Perfino
al fiatar dell'attimo, ombre minacciose par si affaccino sulla ormai
fragile condizione mia, qui già tanto precaria. Son la minaccia del
nulla? Oh tu non voglia! E il nome mio sull'onda mutevole del tempo
già logoro, più e più s'espone alla fine sua, come effimero
scritto sull'acqua o sulla rena, e io poco o nulla ancor so dell'amor
tuo, forse perché non si svela ai tumidi d'orgoglio nessuna verità.
E come ti chiamerò, affinché nel buio incipiente tu la luce della
presenza tua m'accenda, basterà, madre? E ora questo mio vivere qui,
già nell'assurdo, mi s'è fatto dolore, ché il male m'espone alla
paura e a mediocrità di vita, già limitata e stretta nelle
vicissitudini sue. Sì, eccomi, completamente indifeso, esposto al
male, a questo che so e ad altro forse già, e lo ignoro, ma supporne
la possibilità lascia mi senta più piccolo e meschino, quando alla
notte, complice l'orrore di restarvi solo con esso, mi fa balbettare
più e più il cuore e m'avaccia bolsa la lena. M'accade così e tu
forse lo permetti, benefica la paura a chi forse umile vero non è, e
ancor l'orgoglio ha dello stupido, che da te l'allontana! E se di te
quasi tutto vero ignoro, come guarirmi tu stessa potresti? Ho io
tanta fede da meritarlo? E così mi ritrovo ipocondriaco, indegno e
dubbioso, e poi cos'è questa smania che mi prende di saper di te il
vero nome? Oh se vero sapessi il nome suo, mi ripeto, l'invocherei
per la miseria mia, e per chi amo e chi, candidato al suo perdono
s'è, e così alla mia speranza d'amore, là nel luogo dell'amore
suo! Nome il tuo che certo significa che bontà e bellezza “ una
esse”, ma che donna alcuna di qui aver può. Non perché raro sia
che qui una bella e buona sia trovata, ma se sì, solo rimane una che
di te significa, icona tua a chi l'ama, ma chiamarsi come te non può,
unico il nome vero per ogni persona a significarla, che le dà e si
dà il dio! E tu sola sai il nome mio e mi chiamerai con quello e io
certo capirò che proprio me chiami! Il tuo è nome di chi, madre,
tutti ama, figli, e sa il bene e le vie sue per ciascuno d'essi, e
s'adopera che le imbocchino, mentre lascia che stille di felicità
già qui cadano sui loro cuori dalla vita di qui quasi subito provati
o morsi. Nome che sa d'amore e gioia eterni e qui prologo già ne fa
a cuore degno, nome di chi è presente in chi soffre e consola e apre
alla speranza e dischiude a lui il cielo di miriadi di stelle, quando
tutto vuol negarsi e farsi buio fitto, di barlumi avaro. Nome di chi
sorride all'innocenza, nome di chi il piccolo protegge, guida,
consola e se la vita lo rifiuta in sé l'accoglie, ché non si perda
nell'immensità del cielo. Nome che gli angeli buoni seconda alla
preghiera accorata e i tuttora malvagi, quelli il cui ravvedimento
tarda, fa fuggire. E tu dal nome arcano dove vero sei? Ti cerca e
cerca il mio cuore e in questa dolcissima t'ha sperata! Ma dove sei
veramente? Sei dove il buono sorride all'innocenza dei piccoli, dove
e in chi alberga la giustizia e dove la verità opera sui cuori con
tutta la bellezza sua e dove mette cespo e si fa rigogliosa e bella
pianta? O sei vero anche in questo mio cuore vecchio, che di bizze
sue tutto m'impaura? Oh potesse quest'anima greve impennarsi di
candide ali, azzurrarsi nel tuo cielo e raggiungerti! Le diresti lì
il nome tuo e lo ricorderebbe la mente mia in sé tornata? Ecco ora
questa donna guardo, come fuori del mio sogno, che sempre in sé la
vuole, s'è fatta più piccola,ha bianchi i capelli e rughe un po'
sul bel viso, ché anche per lei avanza ingrato il tempo, ma delizia
la pupilla mia tuttora e l'anima mi s'accende di luce al solo
labbreggiare il nome suo bello! Perché di simile non fai del tuo,
col permettermi già qui che l'anima mia lo balbetti, anticipandomelo
sulle mie labbra arse d'amore inappagato? Col dire il tuo evaderei
certo dall'asprezza di quest'ora e forse a te evaporerei di gioia per
raggiungerti tra le stelle, dove questa tua donna attendere. Nome
che, pronunciato da umiltà sincera, certo l'universo innamora, nome
che dà la vita o fa sì che essa possa chiudersi serena al suono suo
sulle labbra o nella mente. Nome che chiudere dovrebbe ogni
preghiera, ché miracoli di vita ne vengano, fiorendo il bene,
impaurito e fuggito il male! Nome che sarebbe tutto per la mia
volontà di bene, che vorrei diffuso, ed essa lo ignora! Esso
fugherebbe della notte l'orrore della mia paventata solitudine e non
permetterebbe al cuore che i palpiti suoi balbettino di paura. Oh sì
dimmelo e lo terrò segreto o lascerò l'apprenda chi t'ama, come e
se tu vorrai! E forse sillabarlo dovrai, ché giusto l'apprenda,
sulle labbra tue con pazienza come fa madre che ripetere voglia
sentirsi, mamma, dal piccolo suo. Io, appreso che l'abbia, certo lo
balbetterei d'emozione e mai sazio sarei di ripetermelo e di gustarlo
in tenerezza d'amore e ai malati che so darei speranza da cuore
fattosi più innamorato, e forse di guarirli capace sarei, vero tuo
medico allora! Sì, lasciamelo cadere nel cuore, o dillo alla donna
mia se più degna ne è, me lo ripeterà nella tenerezza sua per
sognare insieme di te!
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