giovedì 2 aprile 2020

Premessa efficace nella preghiera

È un po' che questa riproduzione d'antica icona bizantina guardo. La madre ha lo sguardo come interiorizzato, all'apparenza vago, non rivolto ad alcun oggetto. Forse beatitudine esprime di chi l'ha in sé, ma al momento non ne dispone da farne dono. Il figlio, piccolo adulto, le sta in braccio e guarda in alto a qualcosa di un improbabile cielo. È sì sacra, fascinosa rappresentazione, ma è bella per se stessa, penso nulla comunichi, nulla doni, non è per la preghiera mia, che ha bisogno di sentirsi accolta! Io prego sì per chi qui ha salvezza minacciata, così per il figlio mio, difficile e precario il lavoro suo, e per la madre sua, che si consuma d'amore, e per chi li ama, ma ho bisogno, per farlo convinto, con calore, di sentirmi perdonato. E allora devo chiedermi se quella del cielo benigna già mi sia stata, con l'agognato sorriso suo già preziosità dell'anima mia. Sento d'avere nel cuore qualcosa di grande con cui avallare il mio desiderio, la possibilità di perdonare quelli da cui male ho avuto, quelli da cui ho sofferto, perdono avendo già chiesto fino al pianto per quelli che ho offeso. Basta? Lo deve! E vi aggiungo tanti sospiri dalla mia sincerità con gli occhi daccapo velati. Perché? Se così non fosse, una contraddizione vi sarebbe nella mia fede, io, gli avversari della mia pace perdonati tutti, più benigno sarei del misericordioso, senza il perdono suo! E allora sorrido di questa bizzarra congettura, solo logicità della mente, e cerco la amorevolezza del cuore lasciando i grani scorrere delle mie “ave”.




1 commento:

  1. Se di premessa ha bisogno la mia preghiera è solo d'amore, ché m'avverta già perdonato.

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