lunedì 21 settembre 2015

La difficile via della bontà


Non credo amore vi sia autentico laddove perdono non v’è. Il perdono ne è talvolta la premessa, delusi i primissimi sogni, ma più spesso è una fase del sentire, una pausa che ne consenta la ripresa, con convinzione anche maggiore, anche allora dopo un comportamento inadeguato dell'altro. Sì, l'amore non è qualcosa che si cancella facilmente, si rinnova quasi sempre se vero, eppure accade che talvolta scada, diventi indifferenza o rancore addirittura, tanto il male può aver distrutto la stima dell'altro, ché il bel sentire, il buon sentimento s’è rattrappito e nascosto, sopraffatto! Lasciare che questo accada è degradarsi fino al livello della colpa dell'altro. Invece andrebbe compresa e perdonata appunto, non permettere vinca il male! È una tentazione onnipresente che occorrerebbe scrollarsi. Cioè ripetersi, Amo chi è, come me, naturalmente fallace, chi vivendo in questo concreto, se ne può lasciar sedurre fino a offendere il sentimento mio, io amo solo un essere umano! E più ancora lo devo amare se col comportamento suo deviante, mi si fa come nemico, comando divino! Allora chiediamoci, L’amore del dio com'è, ha di simile o più ancora? È diverso? Sicuramente mai scade, ed è disarmante l’arrendevolezza sua di fronte a ogni fatto, anche estremo, anche di cattiveria manifesta o di subdola malizia, ma perché torni a farsi percepire, con la sicurezza di sentirsene protetto, che solo il buono, o il così tornato dopo rinnegata parentesi, ha nel muoversi tra queste miserie, è necessario il pentimento sincero, del male fatto o del bene omesso, cui segue l’immancabile perdono. A me è stato perdonato molto, non perché il mio comportamento sia stato malizioso e cattivo, ma, tentando l’amore, ho peccaminosamente pensato di aver spesso sprecato il mio per un indegno, forse solo per paura del diverso e delle motivazioni sue, rinunciando così a guadagnarlo al cristo. Insomma la via del bene è sassosa, è piena di inciampi, e occorre chiedere a chi può favorirci, al cristo, non solo la forza di percorrerla, ma la cautela, il discernimento per affrontarla, per passare tra le situazioni più estreme fornendo aiuto e sostegno senza contaminarsene e resistendo alla tentazione, così frequente, della rinuncia. Sarebbe il peccaminoso voltarsi indietro, riprendere un comportamento meno spinto, meno impegnativo, meno compromettente, più sicuro, e in fondo scialbo, inefficace, inutile. E anche questo io ho fatto! Ma c'è di più in questo percorso, già tanto difficile. Sì, nella via del bene, anche le critiche sono inciampo, ché non vengono da quel mondo brutto che va aiutato a superarsi, ma inattese da così detti per bene, impegnati in storie analoghe. Perché lo fanno? Ci può davvero essere invidia tra noi, emuli del cristo? Una cosa che ci degrada tanto in basso da aver bisogno d’aiuto quando pretendiamo di darlo? Insomma occorrerebbe guardare al bene, ma criticare il solo proprio comportamento deficitario, e mai giudicare chi tenta d’analogo, mai sminuirne il successo, ma cercare di emularne l’azione per piccolo merito che abbia, anche ridotto, non per rinuncia in fondo sempre egoistica, ma, prevaricante il male, alle sole buone intenzioni. Noi non dobbiamo personalmente piacere, operiamo perché piaccia il dio, lo sconosciuto a tutti, noi compresi. E come far conoscere chi di cui poco o nulla si sa? Conoscere si può anzitutto in virtù dell'azione nel bene anche solo dettata da filantropia, spesso eroica, di chi si spende per l’uomo lottando la natura con le spesso avverse leggi sue e di chi propaganda la bellezza del dono di sé per un nobile scopo, la generosità per i viventi tutti, la fratellanza tra gli uomini, la necessità della pace. Perché? Quale ne sia la motivazione profonda di chi lo attua, il bene manifesta il dio sempre! Ma talora si tratta di soli apparenti impegnati che si fermano a belle parole e frasi, anche solo dette al proprio sé. Sì, l’azione di questi buoni potenziali, pur dettata da nobili impulsi, si arresta spesso ai ben enunciati propositi, mentre rinunciano di fronte a ostacoli imprevisti che ne mettano in pericolo la vita, la dignità, o perfino il benessere da cui si muovono nell'azione loro, ma a patto che garantita ne resti la tranquillità nel loro operato. Insomma si accorgono, di fronte a questi fatti limite, che ne rischiano il coinvolgimento, ché quello del bene è solo un postulato della loro coscienza, una verità premessa per un fine che si sostiene fino alla smentita clamorosa. È necessario diventi un assioma, una verità evidente, che di prove bisogno non ha, da comunicare irrinunciabile, operando anche senza parole. Perché in questo consiste la conoscenza del dio per sé e gli altri con cui si condivide la verità che uscir vuole dal proprio cuore, occorrendo spingere la propria testimonianza fino al sacrificio di tutto ciò che fa il sé, della vita perfino! Il che riuscì al cristo, ma noi siamo solo uomini e talvolta poveri uomini. Quelli che lor miseria svelano di fronte alle difficoltà di vita, così odio, crudeltà, violenza le fanno per noi eccessive, quelle che compromettono o addirittura minacciano con gli impedimenti loro, la vita. Non è facile essere soldati di cristo, accettare che la propria vita, già tanto fragile e talvolta insicura o addirittura precaria, esposta, si faccia tragica. Non è facile incidere sulla realtà e modificarla per il bene di tutti, e prima di pensare alle pietre di questo cammino così travagliato che è la vita nel bene, occorrerebbe frantumare la pietra del proprio cuore, quella che corazza il proprio sé e pone un limite oltre il quale il rischio non è più accettabile, ché così si è solo buoni con riserva, non testimoni della verità. Ci aiuti la preghiera a non essere tiepidi seguaci del cristo! Troppe le lacune, le inadeguatezze, la dispersione delle proprie energie, troppo poche le conseguenze di bene e oggi perfino le nefandezze dai violenti, la pace oltraggiata nel nome del dio che non si conosce e rimarrà così sconosciuto più ancora! Il dio è solo amore, non chiede di imporsi, con la ferocia della guerra addirittura! Ma il suo cristo può dare la forza per aiutare chi nulla ne sa a scoprirlo, in sé e poi negli altri! Se quando sarà la nuova vita più non ci distingueremo nell'amore dal cristo e saremo, pur restando noi stessi, anche lui che ci ama, è necessario che io preghi così, Aiutami già qui a essere te! E se sarà anche per poco che le mie siano le tue parole, i miei i tuoi gesti, le mie le tue mani, sapendoti vedere nel sofferente, mi smarrirò per tanta grazia, ché sarò a un tempo chi soccorre e chi è soccorso! E se non solo non mi distinguerò da te, ma dal cuore del misero che ti nasconde, allora anticiperò quell'amore che fa di sé il luogo del bene, là, dove non so, ma fuori da questo male e dal tempo suo!

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