sabato 9 febbraio 2013

Libertà e preghiera







Ecco, qualcosa di sconvolgente accade, e noi vogliamo pregare. Ché lo facciamo? Abbiamo certezza d'ascolto, il tuo, e pregare per il beneficio dei coinvolti, aiuta nel superamento dell'angustia. Sì, tu stai in chi ne soffre, vicino o dentro e saperlo dà conforto, e pregare è saperlo, scoprirlo e perciò ringraziarti. Pregare, non farlo, è scelta della libertà propria dell'uomo. Ma innumerevoli casi della vita ci pongono in questa necessità, dover scegliere. Noi speriamo nel retto discernimento e per questo ancora preghiamo, ché tu ci illumini. Sì, ché niente e nessuno è vero d'aiuto. Abbiamo nella libertà la possibilità di scegliere giusto, cosa che comporterà la risoluzione del fatto, il superamento, il guardar oltre ciò che ci ha coinvolto e sconvolto, talora erroneo stimato, creduto danno minore,ma che poi ha mostrato la crudezza sua, o di sbagliare completamente. E' facoltà personale, risorsa, ma anche fardello, compito che gravoso rende il vivere sulle onde spesso procellose della sorte, che quasi mai al singolo sorride benigna. Utopia, οὐ τόπος, è luogo che non c'è, così qui non v'è tempo né posto, quando e dove la realtà non faccia pressione facendoci subire la durezza sua e il peso della libertà pur affidataci preziosa. Ecco, più che invitati a ogni passo, noi siamo costretti alla libertà. Sei tu, il dio, che con la permissione del male ci costringi a scegliere responsabili, e noi sceglieremmo il bene se fosse sempre chiaro qual'è. Né serve a molto una volontà ferma, decisa, un carattere forte appunto, ché averla volta a uno scopo, può destare ammirazione per l'ostinato perseguire il ritenuto giusto, buono, vero, ma quasi mai approvazione. Ché quello che si persegue con tanta determinazione e forza, può rilevarsi ingiusto, cattivo, falso. Se vogliamo essere uomini morali, dabbene, degni dell'altrui rispetto e del tuo sguardo o dell'ospitarti, bisogna riconoscere che non è ciò che appare che conta e che non è semplice volgersi o scegliere il bene, è essa scelta drammatica e tragica talora. Richiede quello che non si ha,ma che tutti possono pregare sia da te lì lì concesso. Ecco all'apparenza una personalità debole, fiacca, senza valore la riterresti, contraddittoria, inaffidabile. Eppure difronte all'urgenza del decidere ha forza morale, sa scegliere il bene, ché capisce qual'è, cosa rara nell'immediatezza. E ovunque lascerà traccia indelebile dell'operato suo e la memoria lo farà grande e a lungo rimarrà l'eco delle sue parole, prima ritenute non senso. E' il solo degno di te, di portarti in giro per il mondo, è lui il santo, il benedetto! E noi, e io? Siamo, io proprio lo sono, quelli della scommessa delusa, nella necessità non ci siamo mostrati all'altezza del compito, accampando un destino avverso, ci siamo abbandonati alla sconfitta, ci siamo lasciati trascinare dagli avvenimenti avvilenti. Ma un perdono, un dio, un aspetto, una manifestazione del solo dio, ci deve essere per noi pure, e per me, che ho la vita tutta storia d'errori, ci sei tu, amore anche per noi! E io lo sento, lo avverto, lo tocco quest'amore. E' tutto concentrato, coagulato negli occhi della donna mia e tra le braccia stringerla voglio casto, come fossi tu!

1 commento:

  1. Tutti i lettori sono invitati al commento. La lingua sia quella madre o, se mi si vuole facilitare la comprensione, l'inglese. Conosco meno bene il francese e pochissimo il tedesco. Grazie!

    RispondiElimina