, ché non ne fugga l'incanto qualcosa mutando, per goder di quello che qui appare qual'è. E ti penso nel respiro delle cose tutte di qui, cui avido orecchio protendo. Me lo dice la pace che ho nel cuore, che proietto sulle cose e quelle l'accolgono lasciandosi veder in una prospettiva novella che ad altri, meno attenti e sereni, negata sarebbe. E' vero io non so altre vie se non l'amore che a te conducano. E questo ha nell'attimo l'efficacia di coglierti avvertendo l'afflato che alle cose avide dell'attenzione mia nella meraviglia, affidi. E così t'amo e ti colgo intuendoti lì lì, cara dolce mia illusione! Ecco, così io vivo di te, vivo d'amore! Amore che non ha parole o forse le ha tutte, ma senza fonemi, sospiri piuttosto da queste cose belle d'annunci di primavera. E che dirò oggi alla donna mia? Mi accoglieranno gli occhi suoi, e io non avrò parole ma sospiri. Se ne contenterà? Non penserà, maliziosa, che d'altre donne i sorrisi son qui fioriti e che me ne rammentino gli occhi suoi? Ma ella non può sapere che mi taccio incantato, ché te vedo pure in occhi, attenti ai pensieri miei, che interrogarli vogliono, gelosi. Ma essi sol favola vivono e ad essa non sa trattenersi il cuore e risponde amore per amore!

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