giovedì 3 settembre 2015

La bontà accresciuta


Ma, mi chiedo, la bontà e la cattiveria non sono semplificazioni di quello che è il complesso mondo interno che fa l'intimo dell'uomo, dove ciò che è bene e ciò che invece definiamo male, convivono o s’intrecciano? Occorre ammetterlo, fuori dalla concretezza dell'azione il comportamento nell'una o nell'altra delle semplificazioni possibili non è certo. Noi potremmo vedere chi era stato in passate circostanze un generoso, trarsi egoisticamente d’impiccio e non rischiare il suo, mentre altrimenti talvolta avviene proprio che chi aveva tenuto sempre per sé e il ristretto suo gruppo, mostri apertura e dia il suo assenso o favorisca chi ne è fuori e che da lui niente di positivo o buono attendeva e dovrà proprio meravigliarsi dell'inatteso. Quanto alla storia umana si dice giustamente che certe decisioni del singolo, di un gruppo, o di tutto un popolo attraverso i suoi capi, cui esso assenso abbia dato, inquadrate vanno per essere comprese da chi vi si affaccia in lontananza di tempo, nel momento storico particolare. Se si tratta appunto dell'operato di un singolo uomo occorre soprattutto cercarne i condizionamenti ambientali o le probabili convinzioni intime che l’hanno portato a risolversi in un certo modo, a dare quella risposta agli eventi, a fare quella particolare scelta di cose o persone, espressa in fatti o parole. Pure se questo relativismo permette un giudizio il più obbiettivo possibile di persona estranea ai fatti o lontana da quegli accaduti, poco serve di fronte all'inconsueto, la rarità del soggetto difficile da incontrare, ma che pure forse davvero c'è da sempre in questo caleidoscopio che fa l'umanità, chi si spende per l’altro e non ne ha l'apparenza e delle motivazioni intime non parla. Sì, ora accennerò a un tipo d'uomo di cui ho sempre vagheggiato il comportamento affinché mio divenisse, se m'è riuscito non so e se davvero esista come lo descrivo non son certo, so che avrei voluto essere così, ma poco devo avergli somigliato nel realizzato, troppe le cose omesse o trascurate e le parole che dovrebbero accompagnarle! Parlo di uno che il bene sempre opera, perché faccia così è mistero, è filantropo, è un privilegiato dal cristo in cui fede ha? È sicuro un tipo d'uomo che è portato all'operosità e trova sempre occasione per donarsi, spendere tutto di sé per una situazione particolare di bisogno, che forse tutto assorbirà del suo, lasciandolo inane, ma sarà senza molta importanza, conta solo per questo non comune uomo, aver messo a disposizione dell'altro in difficoltà le sue conoscenze, le sue possibilità, le sue forze o la sua presenza, o almeno le sue parole, se altro proprio non può. È uno che ben sa quanto in certe situazioni di bisogno la solitudine acuisca le necessità e le faccia più urgenti e pungenti e che serve anche che l'altro s'apra e parli fidente, svelando l'intimo suo e ciò che vi fa paura o tormento. È senz'altro un buon compagno, quest'uomo disposto anche all'ascolto, per chi nel bisogno ha fortuna di incontrarlo, che dà quel che ha in generosità completa, scevro da calcolo gretto. Eppure santo non è. Cioè non è un personaggio eccezionale del bene, è solo come già detto non comune, raro appunto, tra noi, tutti mediocri facitori del bello e del buono, qui proprio in un mondo di sempre preponderanti apparenze, falso. Ma non è innocente, non è innocuo, così non potrebbe agire in un mondo di prevalenti furbi ed egoisti, è piuttosto chi, incontrato, sconvolge col comportamento suo ogni consolidato criterio di giudizio. È uno che sa cosa cela un cuore, perché il suo ha a lungo scrutato, quali le tendenze, quali i compromessi, quali le tentazioni, quali le necessità. E non se ne sta passivo, difende i propri diritti e così quelli di chi veda calpestato nella sua dignità, perché stretto dal bisogno, limitato dall'ingerenza prepotente di altri, limitato dal male che qui tutto corrompe, limitato dall'ipocrisia e falsità dilaganti. Insomma è il nostro un speciale, sempre da me vagheggiato, eroe, attivo, operoso che sempre è disposto a soccorrere chi ne chiede l'aiuto o invece chi vi rinuncia e a lui pare se ne stia rassegnato attendendo il peggio senza nulla sperare. E se io sono uno che prega dir dovrei a quel dio di cui aspiro l’incontro nel perdono e nella bontà, Signore fammi essere così almeno un po', non un passivo idealista lamentoso del mondo troppo cattivo, ma uno che non lo calunnia, e dà il suo per migliorarlo e lo fa anche nel quotidiano con le sue piccole azioni di bene, per chi è nella necessità, nell'impotenza del bisogno, perché significano molto o almeno sono qualcosa di opportuno nell'indigenza sua. E quando uno è come me avanti negli anni con la vita che vuole addormentarsi nei sogni suoi e che sente i suoi tentativi di coerenza scemare sempre più e farsi sospirose lamentele, che dirà? Ancora, Signore fa che sia stato un po’ almeno, così! Tanto ho visto, tanto ho ascoltato e mi sono accorto che ci sono troppi nel bisogno anche solo di conforto, che viene opportuno anche con parole buone sapute dire, oltre che con la concretezza dei fatti. E proprio qui è il bisogno oggi più di ieri, i nostri, poveri più ancora, e i migranti, che s'aggiungono sempre più numerosi con i tanti problemi che portano! Non dimenticherò facilmente l'immagine sui nostri quotidiani del piccolo migrante morto, sulla battigia di una spiaggia turca e quella del poliziotto pietoso che, raccoltolo, tra le braccia lo tiene! Gridano queste immagini! Ma, ancora mi chiedo, vero ho fatto del mio meglio fin qui nella mia vita? Sicuro più ancora avrei potuto, ho cercato di mettere la mia volontà anche scarsamente determinata, la mia intelligenza seppure limitata, al servizio del po’ di buono che dentro avevo e forse ho, ancora desideroso di venir fuori, e combinar ancora qualcosa nel bene. Spero che questa mia vita proprio inutile non sia stata, ho fatto poco, ho fatto molto, l’ho fatto pensandoti, signore, nel bisogno, ché tu qui sei rimasto e in tutti sei negletto! È stato bastevole a guadagnarmi la tua comprensione e il tuo perdono? Ma sappi che penso già ci sia chi faccia, e bene, ciò che ho trascurato, chi generoso dà del suo o vi spende fatica e ingegno, completando il mio appena, comportandosi come il mio vagheggiato eroe. Forse è così che deve essere, che la bontà riceva nuova forza e intelligenza e per quanto poca e timida sia stata del singolo l’azione, ci sia chi vi supplisce. Allora tu non dovrai giudicare solo il mio forse davvero poco e scarso, ma la volontà, il desiderio che anche qualcun altro ha messo nel mio tentativo, e nella mia vita sicuro sono che ci sia stato, non so se del cielo o di qui! Forse la mia piccola donna, che tutto m'ha dato generosa tanto che così buona con me nessuna è stata, perché ha sicuro riempito il mio scarso sacco fino a stiparlo delle sue azioni buone. Io ora a te ne chiedo attenzione, ne verso il contenuto ai tuoi piedi, avvertendoti che il bello e il buono che vi vedrai non è tutto mio. Forse complice è stata nell'accrescerlo a dismisura, la madre tua dolcissima, che ha trasformato in fatti di bene le mie sincere parole per lei, parlando al cuore di quella sua ancella perché agisse spinta dal suo stesso amore! Potenza d'amore della preghiera! E dirti altro non so, ma forse tutte le parole stanno per diventare inutili!

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