mercoledì 5 agosto 2015

Conforto dovuto al dio




Mi chiedo, Una verità resta forse diminuita del significato suo se male espressa, o risulta più vera se enfatico ne è l’enunciato? No, almeno non in sé. Costretto qui sarò a procedere per metafore o per congetture, ma pure una verità esprimerò. Quale? Che quando l'amore col dio sembra perduto, lui ne è la vera o la maggior vittima, e non dovremmo attenderci conforto, glielo dobbiamo! Sono arrivato a questa conclusione, il mio cuore per un po’ fingendosi abbandonato, preso da inaspettato misticismo, e mi si perdonerà se il linguaggio di questa nota ne risentirà, colorato, se non proprio enfatico! Intanto mi chiedo, Un amore perché sia autentico necessita di adeguata percezione da parte di chi v’è interessato? Sì, intendendolo come dolce o sublime scambio, ma non tanto di parole, che possono uscir povere e stentate, sebbene sincere, le più belle restando dentro a timido cuore, ma di gesti, che devono essere adeguati, ben misurati, che esprimano a un cuore il bello celato dall’altro. Se ne potrà derogare per un po’, impegnati nel diverso, ma sapendo che pur piccola devianza dall’atteso e ritardo causano vera pena all’altro. Allora occorrerà scusarsene alla prima occasione! E ancora, Accade di simile nello speciale rapporto con la bella signora, quella delle stelle? È speciale infatti questo amore, tutto da costruire il nostro e il suo da scoprire. Ma il comportamento suo chiaro mai è, se ne possono solo congetturare le ragioni. Ella mai parla o lo fa con un linguaggio spesso duro, ché permette sia la vita a far da lei barriera, con tutte le amarezze e i mali che affliggerla possono. Sì, vuole si abbia certezza d'amore nel dolore o nonostante il dolore. È questa l’unica prova richiesta affinché, bussandole il cuore, se ne apra uno spioncino, attraverso il quale, la agognata luce, quella che il solo amore è capace di fare in tanto buio. È delle donne possibili la più difficile in apparenza, ché il suo sarà sempre un amore un po’ più in là delle cose raggiunte, dei fatti accaduti, delle speranze da cuore azzardate e delle donne che qui amar si possano da farle vicarie sue. Così a questo mio amore terreno, tenero e fragile, affido il mio per lei che certo ella trasmetterlo saprà. E certo non servirà che ella le dica, Questo è da parte sua per te. Ma forse le dirà, Leggimi il cuore, la mia è la tua felicità, ché dentro t’ho! Ecco, fa dolcezza aver una donna così e sicurezza anche, ché il suo sa condividere con la bella del cielo, e stringerla posso, da farmi gioia, tra le braccia in notte tutta di stelle, illudendomi l’altra nello stesso abbraccio trattenere. Ma quando il vento vi spira iroso, non v’è notte di maggior paura, ché esso può strapparla dalle mie braccia pur serrate e lontano portarla come foglia tra le tante d’un autunno inatteso precoce, tale l’ottusità e la forza di chi grida qui come ululando la caparbietà sua, il male. Fedele, buona è questa piccola donna, ma le ragioni di qui, incomprensibili per lo più, che esito daranno a questa fedeltà e alla bontà sua, se esprimono il male? Ma è proprio temere di smarrirla che apre la possibilità di attenzione certa da quella del cielo, se nel cuore mio sempre tormentato anticipo e vivo la possibile desolazione che ne verrebbe. La preghiera allora sarà accorata, confuse le richieste sue, inadeguate le parole prese frettolose non dalle migliori, che non chiarificano, finché tutto si compendia in una sola frase, Fammela restare, opponiti, falle scudo, riparo! E invece sarà lei proprio a dover essere protetta! Perché? Ecco come tenterò di dirlo. Il cuore continua a simulare la completa desolazione come in un brutto sogno vivendola, ed è ora il momento del massimo della sua pena, e temendo l’irrimediabile sconfitta, io continuo a ripetermi, È proprio questo mio dolore che mi fornisce la possibilità di vero avvicinare la bella, affinché attenzione presti al vissuto nell’angoscia del suo amato da sempre, anche se all’apparenza sempre ignorato! Ma che sarà e che dirò se il male vinto avrà, come se ella presa sia da irrimediabile malattia? In questo brutto mio sogno sarà come vento che d’autunno tanto stormisce tra queste frasche da coprire singhiozzi e umane parole di tentato conforto! Io chiamerò invano in questo buio, che più fitto si sarà fatto, questo amore e lei chiamerà me in profondo nero io precipitato, così quella del cielo farà per le voci nostre, chiamerà noi, come madre fa. Ci saranno risposte dalla donna mia e da me per te, donna dello stellato? O tutti avremo perso, ché spezzato sarà l'amore? Molto, quello che vale anche solo una vita mediocre come la mia, perduta nel vortice del male! E così io grido in questo possibile abbandono, afono ormai, Perché, perché è dovuto accadere? E non v'è risposta, mute le stelle. E dico, Sì ci sono stati gesti mancati e noi poveri da sempre perché sprovveduti , disarmati di fronte a possibili fatti di vita tanto amari, illusi del tuo amore, a lungo ci siamo cercati protese le braccia in buio d’inferno. Ma ora, vissuta fino all’acme tanta possibile angoscia, penso, come in tutte le favole, felice in fine l'epilogo, ma quanto sarà durata la separazione percepita, anche se poco la sua finzione? Come se passato un tempo troppo lungo nello smarrimento! Ma sicuro tu guida ne sarai stata molto discreta, restata inapparente, e ritrovati ci saremo nel fitto di questa foresta che fa la vita, sì, come per miracolo passato il fatto estremo, la malattia truce che pareva aver vinto, sì, come ciechi che si ritrovano nel loro buio! Attenderemo allora da te non più l’equivalente di almeno una parola, ostinata muta sempre rimani, ma come la sillaba di benevolenza che appena venga pronunciata, il sì, perciò un assai breve tuo gesto, come breve è l’assenso. Lo penseremo nel suo giusto valore per cuori tanto delusi, un piccolo ma concreto gesto d’amore. Non sarà un modo tutto tuo di scusarti, tua la sofferenza maggiore per l’abbandono subìto, seppure nella finzione del mio cuore, nel brutto sogno a cui t’ho portata, perso il ruolo di madre, apparente fine del tuo amore. Ma tu sicuro vorrai significarci molto, che pur parla senza parole quest’amore mai cessato, grida anzi, ma intenderne nulla possiamo, il male invitto fa ancora troppa barriera e il vento rumoreggiando la rafforza! Allora vieni, ti pregheremo, sta sicura tra i nostri cuori ne avrai scampo!




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