domenica 27 maggio 2012

Sogno divino

Ecco, qui tante le essenze ormai che trasformato hanno i fiori loro ed essi sono divenuti soffioni che alito aspettano o l’urto di passante distratto per venir portati lontano come capolini piumati
a far nuovi fiori, quando questo tempo di sogno ancora sarà. Oppure baccelli son divenuti verdi ancora, ma che presto maturi saranno e s’apriranno e ne verranno semi pesanti, caduchi, che subito avida la terra accoglierà, o pur’essi alati, la brezza porterà e cullerà prima che si depositino per germinare a dar piantine novelle alla stagione bella. Ma dal travaglio della terra pregna di vita, anche fiori bianchi spunteranno, che giocondi s’apriranno a profumar tutta questa via, se allora ancora percorrerla potrò. Così l’anima mia dal travaglio di questo dolore, qui diffuso, si leverà sbiancata dalla nostalgia di te. Sì, dallo scuro di qui alla luce tua e qual fiore bianco s’abbellirà e palpiterà amore per te sola, aspettando ai passi tuoi lenti, il fruscio della tua veste tra quelle cose belle. E soffermarti or qui or lì ti vedrà e sorridere ai nuovi arrivi e pronta delle residue lacrime asciugare anche il ricordo, e ai nuovi trapianti il pianto amaro confortare dell’anime più provate. Ma, mi chiedo, quel seme che in quel fiore germoglierà di che si nutre nella terra nera? Ecco, mi rispondo, la fede è del piccolo seme il cibo, l’humus, quando caduto e scopertosi bambinetto in questo dolore tutto scuro, saranno le parole di amorose compagne a trasmetterla. Prima quelle della madre cara, poi della femmina dolce che i palpiti condividerà con la sorte di quell’uomo ormai divenuto. E qui non risposte ai tanti perché, tanto di brutto accade, sì, molte dolorose sorprese, pochi aiuti o conforti e buio, tanto buio! Sì, qui nel vanire del tempo alcuna gioia vi può durare seppure s’affacci ad assetato cuore, ché qui tu non sei, ma altrove, di là dal tempo che lì tace, avremo la perfetta letizia d’essere con te, mentre è ora tanta l’amarezza da dover invidiare le cose senza vita che apparente dolore non possono avere! Ma qui invero sono cose belle, ma poche. V’è la fresca giocondità della giovinezza, le dolci illusioni che l’accompagnano e la gioia casta dei primi approcci d’amore, poi, nelle epoche mature, la serenità dello star con amici in dolci conversari e ...più nulla! Piuttosto affanno e tanto e l’assurdo delle perdite d’affetti, la solitudine degli abbandoni e le parole cattive che fan la contumelia di chi prevarica da quel potere, che sorte immeritevole gli ha dato. Ma quello che più angoscia è sapersi dentro al cuore forze opposte, bene e male, che lottano a contendersi il possesso dell’anima e il cibo suo, e l’aria e la luce, sì, lottano per il nostro respiro e la vista che ha la pupilla! E poi la morte e forse il nulla! Ecco la vita, corre al nulla, a quel nulla! Ma nei sogni del sonno i nostri vissuti non solo lì sono reali, ma pur abbiamo l’illusione che molto tempo vi trascorriamo, ché i pochi minuti effettivi allora paiono ore o giorni addirittura! E so dai miei studi che qualcosa di simile ci accade, la mente sapendo di morire. Essa libera di colpo tutti quei mediatori del benessere di cui è assai parca nella vita tutta, per darci l’estrema illusione di bene , buono, bello. E quest’estremo sogno quanto durerà? Minuti effettivi da parer giorni, anni, secoli forse. E sarà tutta l’eternità? E là, in quel sogno agonico, la mia fantasia accesa ti vedrà, abito bianco indossare, dolci fattezze femminili, occhi azzurri e capelli neri, sì ti costruirà bel fantasma femmina di quel sogno per vivere l’illusione dell’eternità con te! Ma ora mi chiedo, se è innegabile che questo a me accadrà, non t’è avvenuto di simile quando questa vita hai lasciato, al tempo della tua venuta col figlio tuo tra noi? E di più fantastico. Non è questa nostra realtà da noi ora vissuta, quel tuo sogno estremo? Stai sognando e noi viviamo nel tuo sogno e siamo il tuo sogno! E ci vedi in angustie e miserie, ecco questo non è un tuo sogno piacevole! Ma le tue non possono essere allucinazioni agoniche, tu non muori, non lo puoi, il dio sei! Dormi, sogni! Svegliati allora! E se davvero questo, che ti sollecito, accadrà, come a noi che, sognando da un incubo oppressi o che persona cara coinvolga, ce ne destiamo non tollerandolo più, noi, esondati dal quel tuo sogno, volontariamente interrotto, non moriremo con esso, tanto amati ci hai in quello. Ma, via l’angoscia che t’ha oppresso, il cuore più rigoglio avrà e traboccherà dall’intimo tuo la gioia di cui vivi e noi siamo la tua letizia, tanto ci ami! Sì, noi, coagulati nell’essere, parte del tuo mondo diverremo con gli angeli tuoi belli e le stelle tue fascinose, di cui ridi, ecco saremo il tuo sorriso! Sì, tu solo sei, in quanto sei, ogni altra realtà è apparenza, è transeunte, s’estinguerà o si muterà nella tua, la sola possibile, e accadrà al tuo risveglio! E tu sposa del fiore che lì fiorirà, anima mia di qui, sarai! Ma ecco, ho qui tra le braccia chi condivide questa speranza ardita, lasciamela amare, bel fiorellino del prato tuo divenuto! Si amaci tutt’e due, ché noi ci amiamo, te amando!

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