domenica 7 settembre 2014

Nostalgia di un amore











Tanto accorato sarei della perdita di questo mio piccolo amore che vorrei morirne e non restare in cupa solitudine lasciato, ma di simile, o poco meno, son certo m'accadrebbe se la sapessi allontanata per cercare altrove novella felicità, soffocato nel cuore da tanto amore non più ricambiato, eppure ne avrei nostalgia! E mi chiedo, Chi saremmo senza un piccolo tenero amore di donna, se non più ancora smarriti, poveri di attenzioni, se non del tutto trascurati e abbandonati qui nell'incertezza, indifesi, nella precarietà addirittura, e derisi anche ed esposti al motteggio della volgarità diffusa? E soli in un cantuccio a parte ce ne staremmo senza nulla attendere né chiedere, forse appena osando fiatare sentendo palpiti disordinati d'ansia in cuore fattosi d'improvviso più vecchio...E ci gemerebbe dentro la nostalgia di primavere odorose di tanti fiori, e nel sole i colori loro, e notti illuni di stelle a miriadi, scarse, fioche le luci cittadine quando saliti ai nostri monti, o tutte di luna a far d'argento il nostro mare tranquillo. E lì proprio tra quelle cose belle evocate, anche un volto caro, e appena suoni e dolci echi, indistinti, forse le sue parole, che sillabe almeno vorremmo e non più ormai che appena sussurri, e le sue tenerezze vorremmo avvertite ancora, almeno lievi carezze come quelle che fa talvolta vento gentile appena alitando. Sì, presenza cara, ma sbiadita, sfocata nel ricordo a farne amarezza di incapacità di più nitido disegno, troppi i particolari rubati dal tempo! Simile alla nostalgia che così talvolta prende per un amore perduto lontano, quella di uno di recente smarrito e non meno incerto quel volto e il sorriso e le parole suoi, tanto l'accoramento, che ne impedisce la chiarezza, anche in giovani ricordi, ma diventati lacunosi forse per inconscio tentativo di liberarsene, penosi! Questa la miseria di un cuore che sull'orlo del nulla si senta, se perduto abbia un ultimo, vero creduto, amore. Quando, come è stato? Esso si chiede. Era inverno, era estate, era tempo di primavera o alla caduta delle foglie? Non lo si sa più bene, tanto lo smarrimento accorato! E allora, se vero piccolo bene quello era da tener stretto al cuore, o da ficcar nel cuore, lo si riperderà rivivendone l'angoscia del distacco, a ogni inverno, estate, primavera, o autunno! Forse ogni loro giorno o notte, ché non svanisce l'amarezza di quel momento, anzi si può riproporre, accentuata per i più sensibili, a ogni crepuscolo, quando il buio che subentra tutto invade, mente e cuore, e possibile ad ogni alba, dopo notte agitata da foschi sogni, come inutile tornata, ché triste si crede il nuovo giorno proposto, come i tutti già passati nell'abbandono, mai trascorso, o almeno vero sopito, il dolore del vissuto ingiusto distacco! Sì, qualunque il come dell'accaduto, è ingiusto per l'abbandonato, ma anche tale avvertito da chi ne ha spezzato i sogni. Perché? Mai così assordante il frastuono del mondo, mai così avvertita inutile la frenesia sua, ché nulla finisce senza turbamento e tristezza, almeno un po', anche per chi dell'epilogo sia responsabile! Ma ecco un giorno diverso e tutto s'oblia, almeno nell'immediato, in un nuovo amore sperato, ché concretizzarlo occupa completamente mente e cuore! E non più la frenetica danza delle cose intorno e di quelli che le vivono o ad altri le propongono, e non più folla intorno di indifferenti a quanto accade ad altro affaccendati, ma la creduta complicità di pochi che paiono assentire, ammiccare perfino, così da sembrare complici in quel che si desidera più di tutto e presto attuare con un audace approccio. E ci si accorge del sole fuori che tutto indora e la notte suggerirà nuovi sogni, ancora premesse d'amore a cuore di nuovo innamorato! Ma se troppe aspettative da chi non si conosce che poco, la concretezza del vissuto, passato lo stordimento dei primi scambi, finirà col deludere quasi sempre, molto o poco! E ci si può ritrovare nella mediocrità e allora cadono le ali ai tanti sogni e forse si rimpiange il passato, a torto proprio mediocre giudicato, e i protagonisti suoi. Sì, può essere molto ingiusto il presente con chi da esso troppo s'attende o anche poco, ma autentico, soltanto un piccolo bene. E non era almeno così o più ancora l'amore perduto? Ingrati, lo si è scacciato dal cuore, frettolosamente giudicandolo rinunciabile, perché un poco avere e insignificante! E ci si chiede nell'ansia, È esso passato forse ad altro sogno? L'ha concretizzato felice? O anch'egli qui deluso, ha perso il gusto della gioia di viverci? Forse non lo saprà mai. E questa anche potrà essere la sola ingiustizia, tale proprio pensata, quando pur soddisfi il bene realizzato col nuovo amore! Non sapere più nulla, se non congetture sul sentito dire! E perché pur nella propria gioia si pensa al destino dell'altro? Perché se vero uomo o vera donna è chi si è volontariamente allontanato, avrà desiderato il bene per l'abbandonato e perfino che il bene negato all'altro, potesse da questo essere ritrovato nella gioia di nuovo amore! Sì, forse solo una necessità egoistica, ché nulla turbi la propria anche piccola felicità raggiunta, nemmeno il dubbio di aver agito in fretta inadeguatamente, gettando l'altro nella sfiducia per la vita! Ma se non è così, è persona buona chi s'è allontanato e questa perfino prega per l'altro, ingiusta può essere sentita questa vita, ché non sapere il destino di chi pur s'amava, amareggia e molto! Non diverso il comportamento di quella del cielo, apparentemente sdegnata della facile fallacia dell'amato, ma pronta al perdono per di nuovo più ancora amare, o se di donna di qui si tratta, allontanatasi per nostra sconsideratezza vera, o ritenuta tale per fatale equivoco o maldicenza, eccola talvolta abbandonarsi alla tristezza e al rimpianto per l'amore perduto, dovuto perdere! Ma fuori c'è aria fresca e invita, e lì, sotto un sole smagliante, erbe, fiori che profumano di novella primavera, e tutto suggerisce pace e gioia. Così è dolce abbandonarsi, cedendo all'incanto, e ritrovarsi in un ultimo sogno rasserenante, che le stesse emozioni quest'ora incantata detti al cuore smarrito, che, forse non lontano, ascolta nello stesso momento i primi canti di uccelli innamorati e avverte la stessa struggente nostalgia, immersi i sensi in questa aulente aria di prima primavera!

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