martedì 5 marzo 2013

Un sogno sognato


Tanta la dolcezza di un sogno con te, appena sognato, che, se il nostro poeta le sue parole più belle mi donasse, da arricchirmene mente e cuore, proprio quelle con cui ha descritto, da destar meraviglia, i più diversi stati d'animo del sé pellegrino o dei tanti personaggi del suo viaggio ultramondano, esse non basterebbero a significarla adeguatamente. E almeno tu, che me l'hai appena versata nel cuore, da farne traboccare amore per ogni creatura e cosa, sai che non esagero. Ma non è quello, che esprimere non so, e le parole tue che non ricordo tutte, quelle che pur vorrei comunicare o che temo mi sfuggano, come farsi vago ricordo vogliano, solo dolcezza appunto divenire, che fanno il mio rammarico, è invece il significato del sogno, che pare afferrato e poi più lontano si fa. E ancora mi chiedo, ma come è stato? E' stato forse al cuore come fa voce canzonata, quando delle parole sue dolci or sì or no si comprendano, da lontano giunte in notte incantata, la melodia sua restando a lungo la sola a risuonar nella mente e nel cuore a farvi diletto? No, più ancora è stato come proprio oggi m'è accaduto, e forse vorrei non fosse stato, quando, pede cata pede, la casa della antica fiamma ho raggiunto e sfiorato, peregrinando nel mattino assolato. Sì, delle tante parole sue potute udire fin dalla via, ché parlava a lontano interlocutore pur col megafono della modernità, e che ho comprese non volendo, sciorinate perfette nell'idioma, incurante ella d'ascolto indiscreto, nulla ne è rimasto se non la cadenza loro dolce che tonfo m'ha fatto ancora al cuore, e che riconoscerei nel vociar d'una folla. Allora ho chiesto ancora dell'epilogo della mia storia con lei al mio cuore, che giudice severo di me stesso sa essere, e risposto mi ha che il manifestarle ciò che in me racchiuso era, celato a tutti, facendole forse così solo lusinga, eppur anche così traccia che mi ricordi in lei vorrei rimasta, sia servito a me solo in fondo, liberatomi di quello che avevo segreto fin dall'infanzia senza riuscire a dirlo. Così, allo stesso modo schietto, mi interrogo sul senso vero, e in che esso m'abbia giovato, del sogno mio con te, e ne tento risposta. E forse ora davvero so che m'hai inteso nel sogno mio, e forse anche tuo, dove i ruoli venivano stranamente scambiati e io prima me, di te estasiato, poi te ero a cercar di me ansiosa e poi di nuovo me stesso, disperato che tu, te stessa tornata, fuggissi lontano. Sì, è ciò che vero m'accadrà nel tuo cielo giunto. Non dice san Gregorio Nazianzeno, “excedet homo suam naturam deus de homine evadens”? E il profeta, “ deus stetit in synagoga deorum”? Significano che non sarà più possibile distinguere amato e amante, così come nel sogno io ero me e te a una vece, ché tu eleverai chi ami e t'ama alla tua perfetta somiglianza! Ecco, questa mia vita, prima sognata e sperata, e poi maturata in seno di donna, e poi da esso uscita a questo mondo, lì nutrita e preservata, amata, custodita per un solo scopo, raggiungerti e lì essere come tu sei! Sì, è stato detto nei salmi, “ego dixit dii estis”! E tu m'hai anticipato questo destino in un sogno beato! Oh sì bella vi sei stata, come, quanto? Come quando io bambino gioivo, bella più di tante trovando la madre mia, e belle anche esse, come mai più dopo, le mie coetanee, e più e più delle donne tutte incontrate e amate, e più di questa tua icona concreta,”deliciae meae”, rimasta fedele a ricordarmi l'amor tuo tra tante brutture e abbagli! Sì, il paradiso non è un posto, ma luogo del modo della trasformazione della creatura nel dio, in te, e io spero di esservi con questa mia, vera icona, vero amore, vera gioia, che ancor molcermi vuole con le favole sue d'amore il cuore, e non sa che io forse più non l'ho, ché tu l'hai preso! Allora faccia ella a te le lusinghe sue, ché di te, bella del cielo, capace io son solo di sognare anche a occhi aperti e pur ella, di me illusa, ma innamorata in fondo solo di te, deve! Sì, va nei sogni suoi, lì l'essere me e te e se stessa a vicenda, starà a significarle che noi tre, ciascuno degli altri due innamorato, un solo amore diverremo, “una in deo, una deus erimus”!

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