lunedì 8 luglio 2013

Favole scambiate











Luogo v'è nel cuore tuo,dolce compagna, fonte dei pensieri miei e come il vento talvolta della rena fa turbo, così io tutta con certe storie mie, vero amare, nella tua mente creo scompiglio, più che partendo da quello, il mio triste versandovi, e tu ne piangi... Allora ché esso ne sia protetto, fa che al tuo il mio cuore sia riparo. E tu mi dici, No resti il tuo cuore nel mio, ché se fodero ne sarà io lo sentirò palpitare e se io lo guardo, così cura avendone, lasciarsi morire non potrà. E lascia che come una lama di coltello scavi pure il mio petto, lascia che sanguinare faccia questo cuore, soffrir vuole, gli basta che tu scampi! Oppure scambiamoci i cuori, cioè i pensieri tutti, che i palpiti del fisico condizionano, li accelerano o li schiantano fino all'arresto suo. Sì, come talvolta facciamo con le favole, io le mie ti racconto per udir le tue. Così se proprio del morir vorrai il gusto amaro, è me che morir farai, mentre io vivrò in te, del mio tu sopravvivendo. E tu che di lusinghe avaro non sei, e dici che il mio cuore quello della buona bella fata già racchiude, allora esso starà nel petto tuo, vero cuore tuo diventando e vi resterà a suo agio, sì, “illud in pectore tuo manebit optime”. E dirtelo ho voluto nella lingua dei nostri sospiri, quando lasciando il tedesco, studio da affrontare alla pari, tu studiare volesti l'antica lingua, io maestra, che chiave ti fosse d'accesso ai diletti studi di medicina. Da allora ho cominciato a rinunciare per te, finché tutto delle aspirazioni mie e sogni hai preso, avido, ma mai me ne lamento pur'ora, se non all'epoca dei pensieri tuoi per altra donna. Sì, per aver questo tuo cuore un caro prezzo ho tutto pagato. E nascosto l'avevo in una latebra del mio. Incatenarlo avrei dovuto, ché non fuggisse o tapparlo in bozzolo, ché alle lusinghe d'altra orecchio non porgesse. Non sono stata accorta abbastanza... Ora nascosto, sotto la mia balìa resterà, e dovrà perfino respirare di me. E dice con l'antica poesia all'amor suo incredulo della determinazione sua, questo cuore, che per migrare sta nel petto tuo, sostituendovi il tuo, “Non lo sapevi che la gente nasconde l'amore come un bene troppo prezioso per essere colto?”.









E io a te rispondo, Oh sì, esso volentieri abiterà il petto tuo e starà sicuro sotto la tua guardianìa, lì imprigionato e certo rassegnato. E ancora, ricordando quell'antica poesia cinese da te citata, in cui pegno d'amore vien dato d'un fiore, Sai, ho dell'antica promessa ancor lo spigo che mi donasti e profuma se stropicciato ancor degli anni tuoi verdi e belli. Conservato l'ho schiacciandolo tra le pagine più belle di questo amore. E sai che metafora quelle facevano di noi? Fiorellino di prato se ne stava negletto, scuro, nonostante la sua corolla bianco neve. E venne bombo burbero a frugar le antere sue e lo trovò acerbo. Ma esso tutt'altra visita sperava..., ma ad esso nessuna farfalla pareva interessata. Poi finalmente una notte di stelle, tutte pronube all'amore, esso si disse, Tutto il mio profumo lancerò da far aulente tutta la notte serena, pur verrà falena e mia sarà. Così si preparò, la corolla sua distendendo tutta, a lasciar liberi gli effluvi suoi. Ma quei petali, già bianchi, il brillio delle stelle più vividi rese, cattivanti. E attratta ne fu piccola falena, più che dall'odore sparso pur gradito, da quel biancore vivificato dalle fate del cielo, che giù a guardar stavano, trepidando esse stesse amore. E fu vero amore... Ecco la storia nostra! La piccola farfalla, bella di notte, bello, in quella notte complice, trovò il fiore suo, né più lo lasciò. E si dice che in notti di stelle più stretto lo tenga, ch'altra non tenti di rubarlo. Ma altri dice che la falena si lasciò morire quando il suo bel fiorellino appassì. Ma tutte le favole bene finiscono. Una notte di lor tardo amore, scese la fata più bella di tutte dal cielo, li raccolse accoppiati e con sé tra le stelle li portò. Sia, piccolo amore, così di noi, come quei due amanti. Sai, io il fiore tu la falena, o più non so, era forse il contrario? Ma allora vero scambiar dovremmo i nostri ruoli nelle nostre favole, più che parteciparle all'altro. Comunque affrettati, tienimi stretto, i sogni svaniscono all'alba ed è vero che sol piccola falena sei nella mia fiaba, ché tu “univira” resteresti, come quella, che più altri fiori non volle. E falena orrore ha della luce eccessiva! Sì, è questa una vera storia d'amore, la nostra!

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