giovedì 27 agosto 2015

La mia Sonia





Questa realtà com'è? Mi chiedi, dolce compagna mia. E io, Nessuno può dare una risposta per tutti valida, è sempre interpretata. E nel giudizio soggettivo gioca il presente con quello che ci dà o ci nega e l'avvenire che vorremmo carico di tutte novità gradite, ma sarà anche tutt'altro, e ruolo vi ha soprattutto il nostro passato con le esperienze sue, belle o brutte. E le mie, molte le ricordo sgradevoli, per stupidità, per ingenuità o per sorte ria! Ma tu mi stai di fronte e ora appari pensierosa, ché forse una risposta diversa attendevi. Al solito gli occhi tuoi dir vorrebbero le tante cose del cuore tuo, tutte stipate, ché mai le sveli, forse le temi incomprese o pensi, a torto, siano di quelle che, venute alla luce, subito vi scemano, svanendo nella delusione di coloro a cui qualcosa ne dici e s'attendono molto. E sicuro anche le favole del cuore celi, quelle che ci vedrebbero in fine protagonisti felici e contenti vivere, che questi tuoi occhi raccontar vorrebbero per lasciarle colorare dalla fantasia mia. Ma sai che fanno gli occhi tuoi, pur tu nulla dicendo? Invitano ad evadere nel sogno per liberarmi da ogni fatto atteso, che se gradito slargherebbe di gioia i nostri cuori, ma se tutt'altro, ci farebbe paura e a loro tristezza. Perché tanto temere il tutt'altro? Nulla interpone alla durezza del presente, rendendolo sgradito, alle angosce passate, che come ombre ci seguirebbero dappertutto non lasciandoci respiro, e alle incertezze, ombrose tanto, dell'avvenire da avvelenarci la speranza dei nostri cuori. Ecco, occorre non pensarlo, perciò insieme sognare! Ma per sognare insieme, serve varcare una soglia e vi restiamo dubbiosi al suo limitare. E' una favola da te suggerita che invita a tanto, iniziata come tutte, c'era una volta...Perché entrarvi, perché non farlo? Il dilemma! E vi entriamo, curiosi rompendo l'indugio, e lì abbiamo sensazione che altri occhi ci guardino e ci invitino a proseguire in un mondo tutto di vividi colori, come è quello di ogni favola, ché i sogni con te, credo, si somiglino tutti, e vi sono essenze e fiori e dolce canto d'uccelli, e volo di farfalle innamorate e noi a tenerci per mano per percorrere sentieri appena segnati tra alberi annosi. Ma tutto anche invita a sostare per consentire che mille particolari si lascino osservare. E lì un mondo di piccoli esseri si svela, che si cercano forse per proseguire la via loro congiunti come noi facciamo, o forse per amarsi. E allora ho la sensazione che tu già conosca questi luoghi del sogno, e solo in apparenza lasci ti conduca, come di essi tu fossi vero selvaggia, ma visitati certo li hai da sola in sogni solo tuoi, sicuro guidata dagli occhi belli di quella del cielo che sappiamo che ora ci osservano senza essere visti e di noi, ancora amanti, hanno tenerezza. Ma che dirmi vuoi più ancora, dal momento che questo tuo segreto, nel cuore serrato, ho intuito? Che in te c'è un mondo meraviglioso insospettato e tutto da scoprire? O più ancora, che tu sei come la dolce Sonia, che conforta chi il delitto di aver sciupato la propria vita ha commesso e ora deve attendersi giusto castigo? Sì, sei la mia dolce Sonia! Io ti pensavo donna che dà l'amore che la sua diversità fisica le suggerisce e che natura anche ai suoi scopi destina, ma che spesso oltre andare non sa. Ma tu vuoi per me di più, tu mi inviti all'amore casto e a non fermarmi ad esso. Infinito è questo amore novello che mi dischiudi, è quello della occhi belli e teneri il cui sguardo ci accarezza dal cielo e non vediamo, ma che tu certo conosci, è quello anche del figlio suo, il redentore di tutti da questo mondo malvagio, sì dello stesso cristo, è amore divino. E io vi sono come iniziato. Dove mi condurrà? Lui sembra dirmi che la favola tragica d'ognuno ha vissuto e rivive, ma forse di più sull'amor suo redentore dal male e io sconsolato ti guardo e cerco aiuto perché non intendo! Ma ora qualcosa d'estraneo ci scuote e avverte che è tempo di riprendere contatto con ben diversa realtà. Ecco, usciamo dal sogno, frastornati un po', ché occorre riabituarsi alla fioca luce di qui e io ti guardo incantato, sei proprio come la santa Sonia che segue l'amor suo nelle dolorose vicissitudini del riscatto dopo il delitto dell'usuraia, che pure io ho ucciso, sotto altra forma. Sì, questa vita che a me poco ha dato e pagata vuol esser a usura come il male, che ha dentro, l'obbliga a chiedere. Sì, questa vita lunga, ma pur breve tutta intrisa delle lacrime mie di come appena ieri e invece sono già tanti anni trascorsi da che piccolo ero! Ma anche fatta di sogni inappagati e caduti, dovuti cadere a questa realtà matrigna con altre lacrime. Quella che ora vorrebbe assaporassi l'amaro di una condotta tutta fallita e a questo mi sono ribellato e liberato. Sì, ho ucciso la vecchia usuraia, la mia vita costretta in questa realtà! E se reo sono è di aver provveduto tardi. Sto ora in una novella favola, come già tutta passata l'antica, ma se vero morta sia, non so. Io so solo che non sono ancora alle stelle della tutta bella, ma credo sia per te che ella vuole io resti qui ancora un poco. Come non so, ché vita più non ho! Allora questo è certo un sogno, quasi postumo creduto, concesso da quella che lo può, e come rifugio ho le braccia tue e negli occhi tuoi le tue favole di cui l'anima mia si ciba e altro disdegna! Sono stato, sono fortunato! Tu vero sei come Sonia, una piccola santa e io, stupido, tutt'altro ti vedevo una donna comune per un uomo mediocre, qual senza te mi sentivo! Ma che significa vederti come la Sonia di Dostoevskij? Che io, come lo studente punito, sopravvivo alle miserie mie solo per te! Ma se quegli occhi noi non guardassero, d’altro distratti, anche per solo un poco, sarebbe un’altra storia, il sogno comune non ci sarebbe stato, né favole raccontate, affinché l'altro più belle le avesse rese attingendo alla sua fantasia, la vita mia tutta trascorsa mediocre e rea, nessuna mia azione per cambiarla, nemmeno tardiva, e io nella provvisorietà, che forse il nulla ben meritato precede. Entrambi saremmo perduti, ché tu, piccolo angelo, tentata saresti come falena, che attratta da luce d’un lume in molto buio, a quello muore, mentre quella luce si va spegnendo! Sì, madre non smettere di guardare a quest'amore!

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