venerdì 21 dicembre 2012

Chi ricorda quest'amore?







Tu mi chiedi, dimmi, se sai, se il fondamento di quest'amore ne contenga il destino. Io lo credo e voglio dirti perché. Forse è proprio vero, amando si vive più nell'altro che in se stessi. E vivere nell'altro è far propri i sogni suoi e le sue pene. Restare in quei sogni, mettersi nella prospettiva loro, è vedere con gli occhi dell'altro e le cose di qui e le belle attese. E se quello che l'altro angustia si fa proprio, se ne cercherà il superamento insieme, ché la novità del dolore, coraggio richiede e ci si accorge presto che l'altro ne è il fondamento. Così tu sei il mio coraggio! Presto si scopre che amando è sapere dell'amore, e che quello che se ne apprende così scoprendolo, è davvero tutto sull'amore, non v'è dell'altro che non venga subito svelato. E ancora si scopre che in qualunque suo ulteriore stadio, vi si aggiungerà solo commento a quello che le prime parole e sensazioni hanno svelato. E sappiamo di amori intensi e brevi, che in poche sensazioni e per brev'ora racchiudono ciò che il tempo può solo dispiegare con mille variazioni in tutta una vita. E' come accade di musico che su un suo tema dolce e caro ritorna e ricompone, riscrivendo in nuova chiave, ciò che gli suona nel cuore. Ecco è possibile dirlo ancora così e poi ancora in modo diverso e ancora, nulla aggiungendo, solo variando la melodia, che a sé rimane fedele. Così l'amore che si fa, si dispiega in mille e mille parole a imbastir frasi, tutte variazioni delle primissime dette semplici a recettivo cuore, che, ascoltate, le ha fatte proprie. E così è accaduto tra noi e io t'ho detto e tanto, ma tu già convinta eri fin dai primi approcci del dialogo nostro. Sì, fin dai miei primi balbettamenti d'amore per te! Ho poi detto credendo di nuovo e più bello parteciparti, ma in fondo mi sono solo ripetuto, anche se a te è suonato vera, più dolce novità, ché hai voluto così fosse, nulla invero di nuovo aggiunto, tutto di simile, ma avido l'ha accolto il tuo cuore. Si dice, e credo non a torto, che un vecchio ripete spesso le stesse cose, racconta le stesse storie, usando talvolta le stesse parole. Riesprime ciò che per lui è importante quello che gli fa sempre gioia ricordare, ma solo a orecchie attente e amorevoli suona piacevole allo stesso modo e non annoia. Oh quante volte devi aver risentito certi fatti della mia vita, storie belle e meno e io le ho rinnovate a entrambi e tu non le hai considerate ripetitive, sempre comprensiva, indulgente e pietosa un po'. Ecco anche questo fa amore, è amore. E io ho finito per aver importanza per te sola, ché attenta riascolti come la prima volta le storie mie e le mie confabulazioni non solo scusi, ma le consideri arricchimento, cibo per l'anima tua assetata del mio. Ricordi quella canzone che parla, triste un po', della vita che va via, corre con l'inutile fardello delle tante cose e parole apprese, blaterate spesso e da tanta gente,inutili divenute o ingombranti, e delle sensazioni suggerite e delle canzoni che le hanno espresse, tutte stipate nella memoria e tante da divenire di necessità sfumate fino all'oblio? Così è il rammarico per un vero amante, dolce, sincero e assai presente nella vita dell'altro che finisce col diventare al pari delle altre cose della vita, vecchie divenute, come un ritornello non più cantato, non più diffuso, ma restato prezioso, pur nell'apparente decadenza, solo per chi può riascoltarlo fargli al cuore ancora dolcezza. E immelanconisce questo inevitabile sfumarsi e perdersi delle cose più preziose nonostante il cuore le abbia serbate gelose e voglia trattenerle, ché non decadano nell'oblio. Così è certo per te di questo nostro amore. Vorresti trattenere il tempo, fermarlo, ché più non ne rubi frammenti col correre delle sue ore impietose e senti che ti sfugge, vuole sfumare nel ricordo. Non diversamente i pesci rossi della vasca antica che vengono, avidi delle briciole offerte, a far mostra di sé, tu poi li vedi frettolosi riguadagnare il fondo sfumando nell'acqua verde lor forma e colore. E come la venuta loro intenerisce, così la dipartita frettolosa fa un po' tristezza. Così quest'amore. Ma noi non siamo soli in questo bene condiviso, c'è chi l'ha favorito, chi l'ha sollecitato, chi se ne è rimasta discreta accanto a custodire e ricordare le preziosità sue! E la memoria sua ce le ridonerà, non le lascerà finire nel nulla! E ricominceremo con lei la nostra storia meravigliosa e i nostri cuori palpiteranno daccapo i nostri palpiti da lei conservati preziosi. Ecco questo fa l'amore del dio! E se tu diversa idea hai, ecco pensa anche questa, ella è quella che ci ridarà quest'amore e sta certa che, se dici questo, hai già detto tutto di lei. L'ha voluto, l'ha preservato, l'ha conservato per la gioia di ridonarcelo. Ella è colei che dona per ridonare dopo breve parentesi, ama per riamare ancora. Ha sognato di noi e veritieri sono i sogni suoi, come i nostri antelucani che presagiscono il vero, e diventeranno realtà ancora. Quando, dove? Quando sue lucciole ci ritroveremo tra le sue stelle e io ripeterò in brillii il mio primo babillage per te!

2 commenti:

  1. Parole molto belle, che esprimono gioia e malinconia al tempo stesso... Mi è piaciuta in particolare la metafora dei pesci rossi, davvero suggestiva.

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  2. Questa bella composizione viene ad essere un inno all'amore in generale ed all'amore di coppia in particolare. L'autore affronta il tema come compenetrazione totale nella persona amata: è la vita interiore ad essere in qualche misura condivisa dagli amanti prima ancora di ogni altra cosa. L'amore sconfigge l'estraneità è un ritrovare l'unità perduta dopo la separazione delle anime. L'amore in quanto tale è anche un modo di sconfiggere l'indifferenza. Un comune destino ci unisce nella gioia come nel dolore e quello che sembra dovuto al cieco cao in realtà è il frutto di un disegno superiore. Ciò che è condiviso è il sogno, l'attesa, la speranza, ma anche e soprattutto il dolore ed il suo fardello. Come voleva San Paolo l'amore è un portare ciascuno il peso, la croce dell'altro e questo è un dono scambievole.Ma l'intesa degli amanti non necessità di sproloqui, poche parole iniziali aprono orizzonti sconfinati e l'amore non è che un commento alla magia iniziale dell'innamoramento, proprio come la vita umana è un commento al miracolo della nascita. Nel seme è conetnuto in nuce ciò che sarà la pianta così il cuore proprio come quel seme, nel terreno feritle dell'amore conterrà tutta la storia del nostro amore che germoglierà nel commento e nell'esaltazione di se stesso, proprio come nel seme del cuore di Dio è contenuto tutto ciò che sarà poi espresso nella creazione, commento all'amore primigenio. Una nota di malinconia da voce poi al tema dell'amore perduto, tradito dal tempo che pare allontanarci inesorabilmente da quel sogno antico. Eppure il ricordo fa rivivere esperienze passate, riconferisce loro dignità. La metafora bellissima dei pesci rossi esprime questo riemergere nel ricordo e questo scomparire nella notte tenebrosa del tempo. Ma alla fine della composizione una certezza radiosa fuga la malinconica riflessione: l'amore è custodito nel cuore del Padre come in un archivio divino e perciò nulla di esso andrà smarrito e non solo l'immagine femminile che lo spirito ha dipinto di Dio ci rammenta in eterno il nostro perduto amore, lo fa rivivere nel miracolo

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