venerdì 1 novembre 2013

Un ingenuo amore

Tanto m'accora saper la vita tua tutta misera fatta, dolce amica degli anni miei belli e verdi, che supplice in ogni preghiera, in ogni sospiro t'ho messa e pare non bastarmi! Perduta t'ho ora anche nel mare dei ricordi tuoi, chiusa in un mondo fittizio da cui uscir non puoi, impenetrabile ad ogni amore umano, ma non al divino. E allora per lei, la bella di quelle stelle che brillano ancora solo per attenderti e tu non più le guardi, io ti parlo, piano ché il tanto da dirti, ansia non ti faccia. Ricordi l'amore nostro ingenuo, fatto di tanta attesa per un timido sguardo e per un ciao che spesso uscir non voleva, restava dentro dall'emozione trattenuto? Sì, un amore di tanti prologhi, timidi approcci miei di cui certo sorridere benevola tanto dovevi paziente. Davvero eri di me innamorata com'io di te? E come parlo ora e dico qui nella speranza che questi tardivi lai d'amore ti giungano, oso pensar che davvero fosse! E allora ché a me rinunciato hai, ché non hai lottato per me? Ma per me solo il rimprovero, ché io solo responsabile fui dell'epilogo, un triste abbandono di un nostro mondo vagheggiato a due! E io piccola, col visetto tondo un po' di bambina, ti ricordo bella e con quel tuo dire un po' affettato che a me tanto piaceva... E ti dicevo la mia lumachina! Ecco ora dimmi come mi vedevi tu e ricominciamo da questo, e stavolta, ti prego, non dir di no alla mia timidezza! Chi volle, invidioso, che interrompessimo il nostro dire sognante? E io non fui abbastanza forte da non lasciarti sfuggire ad altro amore, che poi per te infelice divenne. Ecco come sarebbe stato con me, un piccolo tenero amore come è tuttora il mio per questa mia piccola donna. E mai abbandonata t'avrei, ma tentato di far anche fragile schermo alla malattia tua chiusa, che vincer non si può. E quando arreso, gridato avrei al cielo da impaurirlo, più che con la disperazione mia. Sì, proprio come per questa mia donna farei, se d'analogo fosse combattuta. Ma io più benevolo ho avuto il destino e spero duri, e proprio di questo piccolo dolce amore vivo. Ma è per esso che ricordarti posso, pace dà a questo mio cuore tormentato, senza che lo schiaccino i rimpianti e avviliscano i rimproveri, e mi sento buono con le cose tutte del nostro mondo incantato, da cui non escludo i ricordi, belli talvolta o amari com'è stata la vicenda nostra. Anzi posso sperare che come questo amore continuerà tra le stelle, lì mi permetterà di ritrovarti, senza che diminuisca l'affetto ad esso dovuto, anzi l'accrescerà come accade di fuoco che s'aggiunge, esaltandolo, ad altro fuoco. Ecco, come se la bella del cielo permetter possa sogni che di altri subiscano la “contaminatio”, se ritrovato m'avrai nel tuo mondo perduto, tu continuerai il tuo sogno, che mi ti vede accanto. E proprio là dov'ella vive, esso andrà a compimento, e sarà in perfetta continuità con quello che fosse davvero qui or ripreso, e, ella lo voglia, senza altri turbamenti, tu felice assorta nei nostri sogni di allora, e io vi sarò ad attenderti per dirtene di nuovi. Questo piccolo amore, che certo ti piacerà, starò ad aspettare ignaro, le stelle e i sospiri contando, e meraviglia, in due verrete! Ché innamorato son di questi occhi suoi vaghi e lei capirà, che buona è e vero forse non vuole che il mio bene, e permetterà, come qui fa che in lei ti veda, che lì dal cuore suo tu esca, tu volendo che accada. Ecco, io altro non so dirti e qui ho solo parole d'amore mancate, in cuore gonfio celate, e questa mia è per ora gelosa che ad altra questo scrigno dischiuda... Ma io dette te le ho, ché se ad una si dicono, per tutte le amate sono, e per te allora, caro tenero piccolo ricordo. Sì intanto così m'accade, ché io, se non per quella del cielo, come raggiungerti non so e per le parole sincere per questa mia donna dette o sospirate. E se la bella fata dei sogni vorrà, sapere ti farà che, puro rimasto l'amore, tu ovunque, da questa mia donna più non ti distinguo, sei. Così tutta nei fiori variopinti, belli tutti in questo chinale e nelle erbe sue, anche esse novelle e odorose nella bella stagione, e nel volo delle farfalle innamorate di tanta bellezza che su essi sostano attratte, e pur nel canto degli uccelli, quelli che a primavera si cercano per gli intendimenti loro d'amore. Ma pure nel vento e nello stormir delle fronde, pur nell'aria tersa o tutta nuvole e nella luce accecante dei giorni belli e nel buio della notte o nell'ombra dove alla verzura, fresca di pioggia, per lunga teoria vanno e poi stanno a brucare, proprio le lumachine. Oh, ricordi le lumachine?

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