venerdì 12 settembre 2014

Ed ella pur parlerà!





Come quando in notte di mille e mille stelle l'aria tutta odorante si fa di fragranze, al buio lì lì dischiuse, e più ancora quando par che tra le tante presenze del cielo nuova più brillante stella s'aggiunga, o come in terra, nuova essenza versi del suo e ne faccia più ancora aulente l'aria, in simile apparente gioia del tutto, è quel cuore innamorato, cui la sospirata bella dica finalmente il suo sì. E ho un ricordo lontano. Forse non la conoscevo che da poco, ma era come se con cuore infaticato avessi bussato al suo chiuso da molto, troppo, tanto ne ero preso! E venne il sospirato suo sì, insperato, in una sera incantata, quando in un vero parlarci, per la prima volta, quasi tutto amoroso, volle a lungo tenermisi stretta per confessarmi che, prima che per lei manifestassi, a suo giudizio, sicuro interesse d'amore, ella, ben celando il suo, brivido si faceva tutta, dal cuore iniziando, alla vista mia e, forse per giustificare il suo cedermi improvviso, che di pianger di gioia, proprio allora, più trattenersi non aveva potuto! Persi quell'amore e non so bene perché, ma forse ché anche per me, che pregato ho per lei e sempre pensata l'ho felice, o sperata, con l'amore suo novello, una nuova stella vero s'accendesse bella a farmi incanto. Proprio così parermi dovette a prima sera, quella, che ancor amo e da cui mi credo riamato, quando le sue parole, in serbo per me, mi disse, tremando, forse incoraggiata dalle tante mie o non potendo più trattenerle! Fortunato!





E proprio da questo, credo si possa iniziare a coinvolgere gli altri nel proprio bene, sincero sperando che molti di simile fortuna abbiano vissuto per la vita tutta, sì, un vero amore di donna. E lo scopo? Raggiungere, pronuba la donna qui amata, in ammirazione d'amore quella del cielo! Perché la vita a lei s'abbandoni fiduciosa, e nulla serve di più dell'amore da cui si parta, più nulla! E avvertiremo brivido nato dal cuore prenderci completamente e da lì all'aria, fino ad allora cheta, tremore trasmettersi! E nessun fatto, accaduto da benigno destino permesso, moto o fremito del cuore divenuto, di più permetterebbe, nemmeno se da quella tutta bella ci fosse concesso tornare al passato e alle illusioni sue, e la bella tutta tremante stringere ancora con avide braccia! Ma l'amore per la bella del cielo è assai diverso da quello per qualunque altra bella di qui, anche se da esso favorito, anche inconsapevolmente, ché donne ci sono che paiono ignorar quella del cielo volutamente, vita dura la passata senza troppe illusioni e delusioni tante! Quest'amore è speciale e vi trasfigura l'universo tutto! Ecco, ancora il cuore abbiamo tra le cose di qui, quasi mai belle o del tutto brutte, costretti a restarvi per un poco o assai più, troppo lontano il cielo! Ma tra queste cose, imbrigliato il cuore, che tanto ami la bella divina, anche più sensibili si diventa e avvertite sono le rare già belle, ma che paiono nella meraviglia lì lì rifatte, e ancora più belle, novelle come uscite lì lì d'artista, e solo per esso. Sì, proprio da quella che, amata, può simile miracolo, quello che tutto di più s'abbelli e s'incolori smagliante, per far godimento al cuore di chi ella ami. Ma non è sempre così, e forse non lo è per i più! Non che ella li ami di meno e perciò meno concede, ma forse di più, troppo anche per il più puro cuore umano, così nato e conservatosi, o ridiventato per amore, tale per lei sola. Ma il male qui spesso fa come ottuso vento è solito, viene, ritorna più forte e schianta! E l'amore divino che fa? Discende allora in chi ama o meglio mai se ne allontana, ascolta i suoi gemiti, li fa propri, e vorrebbe guarirlo dalla ferita subìta e non gli riesce! Perché? Questo mondo spesso è nel silenzio del dio e il campo dell'impotenza sua, di fronte alla protervia del male! Fallisce e muore con chi dell'amor per lui o nonostante quest'amore, muore! Sì, il dio muore ancora e non solo della cattiveria, pur tra noi oggi ancora tanto diffusa, ma ogni volta che un suo amato succube è di questo male, qui regnante. Ama fino a morire ancora per chi o a causa di ognuno che ne resti vinto, disperato, fino alla negazione dell'amore e tentato d'odio per esso addirittura, ma che ciononostante amato sia dalla madre sua! Ed ella è una che mai desiste dall'amor suo, è l'amore! E quello che gli accade è una prova estrema per il povero malcapitato, vedere il male impadronirsi del corpo suo o della mente e a nulla servire la più accorata preghiera, sua o di chi, amandolo, accanto gli resti, la donna sua! Nulla invece dalla divina generosità, né un lenire i dolori, né un sollevare i miseri resi tali dalla malattia, o dall'abbandono dell'egoismo umano, nel bisogno d'amicizia e d'amore. Ma, meraviglia!, non serve per rimanere nel cuore della tutta bella, meritarlo, cioè essere forti in un atteggiamento eroico saputo mantenere a dispetto del male subìto. Ma si può restarne umanamente disperatamente succubi e dire, gridare a quella del cielo, Ho cercato d'amarti pur nella disperazione, verrà mai l'ora che tu mi dica le parole del tuo amore qui negatomi? Ci sarà un luogo oltre il mio dolore, in cui la fede mia, piccola ridotta o un niente quasi ormai, supplice fino alla noia per quelli di qui che costretti sono a sentirne parole e grida, fatta di tante, troppe lacrime, sia accolta davvero come eroica pur nella miseria sua estrema? E ti faccia parlare? Perché tu l'unica sei le cui parole diventano, ma fuori di questo mondo malvagio, cose, fatti, che dolcezze da cuore provato avvertiti siano! Ed ella pur parlerà, davvero tanto più amata da quelli che qui il male perseguita e più ancora riamati!

Nessun commento:

Posta un commento