Per
la vita tutta, anche se difficile o sgradevole il vissuto, i sogni vi
fanno compenso, con piccola gioia anche in duri, tristi momenti come
questo. Questa capacità è realtà dell'anima, assai fiorente nella
prima giovinezza, e l'accompagna sempre. Nelle traversie subite è
come luce che la tenebra, che pur c'è intorno, spegnere vorrebbe,
la caligine, che ottenebra la vista, offuscare, il gelo del cuore per
l'indifferenza degli altri, schermarla, ché calore non irradi. Ciò
finché la fede non l'esalta vincente sulle minacce. Ecco è allora
che si sogna nella meraviglia quel che si vive e l'appena dopo si
attende tutto di bene. La piccola dirimpettaia c'è ancora e aspetta
l'inviti per una corsa nei campi di primavera. Mio fratello c'è e
perfino piacevoli i rimbrotti suoi, e giovane e bella è la madre
nostra col sorriso suo e forte e sicuro nostro padre, sempre un po'
imbronciato da parer severo. E più in là, eccomi nei miei primi
approcci con la ragazzina cui non so dire che parole, frasi rotte
dall'emozione e balbettate. E poi rivivo più vivaci ed esaltanti
tutti gli eventi belli con i brutti non scordati, ma forte attenuati,
e l'amore e la storia sua con questa donna. E dio? C'è dappertutto e
non lo vedo, da qualunque parte mi rivolga! Allora io lo prego mi
insegni come giungere a lui, e, saputa la via, mi doni il viatico,
che mi sostenga. Anche l'invoco che si faccia luce evidente e che io
mi perda nell'abisso della chiarezza sua. Luce che illumini le cose
tutte nella così risaltata bellezza loro e che estingua ogni ombra,
ogni caligine residua dell'anima e l'ignoranza che da sempre
l'appesantisce. Quella che mi impedisce di star dietro, di correre e
raggiungere e stringere la madre sua, ché più non m'abbandoni.
Sempre ci sono sogni in questa via lastricata d'amore.
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