mercoledì 7 agosto 2013

Chi dà forza alla preghiera?






L'uomo nichilista non attende dalla vita più nulla, né spera, convinto che la favola della sua vita non significhi nulla in un mondo incoerente e gratuito, spesso brutale. L'uomo di fede cerca di superare sempre lo scoramento che gli viene dal vissuto e pronto è a riattendere e sperare ancora dalla sua vita. E' stata fin lì amara? Potrà essere diversa. Si sono avuti problemi nell'esperienza del quotidiano, c'è stata discrepanza con l'atteso? Ben si troveranno risposte adeguate e altre alternative potranno essere offerte. C'è insomma una fiducia, un ottimismo di fondo, che crede che se tu guardi quella vita, l'attesa non verrà completamente delusa, occorrerà pazienza e concorso di tempo, tutto si risolverà in bene! Sembra ideale l'ingenuità d'un bambino e la pazienza di un vecchio per una tale condotta, ma tanto vi fa la preghiera, che è parteciparti la vita. E insieme con te occuparsi, badare, considerare, decidere, agire per controllare i fatti attuali e prevedere, aprendo una breccia del possibile diverso, almeno sul futuro che immediato seguirà. Insomma provvedere al già accaduto, aprirsi, prevedere, agire per quello che sta per accadere e lo si fa con te! Ma la preghiera può farsi diversa se pressati s'è dall'angoscia, sempre minacciosa. Si fa richiesta di risposta che non prevede attesa, non può. E tu che fai, rispondi, e come?

E pur passa l'angoscia, non abbiamo ceduto alla disperazione, forse consapevoli che tu hai pianto e gridato con noi! Tu hai parlato per noi e alla preghiera tua nulla aggiunger si può! Non recitavamo forse una parte su questa “scaena mundi”, soffrendo, e non era per il figlio tuo che gridavi contro al cielo apparentemente chiuso? Non osiamo nemmeno pensare al dolore che la disperazione rinnovata t'ha provocato! E ti diciamo, Madre rincuorati, siamo scampati! E un po' più santa, perché provata, s'è fatta la vita anche se restata problematica, e quando pur sia tutta passata, la residua restar può nella speranza, nella consapevolezza che tu preghi e c'è chi t'ascolta e non può deluderti sempre, il bene può riaccadere, ché il male è già vinto e non prevarrà, morirà! L'unica vera morte! E tu mai hai più pressanti richieste con attenzione prioritaria, tutte vengono dal dolore e hanno la stessa dignità e urgenza e quelle che ciascuno ti fa, tutte affidi con gemiti ineffabili al dio della cui alterità partecipi. Oh mistero, l'amore s'è scisso, è qui rimasto supplice, e lo sarà finché dura l'assurdo del male, ma la risposta è lui stesso, e questa verità pur diverrà manifesta! Quando? Oltre la farsa tragica del mondo!È proprio così, noi di qui per te siamo importanti allo stesso modo tutti, siamo la “sollecitudo” tua, tutti tuoi figli, siamo, per l'amore tuo, l'unico figlio tuo!

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