Tempi
tristi di contagio. Ma io ben altro contagio vorrei diffuso,
guardando questo cielo sereno trapunto di fiori di luce. V'è una
bella che tra quelli passeggia e la stessa passeggerà nel mio prato
al sole, ché è già primavera. Sì, parlano di primavera questi
fiori che nuovo sereno giorno bacia, in questo paese dove l'amore
diffuso canta tutto l'anno lodi alla bella sua, pur meste d'accento
oggi. E quella sorride ai progressi d'amore, proprio come l'imita la
donna mia che cura ha delle piantine novelle, che ha seminato e tutte
a giudicarne i progressi ispeziona. Ecco, ora ondeggiano bianche
leziose farfalle che qui o più in là, fiori, vero tutti invitanti,
sembrano scegliere per effimera sosta. E ho occhi di pianto per
quello che a tanti accade di tragico e la tutta bella prego. E forse
lo fanno altri cuori innamorati ed ella ne avverte dolce fremito al
cuore, ché leggiadre son le parole loro, anche nella richiesta
accorata di un po' di pace. Tutte uguali, ma ella diverse le avverte
da saper riconoscere chi le sussurra. E allora povere son le mie,
dette a fil di voce, ma pur dicono d'amore.
Non questo, ma contagio d'amore vorrei.
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