lunedì 11 novembre 2013

Freddo nei nostri cuori







Germina, pur fertile la terra che con cura tieni, qualcosa se freddo fa? E anche ti chiedo, Se lo si ha nel cuore vi può nascere amore? Ma l'amore umano che fa cespo e rigoglio nonostante, è eroico, ti affermo. E ancora, Non pensi che il nostro meriti che così l'avvertiamo, oltre che dolce e bello, ché tante difficoltà superare ha dovuto? E a queste mie ingenuità sorridi, e intanto va il nostro bene ovunque la vita lo porti, ché insterilita il tanto tentato male non l'ha. Sì, ammettilo, qualcosa t'è nata dentro e l'hai chiamato amore. Piccolo il fiore di prato sul cammino tuo..., raccolto l'hai e conservato in vita, ché nel libro dei tuoi sogni verdi e novelli l'hai messo e non v'è potuto avvizzire. E gli parli, e di lusinghe non sei avara se dici che da allora che imprigionato l'hai, tutt'intorno s'è fatta luce, che indorata ha ogni cosa del mondo tuo e delle tante ombre di qui il freddo t'ha fatto ignorare! Ora ché lui viva bene, riconoscente, ti preoccupi e ancora da allora gli aliti caldo vapore, mentre, senza del fiato tuo il conforto, libero, ma negletto, inverno certo sorpreso l'avrebbe, così almeno par a me che affermi... E così mi son ritrovato come fiorellino tuo reciso e gli occhi tuoi a guardarmi, e ancora mi fanno incanto...E credo tu non amar possa, me lo affermi di continuo, che fiori sian presi a far bella mostra e vuoi sulle piante lor lasciati. Allora forse per non parer incoerente l'unico reciso ben nascosto hai, o perché gelosa ne sei, bene che nessun ancora cogliere possa! Ecco così io parlo di te e facendolo nel motteggio da innamorato, anche di quella del cielo dico, né altri modi conosco a farmela concreta, ché vaga testimone nelle preghiere mie resterebbe della paura che ho dal mondo buio e freddo. Sì, se non per le bonarie facezie su te, ardua e goffa ne sarebbe l'impresa, le parole mancandomi. Invece sognare di te spinge il mio sogno fino ai giardini celesti e lì s'arresta, ché nel cuore di quella, lì bella, pur s'entra, ma insieme. Però solo se come bambini l'amor nostro sia vissuto. Ecco che la vita nostra trascolora, si muta in altra storia e il nostro diventa di cuori un ingenuo colloquio al limitar del tempo, come esso, chetato, si sia un po' arrestato. Ed è tutto un dono d'amore, poco pretendere, tutto dare, un semplice, essenziale, timido anche nelle espressioni sue, ma sincero e bello stare l'uno solo per l'altro, fatto di parole sussurrate o balbettate e sospiri tanti! Non lo sapevi che bambino assai timido ero e balbettavo amore alle coetanee spesso indifferenti? E scoprirlo ora so che ti fa carezza al cuore! Ma ora, anche se stanco non sono di questo viaggio sognante e il sogno inazzurrare talvolta fa questo amore e ali gli da per quella del cielo, il tempo pur “festina” e ci ruba dolci sguardi e lor parole... Ma, consapevole, al calore tuo, tu mi inviti al sonno. E m'assopisco al calore del corpo e cuore tuo. Così, con te accanto, sognar posso l'aurora, se tramontar vuole questa vita. Eccoci qui abbracciati ancora a difenderci dal freddo, che non è tanto il fisico, improvviso or calato in questa stagione, ma più vi fanno le amarezze di qui e le parole malevole che pur fanno tanto rumore, più delle stolte, e che ora, come talora quello pungente d'inverno fa a chi altro cuor non abbia a fargli schermo, vuol fermarci i cuori, che gelati ha. Ma l'amore non fiacca, non si rassegna, eppure non brontola ignavo, rivivere sol vuole la giocondità sua prima, il calore, la gioia che specchio s'era fatta del vero bene, la felicità che ci illude d'attesa oltre il tempo. E vero vincer fin mo pareva!




E noi vero siamo bambini, ma pur questi muoiono!

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