sabato 17 agosto 2013

Come sabbia è l'amore






Come quando, saliti ai nostri monti, s'ammira il paesaggio, e da lì del paese lasciato in basso, l'abitato, quello, nella lontananza, appare su uno stesso piano schiacciato, così fanno i ricordi con i contenuti che tutti appaiono allo stesso modo lontani. E come diresti che gli oggetti della tua visione ti appaiono come riprodotti in un mosaico antico monocromatico su bianco sfondo, o anche di tasselli di colori sì diversi, ma allo stesso modo tenue soffusi, persa la prospettiva in questa rappresentazione, che più non distingue i diversi piani delle distanze reciproche delle cose, così i fatti, che emergono dal passato, paiono non ben distinti, sfumati, come cose di uno stesso colore scialbo, per la lontananza temporale, e anche come siano accaduti tutti insieme, privi ormai della percezione dei lor tempi diversi, appiattiti nella memoria. E di simile fanno i ricordi di persona cara, si sovrappongono, si affastellano. E fatti disparati che la riguardino, le reazioni che li hanno accompagnati, sono tutti presenti, gesti, atteggiamenti, sorrisi, crucci, serenità o tristezza in quel volto, certo in diversi momenti di vita, ma nella rievocazione se ne è perduta proprio la diversità temporale, tutti percepiti ugualmente lontani o invece vicini, sì, proprio come la mente li vuole ricordare o invece il cuore li fa apparire, ché continua ad amare. Così m'accade di mia madre, ella, nella diversità del suo amore per me e in quella della risposta mia, m'è tutta presente, quasi concreta, attuale come certo è questa donna della mia vita, che par ora doverla vicariare, tanto mi considera bambino tornato. Così m'accade di te, ché, anche se mai vista se non in sogno, t'ho potuto vedere con gli occhi del cuore, che, in quello che è stato, t'hanno percepita in ogni mio comportamento o con reazione di approvazione o di disappunto. E io, che ti cerco nell'addormentamento, sperando che ciò che di te già sogno, e quindi vedo, si continui e si arricchisca nel sonno dei suggerimenti della fantasia mia, liberata dai condizionamenti della veglia, pur ti vedo bella come bambino vedevo mia madre e come vedevo nell'innamoramento e vedo ora questa mia donna. Cereo mi pare il volto tuo nel vestito bianco che ti vela tutta, or sereno e sorridente e poi crucciato, proprio come quello di mia madre, immagine del tuo volto per me, che si mostra nel ricordo or felice dei miei progressi e delle mie piccole azioni meritorie, come alla mente appare nella mimica del suo volto, or crucciata alle monellerie di bambino, alle imprudenze d'adolescente, alle deficienze di uomo. È stata col volto suo, tuo specchio, ruolo affidato oggi a questa piccola donna, che da me non si stacca, anche se forse delusa l'ho. Che m'ami di simile, ostinata? Allora anch'ella è concretezza del volto tuo, e quello che esso fa, riproduce, mima il tuo! L'amore che ho per te permette apprezzi quest'amore di donna e mi sostiene il ricordo di madre amorosa, e anticipa quello che avrò per lei e questa mia donna nella visione futura di te, quello stesso che, aumentato, loro manifesteranno in risposta per me. Sai cosa ancora penso? Come tu hai ripetuto la tua vita nelle povere vicende dell'umanità di mia madre, ella amato m'ha di simile a ciò che tu provato hai per il figlio tuo. È accaduto, accade tra ogni madre e il figlio suo. Accade anche per donna che vero ami l'uomo che dice suo. Perché? L'amore umano è qui tutto di frammenti del tuo, come tu sbriciolato l'abbia e dalle mani tue lasciato cadere quasi pioggia su questa terra, che ne era assetata. E qui è rimasto e si ritrova in mille e mille forme, parole, gesti, e la storia umana è tutta d'amore, o qui raccolto, esaltato, amplificato di gioia, o lì negletto, soffocato, mancato o perduto nella tristezza, quella che fa il male che ne è difetto o totale assenza. E ti diremo, Ecco, madre, io delle briciole tue ho raccolto l'appena e le ho tutte qui nel cavo della mia mano. E guarderemo ansiosi il volto tuo sperando ne esca un sorriso. E io? Quanto ho amato, quanto ho deluso! E qui resto in balia di paure e speranze in questa ultima età, e le mie emozioni scomposte agitano, come prima mai, il cuore. Né serve la ragione a esercitarvi controllo efficace, e poco può il tutto che vi versa questa donna! Serve, urge sicurezza di prossimità dell'amore tuo, quella che viene a chi ha tanto amato dal riverbero del tanto donato. E io temo non averlo fatto! Ecco anche la mia mano ha briciole d'amore ma frammiste a insufficienze, dinieghi, appena scusabili dai fatti duri della mia vita di cui ho vivido ricordo. E dovrò dirti al termine di questa vita, Ho lottato per te, ho perduto quasi sempre, eccoti il poco che la fede mi ha salvato, tutto qui dal cuore versato in questa mano. Son briciole minute, come sabbia e leggere. Apro cauto la mano ché l'iroso il vento del nulla via non me le porti. E sai che sogno? Tu guardi il salvato e quello si fa sabbia d'oro e rimanda una luce accecante. Ecco che accade, il mio piccolo amore ha per te valore, tu lo centuplichi e ne fai un tesoro, fai proprio come mia madre, fai come fa anche la donna mia, poco ho dato, molto ne ho avuto in risposta e ne avrò ancora da loro, da te, che sei l'amore!

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