domenica 13 settembre 2015

Il mondo che viene


Ma poi che è questo vagheggiato mondo da venire? È uno tutto novello delle inedite opportunità nella garanzia della bellezza e della bontà nel loro esito, così sempre felice? O forse più ancora la revisione delle trascorse vicende di qui, lì incontrati quasi angeli quei protagonisti forse da noi prima delusi o qui per noi maldisposti? Sì, il loro ripensamento con quelli, che nella favola novella saranno tanto diversi personaggi, che già qui così essere dovevano, ma nascosti in loro scorza, in fine caduta, sì qui già farfalle, ma in perenne bozzolo di lor crisalide! Alludo anche o specialmente alle donne della mia vita, le illuse di me e poi deluse da me, lontane ma di cui talvolta ritorna il ricordo, tenero quand'anche imbevuto d'amarezza. Perché tanto importanti nella vita di tutti sono le donne, mi chiedo? A questo e ad altri perché facilmente risponderei se conoscessi la risposta alla domanda, ha vero senso la vita? Che io sempre mi pongo e ne faccio congetture come ossessione ne abbia di chiara risposta! Che voglio dire, che voglio trasmettere? Forse solo questo, nulla nella vita è importante più dell'amore di donna. Perché? Dà alla vita un senso! Qui lo dirò da quello che nella mia vita le donne hanno significato e come convinto mi sia che loro suggeriscano l'oltre, e questo me le ha rese preziose. Cioè non solo chiariscono lo star qui, ma anche il perché sperare nell'oltre. Ma anche dirò di una un po’ più di tutte, vitale per questo ormai vecchio cuore, ché altra, che mie lusinghe attenda, non ha! Sì, io non ho che lei, anzi vivo di lei! E tanti i ricordi della mia mente di altre, ma tutti scialbi si fanno per gli occhi suoi, che sogno quando non li guardo e sono loro a dirmi, Altri occhi per noi ti vedono! Ma inizierò da quel che, credo, accadrà a tutti nella vita futura, rivedere nella pace il bello di qui, quello solo lì non più frammisto d’amaro. E io rivedrò certo la bambina occhi cerulei dei sogni dell’infanzia mia, tutta triste altrimenti, là fuori di sua luce uscita e riprese le sembianze a me care e riconoscibili, per farmene dono. Piccola bambina era e qualcuno la portò via! E poi anche la occhi neri, ammaliatrici di lor bellezza, quasi sempre severi con me, della mia prima giovinezza. Ho amato quella donna? Se vero sì, mi chiedo, Si può perdere una per amore? Qui, sì! È terra d'equivoci, perché se qualcosa è davvero, può non apparire nella sua rarità e preziosità e perciò cosa cui si possa rinunciare! E così può essere per la cosa più bella, l'amore! Proprio per quella che raro disse d’amarmi. Quante volte accadde una, più volte? Non so più, ma quando fu, forse al suo cuore tenera mi strinse come si fa di uccelletto che, preso, lasciar sfuggir non si voglia, ma dolce lo si trattenga per non fargli male. Ma vero così avvenne? M’è dolce così ricordarlo, non ne ho più certezza, troppo lontani quei miei sogni! Sicuro cento altre volte tutt’altro! Io ad altre, a dir suo, l’attenzione mia rivolgere avrei dovuto, più giovani e ingenue, senza troppo conoscere l’amarezza della vita, semmai solo presagita, e da allontanare appunto con l’illusione d’amore, che io senz’altro donare ben avrei potuto. E io, che sapevo da dove le veniva tanta angustia negatrice, aspettavo le passasse tanta rabbia verso tutti e l’apparente o sicura mia ingenuità, e tornasse ancora quella d’abbandonarsi desiderosa tra braccia, che altro non volevano che trattenerla. Era solo per me, troppo stupido, vero amore? Sicuro era situazione che vivere non poteva nella precarietà sua e finì nella mia amarezza! Ma più ancora ricordo la dolce piccola donna da cui mi separava un abisso di diversità sociale, che per lei nessuna importanza aveva. Ma tanto la delusi! Era bello sognare che qualcuno sarei diventato che scelta l’avrebbe, per l'approvazione dei buoni con noi e il dispetto degli altri tutti! Ma poi che fu, perché la persi? Io davvero tanto ero impegolato nei limiti miei e degli stupidi che frequentavo, anche invidiosi di mia sorte, che da qualche mia stravaganza, non uscii indenne, perché in vino veritas! Ma da allora fino a virtuoso sono diventato, ché esso nulla più abbia da suggerirmi e da farmi perdere! E io forse persi così un vero amore! Più rivista non l’ho, finita improvvisa la tenerezza tra noi negli approcci suoi primi, ma la pensai felice, e forse vero lo fu. Ma poi la seppi sola e malata, malattia che in una gabbia l'ha rinchiusa, ché niente dal suo bel cuore uscir più ne potesse, con le parole sue perse come in un labirinto. Ora prego che davvero esista il cielo delle stelle accoglienti per rivederla così com’era nei sogni miei di ragazzo, interrotti! E poi è venuta questa donna dolcissima dal piccolo grande cuore, che pur triste di quel che le raccontavo di queste e di altre incontrate, cercava di sorridere alle mie lacrime vero appena cadenti o trattenute, per rincuorarmi, ché rimediato ella avrebbe alle tante delusioni! E vero così è stato! Sì, è vero, con lei cento sogni ho vissuto e tanti altri ne ho anticipati, quelli che appieno vivere potrò solo tra le stelle. Ma allora, mi chiedo, perché poche o anche tante donne alle possibilità del novello mondo dovrebbero introdurmi? Non basta la migliore tra quelle, senz'altro l'ultima? Mi rispondo così, La mia vita è stata per poco anche la loro e, sublimata che sia, ché voluto l'abbia quella che lassù regna, vi continueranno forse a recitare lor parte, ma con le angustie tutte accantonate, tutte quelle di qui, che là, oltre queste tanto vili apparenze, appena vi possono conservare traccia, come accade di superato, lontano, brutto ricordo. Ma allora sebbene grande sarà la gioia nella nuova luce, vero l'accrescerà la presenza loro ritrovata, tanto che mi si slargherà ancora il cuore, qui tanto deluso? Ma non sarà che la vera compagna di questa vita ne resti estranea e trascurata? No è ella la gioia stessa! Sì, continuerà ad esser, quale è qui o più ancora! E che dirò di più? Questo novello non è il mondo dei soli sogni qui sospesi o perduti, confabulati belli almeno un po’, ma soprattutto delle spiegazioni per chiedere scusa o perdono! E io tanto ne devo anche a questa piccola donna mia che non le vuole oggi, né vorrà allora, tutte superate e scordate per amore, carenze e sofferenze che evitarle avrei forse potuto. È quella che iniziato m’ha anche a questo sogno e alla dolcezza suggerita vuole condurmi, ché, lo significano gli occhi suoi, C’è una bella che noi aspetta e ci sorride d’assenso! Sì, ha reso possibile quello che altre prima hanno pur tentato, il sogno del dopo, del buono, del bello, del perfetto anticipato dai sogni suggeriti da pur effimero loro amore. Ecco perché tutte sono state importanti e perché lo è l'ultima che questo mondo che viene mi anticipa per gli occhi suoi, gli stessi occhi di quella del cielo! Sono occhi da sogno questi che ancora a vederli brillare sotto le stelle, mi invitano per la mia meraviglia, come se giovane ancora, nell’indulgenza loro, mi vedano. Sì, una c’è stata dopo la madre mia, che mi ha amato discreta, o da nascosta addirittura! È quella che ha fatto di tutti gli occhi a me interessati, ai suoi finestra, e di tutte le parole per me dolci o amare il mezzo per farmi giungere direttamente al cuore le sue, afone per le orecchie umane, ma che cuore perfettamente intendere dovrebbe. E questo mio stupido cuore forse nessuna ne ha vero capito da suggerirmela chiara, è pur sempre un cuore che non sa d’amore, se non quello che la sua piccola donna ha faticato ad insegnargli! Ma almeno gli è restata la certezza della fonte loro, sono state parole dalla donna divina! E alla fine dubito che la vita altro scopo abbia che esprimere quest’amore di donna speciale. E ora mi chiedo dallo smarrimento che questi pensieri mi danno, di cui si imbeve la mia fede, Chi ha più sofferto tanta lontananza e indifferenza, io, che creduto troppo ho nelle donne di qui, non solo nelle ricordate, pensando che solo loro possedessero il segreto dell’amore, quand'anche solo il loro poco per me stringessero, o quella delle stelle che tanto tempo ha dovuto attendere che una mi dicesse esplicito il suo tanto per me solo, e soltanto così proprio quello da lei, donna celeste, restato fino ad allora celato, trasmettesse? E io tanto lusingato sono che questo abbiano significato le mie pene, che giunto alle sue stelle lei cercherò ansioso e di lei chiederò agli angeli suoi, finché questa mia donna, che raggiunto mi avrà, forse mi dirà, Possibile che vedendo me tu non la veda? E così mi chiedo, È questo proprio il segreto delle cose di questo mondo e delle persone che vi si incontrano, è questo che dà senso alla vita? Questa proprio l’importanza particolare delle donne? Sì, proprio nella mia vita! Sono state per me immagini sfocate o assai poco chiare di qualcos’altro che sta oltre la fisicità loro e lor parole e lor gesti? Davvero è così? Ma occorre fede, per sentore avvertirne dalla storia di ogni vita, e io un po’ ne ho o m'illudo d'averne. Sì, ci sono tutte per rappresentarlo, per suggerirlo, per desiderarlo e cominciare ad amarlo, quello che sta oltre loro stesse, perché non c’è altro scopo della vita se non l’amore divino. Ma tutti ne saranno surrogati e uno solo anticipatore! Spesso la vita viviamo in religioso formalismo, spendendovi il meglio di noi stessi, il lavoro, la carriera, la posizione sociale, l'accumulo di ricchezza o quant'altro, mentre una sola cosa è importante, condividere l'amore! Ma vero accadrà con una soltanto, che anticiperà questo speciale amore di occhi belli che ci guardano teneri e non possiamo vedere! Tutto perderemo nel mondo che viene tranne l'amore e il poco qui raggiunto una accrescerà a dismisura, quella che sogno che dalle braccia sue lasci cadere stille di luce, che stringe al petto, come le pulsa il cuore!

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