giovedì 1 agosto 2013

Il coraggio d'amare






L'egoismo divide, separa, parcellizza l'umanità, ed è sterile. L'amore è diverso, vuole raccogliere, coagulare, dar frutto, e può perfino essere senza avere. Sì vero, fino a poter dire di continuare ad amare pur senza più contraccambio, o forse mai avuto! “Amabo vel tu mihi aias vel neges”, dice l'antico poeta! Anzi così proprio imita il tuo, ché tu ami nella libertà completa di chi è amato e desiderato, perché pure a te si può assentire o dir no, senza cessi l'amor tuo! Ti somigliamo in questa capacità d'amare, vero particolare, vero umana, ma forse solo tuo dono, quando il figlio tuo fatto ha la nostra specie a vostra immagine. Possiamo allora ben vicariarti se desideri l'afflato tuo trasmesso, ma occorre fortemente volerlo. Non è compito facile, è un santo impegno! E allora ti dico, È pretender troppo chiederti di aiutarci a viver con coraggio di superamento la tentazione che sempre s'affaccia nel quotidiano di negligere l'amore, il nostro possibile, sol piccolo amore? Sì, star per sé, chiusi in becero egoismo, nulla fare per l'altro, ma anche pretendere d'avere, senza aver nulla dato per primo! Sì alludo all'amore terreno, che può elevarsi fino ad imitare e vicariare il tuo oppure annichilirsi, parlare tutt'altro linguaggio, nell'abbrutimento che vede l'altro, oggetto, non più persona e ne distrugge la libertà. Ma non mi contenterei di salvarlo nell'aspetto suo migliore, ché fa immagine del tuo, anzi prologo lo ritengo, se il tuo manifestato si sogna, come a me accade, ma quello che ho, il conosciuto, grazie a piccola donna, e quello che ho per te, che il primo continua ed esalta, ma che più non distinguo, ché aspetti sono d'uno stesso sentire, lo vorrei così grande da poter avvertire d'esser con te in frenesia d'amore, simile a quella che qui pur prende a volte, non importa l'età, per fascinosa donna. Sì, perché lo star per te, per il dio, a questo deve somigliare! E così è nel santo certamente, nel mistico almeno! E' tutt'altro da una, sempre rinnovata, scelta di buon intenti, ma scialba, che comprometta poco, poca, e per te deludente, la fattiva risposta alle sollecitazioni dal mondo, in vita acquiescente, mediocre, anche vissuta senza troppo entusiasmo, tentata dalla noia, malgrado la richiesta di più coraggio. Quello che con tanta insistenza anch'io ti chiedo di possedere, ma per vivere questa vita pienamente e non deluderti, ché attendi da me che io sia per il bene, sia per te, dalla parte tua! Qui nel nostro mondo, in modi diversi andar si può incontro a mal giudicati eccessi d'amore. Così, nonostante le tante esperienze fatte, uno ricade talvolta in mal d'amore, non ricordando, per quella che è oggetto d'attenzione, più nemmeno il “non bis in idem”, che consiglierebbe al cuore, “ quod passum perditum ducas”. M'è accaduto, ho fatto simil esperienza? Davvero non so dirlo! E v'è canzone antica, che canta di un amore contrastato che sempre vede l'innamorato come sparuto attender l'affacciarsi dell'amata sotto la finestra sua. Certe esteriorità, nemmeno attuali nel mondo che veloce corre, che sanno di romantico tempo andato, da maturi invaghiti, evitabili del tutto non possono essere, e quando celate a lungo restate, pur verranno fuori, e faranno sorridere, almeno l'interessata. Ma con te è diverso, non ne sorriderai di scherno, ma di gioia. Sì, se l'amata sei tu, bella del cielo, allora tanto di te ci si può invaghire, che possibili ne diventino atteggiamenti estremi e vero mistici della cui esteriorità però vergognarsi lecito non è, ma nessuno li capirà e li scuserà. Se ne sorriderà o riderà? Bene, più convinto ne diventerà l'amore! Corro il rischio di questa santa follia? Quanto lo vorrei! E talora anzi mi dico, ben venga radicalità in quest'amore per te, mi farebbe vivere il sogno di poter divenire vero mistico, santo anzi. Ma se cercassi di vederti, macerandomi cuore e carne e mi facessi vero sparuto, assetato di nostalgico, appena assaporato amore, come quello della antica canzone, uno che ha forse intravisto chi le pene sue alimenta e la prega di riaffacciarsi lassù alla finestra sua, forse ne rimarrei deluso ché tu capolino tra le nuvole non fai. Ma se veder non ti fai, posso, perché l'amor mio per te è in continuità con quello per la donna che ho, anzi è lo stesso, solo forse amplificato del suo, vederti in lei e tu a me facile parlar puoi per questo amore vicario di piccola donna e io stretto me lo tengo! Anzi mi dico, Ella, la stella del cielo, è almeno come questa, sì di me innamorata! Ma con questa donna anche bagattelle, ma pur sempre d'amore sincero. Pensa, gelosa è di fantomatica rivale e s'incupisce se su, purtroppo vera, mia passata “folor”, direbbe il trovatore provenzale, che si macera di pentimento “sull'escalina” di là, nel mistico incontro col poeta, io scherzo in sempre maldestro tentativo di divertirla e che ne sorrida. Allora tu una grazia speciale per noi poveri amanti spender devi, il coraggio di vero essere per te in questo povero amore umano, fatto di tante cose sublimi, ma allo stesso tempo povere, come a me accade se, meschino, la giusta reazione dell'amata provoco, in fondo cedendo alla becera tentazione di trar diletto da sua rinnovata pena. Ecco l'amore umano anche questo può fare, ecco i suoi limiti, ma occorre tutto sublimarlo, per vero poter dire, continua in quello che vede te, l'amata. E come? L'uno sostenga l'altro, l'uno scusi l'altro, l'uno perdoni l'altro di non essere stato secondo le aspettative sue, e di non potersi, non sapersi correggere se piccole, sempre viste grandi, manchevolezze o tentazioni pur ci sono, che già sul nascere domandano comprensione e più amore, più che perdono! È tirocinio d'amore, questo solo a due, non meno arduo di quello per l'amore dovuto a tutti, affinché tu possa accettarlo prologo al tuo, quello, credo, che manifesterai a degni amanti, o a quelli che sublimato abbiano l'amor loro da povero e limitato a uno grande, esteso agli altri e le cose e gli animali tutti del creato. Un amore iniziato piccolo e divenuto grande, per una donna e così per tutti! Ma altro ancora ti chiedo in tema d'amore, il coraggio di non disperami nel mio ostinato rivedere il passato, che sempre suggerisce pentimento anche nelle errate piccole cose trascorse, come mancati gesti d'amore, vivide nella memoria, anche verso le persone più care, cui rimedio più non si può porre. Io vi rimedierò, sanerò le mie carenze forse nel mondo tuo senza tempo, mondo di tutte nuove possibilità, occasioni per l'amore, ma ora qui vorrei stare come chi, in preghiera incessante, cerchi l'amor tuo, contraccambio al mio, negletta l'antica opportunità di farlo, senza ossessivo sterile pentimento, ma forse non avulso da penitenza. Quale per me? Quella di dover pur agire per gli altri tutti, manifestando il mio, pochi i mezzi, poco il talento, o come chi balbetti amore a tutti da inadeguato e sprovveduto, e mai vi rinuncia seppure apparir possa ridicolo, eccone la piccola pena da soffrire, non certo quella grande di chi, per piacerti, prova a viver la vita sua solitaria avvilendo il cuore, io non potrei, non sono un vero mistico, ho bisogno della mia piccola donna, ho bisogno di tutti! Vorrei perciò la vita attiva, anche contrastata, anche inadeguata, anche un star appena,ma non meno sofferto, tra gli altri, e tentare di divenirvi vero tuo vicario, anche non vincente, perdente, ma forse allora vero d'amore. Sì e non solo lo vorrei per me, ché se a questa donna e a me devi una tua grazia, questo pretenderla, questo invocarla di continuo, si giustifica perché è la stessa che chiedo per tutti. Sì, donata per amore, anche a chi già t'ha nel cuore e non lo sa! Sai, qui tanto spesso è il male, fa caligine tutto in sé volendo, avido delle vittime sue, rende smarriti e pavidi, come ciechi brancolanti. E mi chiedo, cosa filtrarvi vi può a far barlume di conforto alla storia bella di, come noi, poveri amanti, che vivano con ansia la precarietà del loro amore e non vi rimangano contenti, ma pretendano di poterlo estendere a tutti? Solo l'amor tuo seppure in una luce breve, appena d'un attimo! E sia questo il dono per chi vuole l'amore! Sai è assai bello scoprire che gli occhi della propria amata hanno un brillio sotto le stelle, e amore lo dice riflesso dell'amor tuo ché a guardarci stai, stella di questo cielo! E allora anche ci avrai donato il coraggio di poter considerare eterno l'afflato tuo, nonostante il silenzio delle cose divine di sempre! Il silenzio del dio che fa più rumore di assordanti fragori! Qui simili a noi amanti attendono di simile, stanno con poca lena, avacciati lor cuori di inconfessata paura che il bello, il buono realizzati nel loro piccolo mondo di due finiscano nel nulla, unione la loro insidiata e precaria, ché stringe il male, anche dell'invidia, da ogni dove, ma fiduciosi sono nella vita, anche se ormai poca o tutta passata, alle spalle. Sì, aiuta tutti che fiducia abbiano almeno nel loro piccolo amore, sia sempre avvertito come una certezza, solo così lo potranno desiderare e in qualche modo realizzare anche per gli altri! Quell'amore che ognuno dei due non solo mantiene vivo, ma prova ad accrescerlo giorno per giorno, e quello allora esonda dai lor cuori e altri ne coinvolge! Così, prezioso è l'amore, anche piccolo, anche limitato al solo mondo di due, perché ha questa potenzialità! Ecco, forse solo vita da mediocre, non da mistico è questa mia, ma è l'unica. Questa spender vorrei per quel che ne resta, nella ricerca di te, e come potrei se non con l'amore? Ti chiedo allora il coraggio di non desistere, non diventi io dimissionario d'amore, uno che rinuncia per il poco o il niente realizzato pur con spesa di tanta tenacia, sarà che al fine ti trovi? Sai, ti dico,(ecco ancora la preziosità d'un anche piccolo amore), credo abbia già di te, non parto dal nulla! Ma poi dubbioso, Vero basta questo piccolo amore di donna ché già abbia del tuo? E ripartire ogni volta da quello con le forze che scemano, mi farà far mai il passo, il balzo sufficiente a che t'incontri fuori dai miei tanti sogni? Sì, se lo vorrai, mi rispondo, e questa è la fede, la speranza mia, non deluderla, stella del mio cielo! Ma, ansioso ancora, ti chiedo, S'accrescerà vero il bene dei nostri cuori, fino a raggiungerti o il niente lo divorerà? Se proprio tutto deve finire, ti dico, questa sarebbe la vera oscurità del male vittorioso, che non oso pensare possibile, ma questa credo la forza della preghiera, sì di estendersi all'impossibile, ché nemmeno la sua minaccia sfugga all'attenzione tua previdente! Allora ti invoco, fa che ad altri cuori passi l'amore in continuità col nostro, che esso almeno non si perda! E se penso questo attuabile in qualche modo, anche per vie fortuite solo d'umana possibilità che chiamiamo destino, so nella fede che accadrà perché tu lo vuoi. Allora so di vero poter credere, tu, il dio, non solo sei, ma sei anche per me e questa donna e tutti! Perché è vero non muore l'amore! Piccolo è il nostro? Grande ne è il futuro, tu lo destini alle stelle!




Non ha detto il poeta, poca favilla gran fiamma seconda?

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