domenica 14 settembre 2014

Privilegi


Ora, finita l'ideologia, che pretendeva di dimostrarla possibile, di una futura società tutta rinnovata di tutti educati a vivere la giustizia garantita, occorrerà rassegnarsi, ché di utopia si trattava e nel mondo delle tante disparità e ingiustizie si rimarrà! E più ancora che a tutti qui non verrà mai dato secondo i personali bisogni! E da chi? Dai governanti, quelli del potere del momento e di sempre, gestori anche della fortuna, ingiusta con i più, ma sempre benigna con i privilegiati mantenuti e protetti. Essi qualunque ne sia colore e credo, pur nella fecondità della vita associata nella pace, sempre hanno preteso molto in cambio di poco o di eterne promesse di maggiore equità nella distribuzione del disponibile e di più diffusa opportunità di badare all'oggi col proprio lavoro e costruire il proprio e l'altrui futuro nel bene. Qui tra i bisogni primari ci sono ancora fame e sete, da noi solo forse contingenti, altrove cronicamente presenti! E assicurare che i più abbiano il sufficiente, e non l'appena, resta nell'impegno tenace dei buoni, non come i più, volutamente sordi e ciechi alle pressanti richieste d'aiuto. Sì, ma anche nei sospiri della preghiera di quelli che così si spendono, dall'umiltà della loro bontà, che dispone sempre di poco, per i bisognosi tutti. I poveri soccorsi ricambiano spesso il vibrare di queste anime generose con un palpitare amoroso e con ammirazione per chi appaghi in un po' di concretezza il pungolo della loro miseria, che, negletta, requie da sé non dà. Ma non è sempre così, talvolta questo mondo si fa beffa della volontà, che vivere vuole fino in fondo le azioni di bene, dettate dal cuore e che crede di uniformare, facendosene strumento, ad una analoga divina cura dei meno fortunati, mantenuti indigenti dai privilegiati ricchi. Viene fuori non tanto la non riconoscenza, che non fa molta meraviglia a chi lotta per il proprio e l'altrui bene, ma l'amarezza dei tanti frutti dell'egoismo più becero dai tanti beneficati, che rigoglia proprio tra gli ultimi in tutta la crudezza sua, non mascherato dall'ipocrisia invece diffusa tra i privilegiati abbienti. E tra questi frutti velenosi perfino la morte! E più di frequente, tutti i possibili danni da violenza, che par non aver freno! E, incredibile, si scatena nell'odio perfino da chi, costretto dalla diffusa ingiustizia a chiedere, invece dello scontato e rassegnato rifiuto, trova orecchie che ascoltano e mani che porgono anche dal loro poco. Penso alla sorte di certi missionari in Africa, terra di molte ricchezze e risorse, che non toccano i più. Ed è di questi giorni la notizia di come sono finite tre suore, scatenata la volgarità più esosa di istinti bestiali. Sempre rischiosa e precaria è la vita quanto più perfetta è la conformità al volere divino, che ha comandato e quelle sono andate, decise a restare tra i poveri del loro dio, nel privilegio della fedeltà al suo richiamo. Ma da questi proprio assurde voglie venute son fuori, rapaci per la lor carne non più giovane, appassita e per la bellezza trascorsa. Belle ormai solo dentro! E le anime loro tanto crudelmente strappate! Assurde pulsioni del male! Quand'è che ci affrancheremo da sì dura schiavitù? Eppure così in un destino tanto crudele, un privilegio, la santità, che talvolta passa per il martirio! E il loro ideale qualcuno continuerà, ché, passando per il perdono, tornerà l'amore! Quanto più l'amore spinge ad agire per gli altri, più si è, ci si realizza uomini veri, vero capaci di bene, non importano i risultati, quanto deludenti possano essere! Privilegio è pur sempre opportunità offerta e rinnovata nella fiducia, da chi leggere sa nel cuore! E io so il tempo mio d'agire compromesso... Ma non quello della preghiera per la tutta bella del cielo! E anch'io ho un privilegio, quello della speranza, se non subito del cielo, del perdono e dell'amore suo manifesto! E così, ingenuo, spero rivedere gli occhi suoi ed ella dirmi qualcosa in sogno beato e io continuare a non capire, ammaliato! Ed ecco il sorriso della donna mia e io non capisco di più, ma avverto da quali mali sono esentato, ché ella schermo ne fa, e m'addormento, come vero ritornato bambino ingenuo, sperando di ritrovarlo, nuova alba sorgendo!

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